Corruzione nell’informazione? Sarebbe un fatto assai grave.
In queste ore il nostro connazionale Amedeo Avondet, iscritto all’Ordine dei Giornalisti della Federazione Russa, ci ha mandato un comunicato stampa nel quale sostiene che la disinformazione in Italia è frutto dell’ingerenza degli Stati Uniti d’America.
Nel comunicato, Avondet afferma: “Nella giornata di ieri sono emerse prove evidenti del coinvolgimento del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti in tentativi di corruzione di blogger e youtuber italiani”.
Affermazioni forti che sono supportate da un video realizzato da Mirko Campochiari, in diretta sul Canale YouTube “Parabellum”.
In tale video Mirko Campochiari, “analista militare e youtuber ha mostrato in diretta sul suo canale la proposta di corruzione effettuata dagli statunitensi, a partire dal minuto 49:00”.
Da moltissimo tempo “Civico 20 News” sostiene che contro la Federazione Russa vi è un atteggiamento ostile e non obiettivo ma le parole di Campochiari non fanno altro che confermare tale tesi, rincarandone la gravità.
Amedeo Avondet, con la sua solita schiettezza, insiste: “Nessun media ne ha ancora parlato apertamente ma tale tentativo di corruzione internazionale è stato smascherato da uno degli youtuber ai quali gli agenti americani hanno offerto ricompense monetarie in cambio di propaganda filo ucraina”.
Parole molto pesanti in un momento nel quale la crisi tra Federazione Russa e Ucraina pare essere ad un punto di svolta. La “Live #353” realizzata da Mirko Campochiari con il titolo “Guerra Russo-Ucraina – La guerra dei Social: lo schema a Matrioska della Disinformazia”, realizzata il 7 settembre 2024, sembra non lasciar spazio ad interpretazioni.
Il giornalista Amedeo Avondet precisa come “secondo i documenti trapelati il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti d’America ha inequivocabilmente avviato una campagna volta a “promuovere l’importanza degli aiuti all’Ucraina” al pubblico italiano”.
Se questo fosse effettivamente vero, come pare essere, ci troveremmo in una situazione davvero imbarazzante sul fronte della libertà di stampa e della correttezza dell’informazione.
I giornalisti, infatti, devono poter raccontare i fatti per come avvengono e non per come qualcuno gli dice di raccontarli. Una simile ingerenza sarebbe scorretta ed intollerabile.
Avondet sostiene che “il vero pericolo alla nostra sovranità viene come sempre da Washington e Bruxelles, non da Mosca” e, a dire il vero, soprattutto su “X” sono in molti a pensarla come lui.
Da oltre due anni, i media italiani non fanno altro che parteggiare per l’Ucraina, incensando Volodymyr Zelensky e facendo passare Vladimir Putin per un criminale di guerra.
Addirittura i “Radicali” hanno fatto una campagna mediatica, con tanto di affissioni pubbliche, per chiedere il rinvio del Presidente russo, Vladimir Putin, al Tribunale internazionale dell’Aja.
Per tutta risposta, in ossequio al Diritto Internazionale, la Corte dell’Aja “ha respinto, in un verdetto definitivo, quasi tutte le accuse avanzate dall’Ucraina contro la Russia, definita da Kiev “stato terrorista” per la guerra in Donbass e l’occupazione della Crimea nel 2014”, come ben spiegò la Redazione Esteri di “RaiNews”, il 1 febbraio scorso.
C’è da chiedersi quale posizione prenderanno i partiti politici italiani rispetto a quanto diffuso da Mirko Campochiari. Un’interrogazione parlamentare potrebbe aiutare a far luce sulla questione e, eventualmente, far emergere possibili ingerenze straniere sulla libertà d’informazione italiana.
Amedeo Avondet, fondatore di “Italia Unita”, non ha dubbi: “Le campagne di disinformazione, corruzione e propaganda lanciate dal Dipartimento di Stato degli Stati Uniti sono una seria minaccia alla democrazia e alla libertà di stampa e d’informazione, diritti stabili della nostra Costituzione”.
L’argomento è scottante, la questione è delicata.
Laddove accadono dei fatti gravi e rilevanti, come i conflitti armati sono, non si può essere parziali, schierati o leggeri nel dare le notizie. Chi ha il compito di monitorare le questioni belliche, internazionali e geopolitiche, lo deve fare con la massima trasparenza ed imparzialità.
L’opinione pubblica ha diritto di essere informata correttamente e merita il rispetto da parte dello Stato e del mondo dell’informazione.
Le notizie vanno date per quello che sono. Ogni lettore, poi, nell’intimo della sua coscienza, dovrà e potrà formarsi la propria opinione che – va detto – deve sempre essere rispettata.
Ci riserviamo di tornare sul tema.
Non è una novità che i media Italiani siano a libro paga delle multinazionali del crimine : l’ abbiamo potuto constatare durante il periodo pseudo pandemico ,con anche le esternazioni clamorosamente false del finto papa , della mummia quirinalizia di dragonflay e di tutti quei medici da strapazzo e la situazione a tutt’ oggi è peggiorata. !