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Il risvolto italiano del voto europeo
Salvo successivi aggiustamenti tecnici, è ormai ufficiale la composizione del nuovo Parlamento Europeo.
Il primo gruppo resta il Partito Popolare Europeo, con 184 seggi (6 in più rispetto alle elezioni del 2019) sostenuto in Italia da Forza Italia ed Svp (che avrà un rappresentante). Dietro i Socialisti e democratici (Pd) con 139 seggi (-1). Perde terreno Renew Europe, passando dai 102 seggi ai futuri 80: si tratta del calo più significativo tra tutte le forze. Il gruppo dei Conservatori riformisti europei (ECR) di cui fa parte Fratelli d’Italia sale da 68 seggi a 73; Identità e Democrazia (Lega) perde un seggio (59-58). Il Gruppo dei Verdi scende da 72 a 52 seggi. The Left perderebbe un seggio (36). Formalmente: 45 seggi ai non iscritti; 53 i neoeletti senza appartenenza a un gruppo politico del Parlamento uscente. Ma lo scenario potrebbe definirsi meglio nelle prossime ore.
I risultati definitivi per la elezione del parlamento europeo, non di discostano di tanto rispetto alle proiezioni. Il ruolo di Giorgia Meloni, unico capo di governo a non aver subito smacchi elettorali, sarà decisivo in Europa per poter convincere il PPE a privilegiare l’accordo di maggioranza con i partiti di destra e inaugurare il percorso individuato da milioni di elettori europei.
Il risvolto italiano del voto riguarda il rapporto di forze tra i partiti, anche all’interno delle stesse coalizioni, visto che si è votato con il sistema proporzionale. I dati definitivi dello spoglio elettorale ci forniscono il seguente risultato.
FdI 28,8%
PD 24,01%
M5S 10%
FI- NOI Mod 9,63%
Lega 9,%
AvS 6,7%
SuE 3,8%
Azione 3,3%
Gli scambi di opinione tra Matteo Salvini e Antonio Tajani dei giorni scorsi sono la riprova di quanto gli schieramenti siano stati messi a dura prova da questo sistema di voto che spinge i contendenti ad enfatizzare le differenze anziché i punti di contatto con gli stessi alleati.
Così per la differenza percentuale tra Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega.
La competizione fra questi ultimi due partiti è decisiva per la tenuta della coalizione e del governo. Inoltre, poichè Forza Italia ha scavalcato, seppur di poco, la Lega, si potrebbe aprire la resa dei conti nel Carroccio, con i governatori, già in tensione per l’affermazione elettorale del generale Vannacci. Esponenti di peso potrebbero chiedere la testa del Capitano al congresso che si terrà in autunno. Dunque la partita interna al centrodestra è decisiva per il futuro dell’esecutivo.
Poi c’è il risultato del Pd. Gli oppositori riformisti non vedevano l’ora di far fuori Elly Schlein e di imputarle la sconfitta elettorale. Ma con il risultato elettorale positivo del Pd, la segretaria Pd avrà buon gioco nello stabilizare la leadership del partito e anche quella della coalizione, tanto più con il flop del Movimento Cinque Stelle crollato nelle urne, anche a causa dell’alto astensionismo registrato al sud, area del Paese in cui i grillini non possono più sventolare la bandiera del reddito di cittadinanza e di altre misure parassitarie. Cosa farà da grande Giuseppe Conte?
L’ ultimo elemento da tenere monitorato nelle prossime ore sarà l’andamento dei partiti minori. Noi moderati di Maurizio Lupi ha preferito intrupparsi in Forza Italia, consapevole del fatto che difficilmente avrebbe raggiunto lo sbarramento del 4%.
Alleanza verdi sinistra (Bonelli, Fratoianni…Salis…) che nei sondaggi oscillavano tra il 3 il 4%, hanno raggiunto il 6,7% per l’effetto trascinamento Salis e portato ai seggi persone che di solito non votano. Poi, come in precedenti occasioni, si dovrà capire sino a quando questo risultato avrà basi solide.
La soglia ha funzionato come una tagliola per Azione (Calenda), Stati Uniti d’Europa (Renzi/Bonino) che non raggiungono il 4% e non si aggiudicano seggi al Parlamento europeo. Il fuggi fuggi sarà inevitabile. Dopo il dissolvimento del terzo polo, si disintegrerebbero definitivamente anche le forze che lo componevano.
Il consolidamento del bipolarismo Meloni-Schlein potrebbe preludere a scossoni sia dentro la maggioranza che nelle opposizioni. E i due principali partiti, soprattutto il Pd, potrebbero diventare attrattivi rispetto ai transfughi delle formazioni minori in via di liquidazione. In Italia, a differenza degli altri Stati europei, non ci sono stati grandi scossoni nelle urne e il governo procede senza scosse.
Ora, però, bisognerà capire se la navigazione del governo italiano, in un mare europeo in tempesta e dunque molto diverso da quello di qualche giorno fa, sarà comunque agevole o vivrà nuove incognite. Il vento favorevole alla destra non è di per sé una garanzia da questo punto di vista. Si creeranno nuovi equilibri anche tra Stati e cresceranno le aspettative anche nei confronti del nostro Paese