La Sinistra non può esercitare quella superiorità morale che ha sempre vantato.
Mafia, camorra e altre forme di malavita organizzata, sono argomenti da trattare con le molle. La sinistra da sempre alza la bandiera della legalità, ma quando interviene la magistratura e focalizza le azioni di qualche loro amministratore, le regole e le distanze non valgono più. Nell’ormai annoso affaire che sta coinvolgendo il sindaco di Bari, stiamo raggiungendo livelli tragicomici.
Nei giorni scorsi, in occasione della manifestazione organizzata a Bari a sostegno del sindaco Decaro, l’ex magistrato e governatore uscente della Puglia, Michele Emiliano, dinanzi a migliaia di persone scese in piazza, avrebbe detto: “Decaro, allora assessore, mi raccontò che era stato minacciato con una pistola. Allora lo presi e in due andammo a casa della sorella di Antonio Capriati, che era il boss di quel quartiere, e andai a dirle che questo ingegnere è assessore mio e deve lavorare perché c’è il pericolo che qui i bambini possano essere investiti dalle macchine. Quindi, se ha bisogno di bere, se ha bisogno di assistenza, te lo affido”.
Salvo poi correggere il tiro e in una nota all’Adnkronos e sostenere di essere stato frainteso ed esattamente: “Leggo agenzie – afferma il presidente della regione – nelle quali si fraintende una frase che ventimila persone presenti oggi in piazza hanno perfettamente compreso. Ho raccontato un fatto realmente avvenuto quando chiudemmo al traffico Bari Vecchia. E di fronte ad un episodio nel quale avevano invitato il mio assessore ad andarsene dai luoghi dove stava lavorando, andai di persona dalla sorella incensurata del boss Antonio Capriati, che avevo arrestato e fatto rinviare a giudizio e poi condannare per omicidio, per farle capire che le cose erano cambiate, quegli atteggiamenti non erano più tollerati, che potevano rivolgersi all’assessore solo con modi civili ed educati (e qui l’iperbole ‘te lo affido se ha bisogno di bere, di assistenza’) visto che si trovava lì per svolgere il suo lavoro”
Una imbarazzante gaffe che i suoi sostenitori provano a minimizzare e che il diretto interessato, ex magistrato e ormai politico di lungo corso, rettifica. Rimane inquietante l’uscita del governatore della Puglia, Michele Emiliano, con il sindaco Antonio Decaro non poco turbato, perchè si sente inguaiato e cerca, visibilmente infastidito di smentire l’incontro e le circostanze.
Non dimentichiamo che la manifestazione Giù le mani da Bari, era nata dall’iniziativa di migliaia di cittadini in segno di solidarietà al sindaco Antonio Decaro dopo la decisione del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi di nominare una commissione di accesso per valutare l’esistenza di condizionamenti mafiosi nel Consiglio comunale.
La decisione del Viminale è stata presa dopo i 130 arresti delle scorse settimane (tra cui la consigliera comunale Maria Carmen Lorusso e suo marito Giacomo Olivieri, ex consigliere regionale) che hanno svelato un sistema di voto di scambio politico-mafioso alle elezioni comunali del 2019 e dopo che la magistratura ha disposto per l’Amtab, la municipalizzata dei trasporti, l’amministrazione giudiziaria per l’infiltrazione dei clan. Il ministro Piantedosi reputa sacrosanta la sua iniziativa, mentre il centrosinistra la trova sospetta, considerato il fatto che fra tre mesi i cittadini baresi voteranno per rinnovare l’amministrazione comunale.
Le affermazioni di Emiliano sono state definite sconcertanti da molti esponenti politici, a cominciare dal capogruppo di Forza Italia al Senato, Maurizio Gasparri, che ha commentato su Twitter: «Se i boss minacciano si va in Procura non a casa loro».
«Le frasi sconcertanti di Michele Emiliano, peraltro pronunciate da un palco che avrebbe voluto e dovuto essere contro le mafie, sono sconcertanti e preoccupano perché descrivono un contesto culturale e socio-politico inquinato. Stupiscono ancor di più perché pronunciate da un ex pm. Chiederemo alla presidente della Commissione Antimafia di audire Emiliano e Decaro», ha detto il vicepresidente del gruppo Noi Moderati e componente della commissione Antimafia, Pino Bicchielli.
«Scusate, non posso crederci. Ma davvero sono state pronunciate queste parole? Da Michele Emiliano, un magistrato», ha postato su X Rita Dalla Chiesa.
Queste parole non possono passare inosservate, sono molto gravi e vogliamo credere che Emiliano chiarisca al più presto quali sono i suoi reali rapporti con la malavita e dipani tutti quei dubbi che le sue parole hanno scatenato.
Dalle affermazioni di Emiliano prende le distanze Giuseppe Conte, quasi a sottolineare che lui e i grillini, sono arrivati al potere in nome della moralizzazione della politica e, in quanto giustizialisti, chiedevano le dimissioni di chiunque venisse accusato di collusioni con la malavita.
Anche Vendola ed altri esponenti del PD criticano la disinvoltura del governatore.
Di fonte ai molti silenzi ed a qualche timida ammissione, domandiamoci se al posto di Decaro ci fosse stato un sindaco di centrodestra, come avrebbero reagito l’“avvocato del popolo” e i suoi accoliti?
E allora la diversità morale storicamente rivendicata dalla sinistra in che cosa consiste? Nel definirsi al di sopra della legge qualora qualcuno disponga un’ispezione prevista da leggi dello Stato?
Da sempre il Pd tuona contro il populismo del centrodestra che tenderebbe a parlare alla pancia degli italiani per buttarla in caciara. Ma cos’altro è stata la manifestazione di Bari se non una lampante dimostrazione di populismo del duo Emiliano-Decaro timoroso di una disfatta elettorale?
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