Le dimenticate Hot hatch degli anni ‘80 (di Michele Franco)
6 – Citroen AX Sport (1986-1990)
Lei è roba seria, per addetti ai lavori.
Questa signorina francese, così semplice e banale, è tanta roba. Storcete il naso? Fate male, perché ‘sto assemblaggio spartano di lamiere è un piccolo capolavoro. Citroen da sempre ci ha stupito con auto rivoluzionarie, e AX è una di queste: le sue varie versioni (tra cui una elettrica che, troppo costosa all’epoca, venne acquistata da pochi visionari), hanno centrato l’obiettivo di creare una city-car divertente e innovativa. Non scordiamo che la “Casa degli chevron” arrivava dal successone delle 2CV, delle Dyane, delle Visa e delle LNA, e non poteva permettersi di sbagliare l’erede di una così blasonata tradizione nel settore delle superutilitarie.
La AX Sport è, sotto ogni punto di vista, una “piccola bomba” di gran livello, in cui Citroen profuse una serie di dettami dedicati espressamente alle doti che rendono un’auto sportiva ottimale da usarsi tutti i giorni e, nel contempo, degna di chiamarsi “da gara”. Il motore era trasversale anteriore (ottima ripartizione pesi sull’assale), con 4 cilindri, 8 valvole, e 1294cc con potenza di 94 CV. Capite che, con un peso di soli 735 Kg, le prestazioni non potevano che essere ottime: 186 Km/h, 0-100 in 8,8” e Km da fermo in 30,8”! E poi, questa hot hatch era nata per essere trasformata, con poche modifiche, in vettura pronta per gareggiare, quindi la tenuta di strada era semplicemente ….diabolica! Richiamo ulteriore alla natura corsaiola della bestiolina erano gli interni scarni e il bianco come unico colore disponibile, anche i cerchioni in acciaio erano verniciati in bianco, come quelli della Peugeot 205 Rallye.
Ai giorni nostri c’è gran fermento attorno a quest’auto, gli appassionati si “scannano” per averne una, e i prezzi… tenetevi forte, per un esemplare ben tenuto o restaurato si arriva ai 25.000 Euro!
Ma vuoi mettere? Viaggi su una scatoletta bianca e spigolosa che pare un’auto per scampagnate, e invece è una vitaminica superutilitaria che non aspetta altro di vedere un po’ di curve o uno sterrato e….vavavuma!
Sulle altre auto, di te vedranno solo la targa, ma sempre più lontana!
7 – VW Polo G40 (1986-1990)
Eccolo qui, il brutto anatroccolo in salsa tedesca.
Cosa può produrre un incrocio tra una VW Golf e una Ford Fiesta? Avete pensato bene: un flop! Questa volta, però, davvero non meritato. Perché contenuti, cattiveria, tecnologia e prestazioni c’erano tutte, ma i tedeschi, testoni, decisero che queste doti bastassero. “Per i piloti veri conta un’auto veloce e manovrabile, se è brutta chissene”, avran pensato a Wolfsburg; ma se pretendi che gli utenti normali, pur sportivi, ragionino così, hai sbagliato.
VW sbagliò: mise sul mercato un concentrato di belle doti, col frontale che richiamava quello della Golf GTi, ma lasciò il resto dell’auto in balìa di un design anonimo che vanificò ogni contenuto. Di 3/4 posteriore poi, la Polo pareva una Ford Fiesta, di fianco lasciamo perdere (a me la sua linea filante piaceva!)
Ma ‘sto anatroccolo, dal peso di soli 830 Kg, aveva un piccolo 1.272cc dotato di un innovativo volumetrico a spirale, il G-Lader, che sparava fuori 115 CV brutali, portando la G40 a toccare i 200 Km/h e bruciare lo 0-100 in 8,6”! Il tutto nell’anonimato, visto che, già all’epoca, era facile confonderla con una Polo normale, non fosse stato per quel filetto rosso che correva su fiancate e frontale e la piccola scritta rossa su portellone e calandra. Insomma, erano gli anni della famosa e pubblicizzata Polo, la “caramella col buco”. VW fece il contrario: il “buco” con la Polo. Questo soprattutto da noi: il pubblico italiano chiedeva auto performanti che fossero più vistose e con prezzo abbordabile, e G40 era molto più costosa della concorrenza. Oggi, trovarne una è davvero impresa improba ma, se la fortuna vi bacia, preparatevi a sborsare cifre attorno a 11-12.000 Euro, se ben conservata. Il brutto anatroccolo è diventato molto affascinante e richiesto!
8 – Opel Corsa “A” GSi (1987-1993)
Oggi pochi la ricordano. Ai suoi tempi invece…non se la filarono. La GSi non era cattiva come le R5 o Uno Turbo, e non aveva lo stile della 205 GTI. Eppure era proprio con loro che andava a misurarsi! Venne pubblicizzata come alternativa sportiva per i giovani ma passò quasi inosservata, per una serie di ragioni: il 1.6, interessante, aveva solo 100 CV, l’estetica era sottotono, gli interni spartani (nonostante buone finiture e dotazione ricca), e lei rimase “schiacciata” dalla concorrenza che metteva in campo look più aggressivi e prestazioni migliori. Era scesa nella lizza senza le armi adeguate rispetto alla concorrenza. Esternamente inalberava profili sottoporta e spoilerini frontali, passaruota allargati con effetto racing, calandra in tinta carrozzeria, bei cerchi in lega a tre razze.
All’interno sedili avvolgenti, volante sportivo, buona strumentazione ma nessuna concessione in più, così risultava un pò troppo teutonica per conquistare i giovani sportivi. Sempre teutonicamente, aveva però qualità intrinseche interessanti: robusta di telaio e motore, affidabile, con buona tenuta di strada e prestazioni decenti (189 Km/h e 0-100 in 9,5”) ma la potenza, limitata rispetto alla cilindrata, fu un handicap. Il successo non arrise, e in Opel bisognò attendere la 2a serie, ovvero la “B” del 1993, per avere qualche soddisfazione in più con questo modello. Oggi è rarissima, ma, esattamente come 35 anni fa, continua a non essere capìta: la sua quotazione tocca solo 6-7.000 Euro per un esemplare ottimamente conservato. Se vi assumono al posto di 007 a causa della sua età pensionabile e, nel pericolo, necessitate di un mezzo robusto e tenace, ma nel contempo volete passare inosservati negli appostamenti che farete, Corsa “A” GSi è l’auto che fa per voi!
Conclusioni: abbiam rispolverato e reso omaggio ad alcune metalliche compagne di viaggio che, ormai, pochi ricordano. Abbiam puntato, per un attimo, il riflettore sul limbo in cui stavano e, magari, ci sarà tra voi chi vorrà mettersi alla ricerca di una di queste bestiole. Sappiate che farete un atto da incoscienti. Oppure, un gesto ammirevole. Se trovate una di queste auto, qualcuno dirà che siete pazzi, qualcuno vi darà una pacca sulla spalla con aria di compatimento. Avrete contro anche la figliolanza e gli eredi. Ma, se del parere degli altri non vi frega molto, potrete sedervi su una di queste perdenti, o di queste sconosciute, e capire che anche loro sapranno darvi emozioni a cascata. Andrete da A a B scoprendo pregi e difetti che non toglieranno nulla alla passione che vi ha mosso! Alla prossima puntata, per alzare il sipario sulle piccole bombe più note e cattive. Grazie per la lettura!
Michele Franco
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