
Storia di un annuncio sulla metropolitana di Londra
Stiamo vivendo momenti molto difficili, della cui gravità ci rendiamo conto, ma che saranno compresi fino in fondo solo dai nostri posteri, cioè da chi vedrà l’evoluzione dei fatti di cui siamo spettatori spesso sbalorditi e spaventati.
Noi, intanto, però dobbiamo continuare a vivere la nostra vita; possiamo scegliere di farci prendere dall’ansia, dalla frustrazione per la nostra impotenza, dal pessimismo più cupo, oppure possiamo cercare di impegnarci perché qualcosa cambi, anche se può sembrare un sogno impossibile. Certamente possiamo lavorare su noi stessi; e su questo personalmente non ho dubbi. Così come sono convinta che il miglioramento personale certamente porterà beneficio anche agli altri: l’umanità è fatta di uomini, la ricaduta del perfezionamento del singolo sul tutto è inevitabile. O almeno io la penso così. Quindi, che fare? Una strada per sopravvivere ai mali di oggi può essere, per esempio, quella di mettere in luce il bene, invece che il male, anche se sappiamo tutti che le cattive notizie fanno vendere più giornali, aumentano l’audience televisiva, portano più followers, quadruplicano i likes e via dicendo. Come suggerisce Calvino, vale invece la pena di sottolineare, nell’inferno dei viventi, ciò che non è inferno e di curarlo come una piantina preziosa perché possa crescere rigogliosa.
E le buone notizie non mancano. Bisogna solo sceglierle e magari diffonderle.
Grazie al podcast di Matteo Caccia “Orazio”, proposto dalla testata online “Il Post”, ma ascoltabile da chiunque gratuitamente, sono venuta a conoscenza di una storia davvero molto bella. Grazie, Matteo, per averla raccontata.
In Gran Bretagna, nel 1992, Margareth Mc Collum e Oswald Lawrence, innamorati e felici, si sposano e vivono serenamente la loro vita; Oswald è un attore e, tra le altre cose, presta la sua voce alla metropolitana di Londra. Oggi può sembrare incredibile, ma allora gli annunci sui mezzi di trasporto erano voci umane registrate; e, almeno sulla metropolitana di Londra, non voci qualsiasi, ma di attori, con un buon accento e con la capacità tecnica di adeguarsi alla situazione comunicativa. Dettagli che dimostrano la cura che si metteva nel fare le cose; diligenza, professionalità, attenzione al benessere e alla sicurezza degli utenti, qualcosa su cui riflettere e di cui valutare l’importanza, penso. Nel 2007 la felicità di Margareth e di Oswald si trasforma però in tragedia: Oswald muore e Margareth, disperata, non riesce a fare a meno di lui. Ma c’è un momento della giornata che le dà forza e l’aiuta a soffrire di meno; andando al lavoro, alla stazione della metropolitana di Embankment, sente la voce di Oswald: “Mind the gap” dice la voce di suo marito dall’altoparlante.
Mind the gap – la formulazione completa dell’annuncio è Mind the gap between the train and the platform, Attenzione al “buco” tra il treno e la banchina; è l’annuncio che avvisa i passeggeri dello spazio presente tra il treno e la banchina – è una frase introdotta nella metropolitana londinese nel 1969 ed è così famosa da essere stampata sui gadget turistici, oltre ad essere utilizzata sui mezzi di trasporto in molte parti del mondo.
Per Margareth è una folgorazione: il suo Oswald è ancora lì, può sentire ancora la sua voce. Da quel momento, per cinque anni, quando la solitudine diventa insopportabile, la donna prende la Northern line della metro, si ferma ad Embankment e si siede in un angolo ad ascoltare la voce di Oswald. Finché, nel novembre del 2012, l’annuncio cambia: Margareth non sente più la voce di suo marito, ma un’altra, metallica e impersonale, sono anche cambiate le parole. La donna è disperata; Oswald non c’è più! Ma non si perde d’animo; prima del Natale del 2012 si rivolge in lacrime allo staff della stazione, a fatica riesce a spiegare il motivo della sua disperazione ai funzionari esterrefatti che si affannano a spiegarle che ormai tutto il sistema degli annunci della metropolitana è stato digitalizzato e che non c’è più niente da fare. Margareth si allontana avvilita, ma intanto la notizia raggiunge le alte sfere dell’amministrazione della metropolitana: e viene presa una decisione. Si cercherà la registrazione dell’annuncio di Oswald e, se verrà ritrovato, verrà consegnato a Margareth un cd con la voce di suo marito. Contro ogni previsione, non solo l’amministrazione riesce nel suo intento, ma addirittura va oltre. A Capodanno del 2012, nella sola stazione di Embankment, dall’altoparlante esce ancora una volta la voce di Oswald. Margareth è felice; ha ritrovato il suo Oswald. E almeno fino al 2023 è stato così.
Una bella storia, ma cosa c’entra con i guai di noi europei, e non solo? C’entra, secondo me, c’entra. È una storia di uomini e donne, e noi siamo umanità; è una storia d’amore, e noi siamo capaci di amare; è una storia di emozioni, e noi proviamo emozioni; è una storia di solidarietà e noi siamo … siamo solidali? Beh, se qualche volta non lo siamo, impariamo dall’amministrazione della metropolitana di Londra; i buoni esempi ci sono dappertutto, non c’è bisogno di andare a cercarli chissà dove e per fare felice una persona non c’è bisogno di scomodare i miracoli; bastano un po’ di cuore e un po’ di buona volontà.
La poesia di certe frasi rievoca i momenti più importanti della nostra vita, grazie Patrizia
Grazie a te, caro Giancarlo! Anche l’amicizia vera e sincera, il confronto leale tra posizioni anche diverse rappresentano qualcosa che può salvare il mondo; qualcosa che va protetto e curato con delicatezza e attenzione. Buona serata