
Curiosità e postille su Peter Cushing
Associare il personaggio letterario di Sherlock Holmes agli attori che lo hanno interpretato non è un semplice esercizio da cinefili, ma assume un significativo interesse quando si tenga conto che uno degli aspetti più tipici dell’iconografia holmesiana, ovvero la pipa ricurva tipo Calabash, non viene descritto da Artur Conan Doyle, ma deriva da una precisa scelta scenica dell’attore americano William Gillette (1853 – 1937) perché questo tipo di pipa gli permetteva di non coprirsi il volto con la mano che la reggeva.
In futuro ci sarà molto da dire su questo attore, che molti studiosi considerano la vera incarnazione di Sherlock Holmes, ma abbiamo preferito considerare in questa sede un altro interprete del personaggio di Artur Conan Doyle e precisamente Peter Cushing.
Peter Cushing, nato nel sobborgo londinese di Kenley il 26 maggio 1913, è un attore britannico conosciuto soprattutto come protagonista dei film dell’orrore della casa cinematografica Hammer Film, prodotti dagli anni Cinquanta del Novecento. Ha impersonato Abraham Van Helsing, cacciatore di vampiri, e il barone Victor Frankenstein, oltre all’investigatore Sherlock Holmes. Altra significativa interpretazione di Peter Cushing è stata quella del Grand Moff Tarkin nel film Guerre stellari (1977) e il ruolo del protagonista nelle pellicole apocrife ispirate alla serie Doctor Who.
Cushing indossa per la prima volta i panni di Sherlock Holmes nel film del 1959 The Hound of the Baskervilles, diretto da Terence Fisher, che in Italia prende il titolo La furia dei Baskerville.
Si tratta di una più che dignitosa trasposizione cinematografica girata in Technicolor del romanzo di Conan Doyle, dove le tenebrose atmosfere gotiche sono sfruttate sapientemente, in modo un po’ allusivo, come era in uso nei film horror di quei tempi per evitare censure. Cushing interpreta magistralmente il personaggio Holmes e, nella parte iniziale del film, indossa il caratteristico cappello da cacciatore (deeerstalker) e il cappottone inverness con mantellina d’ordinanza. Fuma la pipa, anche se non gli piaceva, tanto da tenersi un bicchiere di latte sempre a portata di mano per togliersi di bocca il sapore del tabacco.
È curioso notare che Sir Henry Baskerville è interpretato – in verità in modo un po’ legnoso – da Christopher Lee (1922 – 2015), attore noto come Dracula, che in seguito avrebbe a sua volta impersonato sia Sherlock che Mycroft Holmes.
La casa cinematografica Hammer Film ha in programma di girare altre avventure di Holmes con Peter Cushing, ma deve abbandonare l’idea perché gli spettatori preferiscono le pellicole popolate da creature mostruose. A questo proposito, il cane dei Baskerville ha creato qualche problema nelle riprese: è stato infatti impiegato un alano gigantesco, ma talmente buono da non riuscire ad assumere atteggiamenti aggressivi!
Per renderlo più minaccioso gli è stata applicata una protesi di pelle sul muso. Il regista ha pensato di girare alcune scene con dei nani vestiti come i protagonisti, ma sono risultate poco credibili e quindi non utilizzate.
Nel 1968 Peter Cushing interpreta di nuovo Sherlock Holmes nella seconda e ultima stagione della serie televisiva Sherlock Holmes (1964-1968) della BBC. Sostituisce Douglas Wilmer, protagonista dell’episodio pilota e della prima stagione. Nigel Stock è il dottor Watson.
Questa serie, girata a colori a differenza della precedente, prosegue nella messa in scena di racconti e libri del Canone, con questo ordine: La seconda macchia (9 settembre 1968); Gli omini danzanti (16 settembre 1968); Uno studio in rosso (23 settembre 1968); Il cane dei Baskervilles in due puntate (30 settembre 1968 e 7 ottobre 1968); Il mistero di Valle Boscombe (14 ottobre 1968); L’interprete greco (21 ottobre 1968); Il trattato navale (28 ottobre 1968); Thor Bridge (4 novembre 1968); Il rituale dei Musgrave (11 novembre 1968); Black Peter (18 novembre 1968); Wisteria Lodge (25 novembre 1968); Shoscombe Old Place (2 dicembre 1968); Il Ciclista Solitario (9 dicembre 1968); Il Segno dei quattro (16 dicembre 1968) e Il Carbonchio azzurro (23 dicembre 1968).
Anche in questa serie si fanno sentire le ristrettezze economiche della produzione: non si possono scritturare attori noti, come Peter Ustinov, George Sanders e Orson Welles, e, soprattutto, è fortemente ridotto il tempo delle riprese. Questo problema, che ha già indotto Wilmer ad abbandonare il progetto, disturba anche Cushing, il quale dirà che la sua prestazione è stata influenzata negativamente. Questo non impedisce il successo di questa seconda stagione. Si pensa di realizzarne una terza, basata sulle storie apocrife scritte da Adrian Conan Doyle con la collaborazione di John Dickson Carr, ma il progetto non va in porto.
All’età di 71 anni, Cushing interpreta per la terza volta Sherlock Holmes, ormai anziano, in The Masks of Death, film per la TV britannica prodotto da Tyburn Film Productions Ltd, uscito il 23 dicembre 1984, intitolato La maschera della morte in Italia. John Mills è il dottor Watson.
Peter Cushing, grande fan di Arthur Conan Doyle, si trova in questo caso a recitare una storia scritta da Anthony Hinds e dello sceneggiatore N. J. Crisp, diretta da Roy Ward Baker.
A Londra, nel 1913, inizia una serie di singolari e oscuri delitti: prima vittima un vagabondo. I cadaveri sono sempre ritrovati con una espressione di profondo terrore sul volto. L’ispettore MacDonald non riesce a raccapezzarsi e pensa di rivolgersi a Sherlock Holmes, ma questi, anziano, si è ritirato a vita privata.
Dopo un duplice omicidio a Whitechapel, anche per i buoni uffici del dottor Watson, Sherlock Holmes decide di occuparsi del caso. Mentre sta esaminando i corpi delle vittime, il Ministro dell’Interno lo convoca perché si occupi della scomparsa di un agente tedesco appena giunto nel Regno Unito. Holmes accetta e inizia ad associare i due casi. La vicenda si complica ulteriormente per intervento di una vecchia conoscenza del nostro investigatore, quella che lui chiama “la Donna”, ovvero Irene Adler, interpretata da Anne Baxter, con atteggiamento un po’ troppo “materno” nei confronti di Holmes. La trama non ci pare troppo felice e molte scene più che a Conan Doyle paiono ispirate alle trame, e ai cattivi, dei film di James Bond.
Con tutti questi limiti del contesto, la prestazione di Cushing è magistrale, anche se la sceneggiatura gli fa perdere ogni aspetto ironico e gli conferisce a tratti atteggiamenti ringhiosi non troppo convincenti.
È previsto un seguito per questo film, dal titolo The Abbot’s Cry, ma la malferma salute dell’anziano attore protagonista impedisce la realizzazione del progetto.
Si conclude così il rapporto tra Peter Cushing e Sherlock Holmes: la sua è una delle migliori interpretazioni del personaggio di Conan Doyle e molti cultori holmesiani – tra cui chi scrive – la considerano la migliore.
Nella sua vita, che si conclude l’11 agosto 1994 a Canterbury, Cushing ha anche interpretato Sir Arthur Conan Doyle, nel film TV The Great Houdini, dove ha il ruolo del protagonista Paul Michael Glaser, Starsky della serie TV Starsky & Hutch.
È stata fondamentale per questo articolo la consultazione di The Arthur Conan Doyle Encyclopedia.
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