Di Alessandro Mella
Portava, nel suo ritratto, l’elmetto modello 33 con il bel piumetto ed il fregio dei bersaglieri, il caporale Luigi Marabotti. Al bavero del pastrano indossava le fiamme cremisi con le stellette, in volto lo sguardo fiero di un giovane pieno di coraggio.
Era nato, a Torino, il 17 giugno 1922, figlio di Ugo e di Luigina Beltrutti, ed era cresciuto nell’Italia delle illusioni, del regime e dei roboanti annunci. Quell’educazione, forse, ne condizionò lo spirito spingendolo ad arruolarsi volontario nel Regio Esercito Italiano. Fu inquadrato nei bersaglieri e mandato a combattere in Unione Sovietica. Una delle campagne più devastanti dell’ultimo conflitto mondiale. Un’impresa disperata fin dal principio ma nella quale, comunque, i soldati italiani si impegnarono con coraggio ed abnegazione anche nei momenti di maggiore disperazione.
Quanta pena dovette provare mamma Luigina quando quel figlio partì per la guerra?
In Russia, nel terzo bersaglieri, il giovane Luigi si portò con coraggio meritando i gradi di caporal maggiore. Ma questo non bastò a salvarlo dall’abisso ed il 7 luglio 1942 cadde in combattimento, il suo giovane e vigoroso corpo s’atterrò tra le steppe e le pianure dell’est. Vi è da dire che secondo altre fonti egli cadde nel corso della battaglia di Serafimovich, sulla fine del mese.
Solo nel 1950, passata la furia della guerra e sopite le passioni, l’Italia volle onorare quel figlio perduto con la croce di guerra al valor militare concessa con una motivazione che ben racconta quanto accadde pur non concordando del tutto con le date:
MARABOTTI Luigi fu Ugo e di Beltrutti Luigina, da Torino, classe 1922, caporal maggiore 3° bersaglieri. Venuto a mancare il proprio capo-squadra, ne prendeva il posto e all’improvviso irrompere dei carri armati nemici reagiva prontamente con lancio di bombe a mano trascinando con l’esempio i dipendenti ed incitandoli all’immediata difesa contro la fanteria sopraggiungente. Serafimovich – Don (Fronte russo), 31 luglio 1942. (1)
Tuttavia, solo nel 1955 la povera mamma Luigina, che già aveva sofferto la vedovanza giovanile prima di perdere il figlio, poté ricevere le insegne del suo ragazzo rimasto, ancora, lontano da lei:
IVREA. La celebrazione del IV novembre assumerà a Pavone particolare solennità, avendo il sindaco stabilito di consegnare in tale giornata le decorazioni al valor militare concesse nell’annata a ex combattenti del luogo. Essi sono il capitano Francesco Perello, decorato al valore dalla Repubblica Federativa Jugoslava e il caporale Luigi Marabotti, cui è stata concessa la croce di guerra al valore alla memoria. (2)
IVREA – Con solenne cerimonia, alla quale hanno partecipato mutilati e invalidi, combattenti e reduci, partigiani, fanti e marinai in congedo, tutti delle sezioni di Ivrea, sono state consegnate venerdì in Pavone le seguenti onorificenze al valor militare: Stella al merito della Repubblica jugoslava al capitano Francesco Perello e croce di guerra al valore militare sul campo alla memoria del caporale maggiore Luigi Marabotti, croce consegnata nelle mani della madre (…).Il caporale maggiore Luigi Marabotti apparteneva al I Regg. Bersaglieri. Arruolatosi volontario a 19 anni e partito per il fronte russo, vi cadeva combattendo eroicamente. (3)
Dieci anni dopo, nel 1965, la sfortunata donna si riunì al figlio in un mondo, si spera, migliore.
Ove, forse e vogliamo crederlo, ritrovò il caro Ugo ed il tanto pianto Luigi. Non poteva immaginare che quella vicenda tragica avrebbe avuto, molto tempo dopo, un ulteriore sviluppo:
Caduti in Russia Identificati altri cinque torinesi. Le spoglie in Italia Caduti in Russia Identificati altri cinque torinesi. Il Commissariato generale per le onoranze ai caduti in guerra ha comunicato un primo elenco di caduti nella campagna di Russia le cui spoglie sono state identificate.
Cinque di loro, morti tra agosto e ottobre del ’42, erano nati in provincia di Torino: si tratta del soldato Giovanni Poletti, nato a Lanzo il 23 marzo 1920; capitano Luigi Panieri (Torino, 31 luglio 1896); caporale maggiore Luigi Marabotti (Torino, 17 giugno 1922); caporale Carlo Molino (Torino, 13 settembre 1903) e del soldato Carlo Arnione (Vische, 20 dicembre 1921).
Le operazioni di riconoscimento dei caduti continueranno fino a settembre: i parenti che desiderano avere la restituzione delle spoglie devono scrivere a Onorcaduti, Piazzale don Luigi Sturzo 23, 00144 Roma. I caduti le cui spoglie non saranno richieste saranno tumulati a Cargnacco (Udine). (4)
Si concluse così, ancor più mestamente, la storia dell’eroico Luigi Marabotti. Bersagliere in terra di Russia, soldato italiano, giovane e valoroso martire di una guerra mai così folle ed insensata. Ma uomo da ricordare perché l’esempio del coraggio resti e spinga a non ripetere i grandi mali del nostro passato.
Alessandro Mella
NOTE
1) Archivio dell’Istituto del Nastro Azzurro fra Decorati al Valor Militare.
2) Nuova Gazzetta del Popolo, 260, Anno CVIII, 2 novembre 1955, p. 5.
3) Ibid., 264, Anno CVIII, 6 novembre 1955, p. 5.
4) La Stampa, 194, Anno CXXVII, 17 luglio 1993, p. 29.
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