Di Alessandro Mella
Le Cinque Terre sono, storicamente, una meta turistica di grande importanza. Con i loro paesaggi sul mare, i golfi alberati, le case dai mille colori ed i borghi antichi, esse accolgono migliaia di turisti ogni anno da tutto il mondo.
Passeggiando per Monterosso al Mare, giunti in prossimità del municipio, si scorge tra i viali una bella e candida statua che offre il nome alla piazza. L’occhio attento non potrà sbagliarsi notando subito la bella immagine del generale Giuseppe Garibaldi.
Camicia, brache con cinturone, foulard al bavero e sciabola anche se, purtroppo, spezzata al punto da scorgersene solo l’impugnatura.
L’eroe ha lo sguardo fiero, orgoglioso, ma un briciolo melanconico come forse egli fu negli anni dalla permanenza a Caprera quando, in specie dopo le fallite imprese del 1862 e 1867, sognava ancora, con rimpianto struggente e crescente, la liberazione di Roma.
Il monumento risale al 1884, un paio d’anni dopo la morte del generale, e fu innalzato per volontà di Giovanni Battista Desimoni il quale, dopo essersi arricchito in America Latina, volle offrire un dono al paese natio.
A firmarlo fu uno scultore di pregio e valore, quel Santo Varni che a Genova aveva molto ben fatto parlare delle proprie opere. Ma non fu scelto dal committente per questo motivo bensì perché il monumento, destinato ad altra sede e voluto in origine da un comitato di Chiavari, era risultato troppo piccolo per la collocazione originale e quindi, resosi disponibile, il Desimoni lo comprò per la propria comunità.
Come spesso capita, l’opera mutò più volte posizione ma oggi essa sembra aver trovato il suo posto definitivo nella piazza cui dà il nome e con lo sguardo rivolto in direzione del mare.
Oggi il monumento è considerato il più antico dedicato all’eroe in tutta la Liguria e qualcuno, dimenticando forse la statua di Luino edificata quando Garibaldi era addirittura ancora vivente, si azzarda ad immaginarla d’Italia.
Ma questo non importa minimamente, l’effige del generale a Monterosso resta una piccola meraviglia che fa piacere scoprire in un contesto del tutto inaspettato. E ricorda tante storie, quelle del Risorgimento, quella di uno dei tanti italiani costretto ad emigrare, quella di tanti eroi caduti per regalarci un paese migliore in cui vivere.
Alessandro Mella
© 2024 CIVICO20NEWS – riproduzione riservata