Di Alessandro Mella
Anche il nostro Canavese diede, al Risorgimento, fior di eroi e valorosi combattenti. Figure che si fecero epiche sui campi delle patrie battaglie e che in quei momenti difficili riuscirono a tenere alta l’onorabilità della causa nazionale.
Ne ricorderemo, con queste poche righe, una davvero singolare e purtroppo poco nota, ma pur degna di memoria e di ricordo.
Giovanni Julio viveva a Vestignè e vi era probabilmente nato il 27 aprile 1830 al tempo in cui ancora regnava Carlo Felice.
Quando, nel 1855, il primo ministro Camillo Cavour decise di mandare un corpo di spedizione sardo piemontese in Crimea anche il nostro Giovanni fu mobilitato e partì verso l’oriente tanto sconosciuto e tanto lontano. Fu fortunato perché sopravvisse alle battaglie ed alle epidemie e poté tornare in Piemonte con la medaglia commemorativa inglese di quella campagna. Il suo ritratto la mostra in bella vista sul suo petto di fiero veterano. E del resto perfino la stampa asburgica aveva dovuto riconoscere il valore dei nostri soldati in Crimea:
Torino. La stessa Gazzetta di Verona, nel suo foglio del 20, parlando del fatto d’armi della Cernaia, quantunque lo dica co’ denti stretti obbligata dalla forza della verità, scrive dei nostri valorosi soldati: “I Piemontesi si batterono come è solito battersi quell’armata, DA PRODI”. (1)
Comunque, non pago, come sergente del 6° di linea, questo bravo soldato prese parte anche alla seconda guerra d’indipendenza nel 1859 partecipando alla battaglia di San Martino ove si guadagnò nientemeno che una medaglia d’argento al valore militare. Il suo valore ed il suo coraggio gli valsero anche la medaglia commemorativa francese e quella italiana delle guerre d’indipendenza istituita nel 1865.
Secondo le cronache del Bertolotti, proprio sul campo di San Martino, nel furore della battaglia, il bravo Julio fu colpito da una palla di moschetto austriaca che lo prese in pieno. Pur ferito in modo grave, tempra di solido militare, sopravvisse clamorosamente e fortunatamente. E queste notizie, per lo più, le dobbiamo proprio alla premura e precisione del Bertolotti stesso:
Nelle armi va notato il signor Julio Giovanni, sergente nel 6° linea, che, dopo aver fatto la campagna di Crimea, alla battaglia di S. Martino ebbe la medaglia d’argento al valore militare e quella di distinzione della Francia. Vive giubilato, quantunque alla battaglia accennata una palla l’abbia perforato da parte a parte nel petto. (2)
Dopo il servizio in armi, il nostro bravo Giovanni si dedicò alla pubblica amministrazione ed alla vita del suo caro comune pur conservando fortemente lo spirito patriottico del valoroso veterano. Al punto da unirsi ben volentieri, in occasione di un brutto gesto compiuto da facinorosi nostalgici del “papa re”, ad un indirizzo di devozione al re Umberto I ed alla causa dell’unione nazionale e del Risorgimento:
VESTIGNÈ. – Una protesta per lo sfregio del Pantheon. – Ci scrivono: «Il nostro Municipio ha inviata al Re la seguente protesta: La Giunta municipale del Comune di Vestignè, interprete dei sentimenti del Consiglio e di tutta la popolazione, protesta, altamente, indignata, contro l’oltraggio di alcuni vili o fanatici pellegrini papali, indegni cittadini francesi, alla tomba che contiene le sacre reliquie del Padre della Patria, ed acclama, col più fiero entusiasmo, all’Italia unita, a Roma capitale ed all’augusta Casa di Savoia, fautrice e garanzia dei più alti destini nazionali. Firmato: Manfredi Paolo, sindaco, Manfredi Domenico e Julio Giovanni, assessori – Vugliano Domenico, segretario». (3)
Visse ancora a lungo il nostro Giovanni Julio, venerato e rispettato dai suoi concittadini, per poi spegnersi nei primi anni del Novecento. Oggi la sua memoria sembra offuscata, quasi perduta, ma queste poche righe, si spera, forse concorreranno a non farne perdere il bell’esempio di soldato, patriota e cittadino.
Alessandro Mella
NOTE
1) La Gazzetta delle Alpi, 197, Anno V, 23 agosto 1855, p. 2.
2) Bertolotti, Antonio, Passeggiate nel Canavese, Tomo III, Tipografia Curbis, Ivrea, 1869, p. 252.
3) Gazzetta Piemontese, 278, Anno XXV, 7 ottobre 1891, p. 3.
© 2024 CIVICO20NEWS – riproduzione riservata