Mafalda di Savoia prima Regina del Portogallo, di Alessandro Mella
Abbiamo avuto modo, in studi precedenti, di raccontare le vicende di due grandi donne riconducibili tanto alla millenaria Casa di Savoia quanto al Portogallo. Nazione, quest’ultima, che ha sempre avuto legami molto profondi e importanti con l’Italia. Un’amicizia plurisecolare, millenaria anzi anch’essa, come documenta la vicenda che rievochiamo oggi.
Ed è la storia di una donna straordinaria a tal punto da mescolare, nella memoria che si conserva, storia e leggenda in un turbinio di aneddoti che sembrano più simili da una fiaba che alla realtà documentata e documentabile. La storia di una principessa che, da una piccola provincia europea e francofona, finì per ascendere al ruolo di regina di una grande patria.
Tutto iniziò attorno al 1125 quando il Conte di Savoia, Aosta e Moriana Amedeo III ebbe da sua moglie Adelaide la figlia secondogenita cui fu posto il nome di Matilde che poi, successivamente, fu mutato in Mafalda.
Se le leggende non mancano nella tradizione che ne ha tramandato la memoria, i primi anni si possono definire a maggior ragione poco precisi. La narrazione generale, riportata anche in diversi tomi ottocenteschi, la descrisse come una giovane avvezza all’uso delle armi, abile nell’equitazione, capace cacciatrice, vigorosa nell’animo e nello spirito. E nella sua giovinezza affonda le radici il mito più celebre attorno alla sua figura. Ella, infatti, simpatizzando per la Lega Lombarda in lotta contro l’Imperatore Federico Barbarossa, avrebbe condotto un manipolo di cavalleggeri piemontesi in soccorso ai milanesi assediati. Indirizzando loro auliche parole: “Dite agli Italiani, che ovunque si lotta per la libertà Casa Savoia non diserterà mai la causa degli oppressi”.
Il nemico Barbarossa, avendola scorta in qualche modo, se ne innamorò perdutamente ed incaricò un suo cavaliere di catturarla. Egli procedette, obbedì al suo signore e gli portò l’illustre prigioniera la quale, posta d’innanzi al cedere alle sue lusinghe e offerte o accettare la morte scelse la seconda più onorevole possibilità. Sempre secondo tale leggenda, ella riuscì poi a fuggire grazie all’aiuto offerto proprio dal cavaliere ardito che l’aveva catturata. E lui stesso, dopo averla riportata in Savoia, rivelò d’essere Alfonso I Re del Portogallo e chiese la sua mano al fratello di lei Umberto III. Fin qui il mito che, tuttavia, va spogliato della celebrazione apologetica postuma. Vi è di vero, parrebbe, che ella avesse caldeggiato con il fratello l’idea di una unione federale delle città italiche ma decisamente improbabile il resto della vicenda poiché i fatti storici della Lega Lombarda si svolsero diversi anni dopo la morte di Matilde.
Tuttavia reale fu, in ogni senso, il matrimonio avvenuto nel 1146 con il già citato Alfonso I fondatore della monarchia portoghese. Unione sancita a Coimbra, prima capitale del Regno del Portogallo, con un quell’uomo straordinario. Un cavaliere e soldato valoroso che aveva saputo costruire una patria libera da ogni oppressore straniero e conquistarsi valorosamente una ben meritata corona. Le sue doti guerriere sono ancora oggi, in qualche modo, ricordate dall’Ordine Reale e Militare di San Michele dell’Ala che egli fondò nel 1147 per celebrare la battaglia contro i mori vinta a Santarèm e che si riteneva fosse stata vinta anche grazie al soccorso e alla benevolenza miracolosa dell’arcangelo. Il Gran Magistero dell’Ordine è oggi del Capo della Real Casa del Portogallo, Dom Pedro Duca di Braganza e di Loulè, il Gran Cancelliere è Dom Nuno Cabral da Camara Pereira Marchese di Castel Rodrigo e Connestabile del Portogallo e l’ordine è rappresentato in Italia dal Conte Giuseppe Rizzani Delegato degli Ordini Dinastici Portoghesi per l’Italia, la Repubblica di San Marino e la Santa Sede.
Giunta in Portogallo, la sposa vide presto il suo nome mutare pronuncia secondo la fonetica della lingua portoghese per cui il suo nome da Matilde divenne presto Mahalda e infine Mafalda. Nome caro alla memoria di Casa Savoia poiché, secoli dopo, sarà quello della Principessa martire morta a Buchenwald nel 1944 prigioniera dei nazisti.
Tornando all’illustre antenata vi è da dire che la giovane prima Regina consorte del Portogallo mutò presto abitudini e divenne una moglie e madre amorevole e assai rispettata dal suo nuovo popolo dal quale si fece amare. Secondo il Conte Cibrario, ella concorse alla costruzione della Cattedrale di Oporto ove secoli dopo il Re di Sardegna Carlo Alberto, suo discendente ritiratosi in infausto esilio, ricevette la prima funzione funebre.
Al marito Alfonso I la nostra Matilde diede diversi figli grazie ai quali il Re del Portogallo ebbe assicurata la preziosa successione al trono quando, nel 1185, gli succedette il giovane Sancho I quinto figlio della coppia.
Ma seguire con precisione la vita della nostra protagonista è così difficile che lo scrivente lesse perfino di un suo ritiro in convento al momento della vedovanza, notizia improbabile dato che il marito morì molti anni dopo di lei.
Matilde, anzi Mafalda ormai, si spense, secondo le Cronache Lusitane, il 4 novembre 1157 a Coimbra e le sue spoglie trovarono riposo nel monastero della Santa Croce, ove poi furono tumulati sia il marito Alfonso I sia il figlio Sancho I. Sulle ragioni della sua morte non si hanno notizie precise ma incuriosisce e colpisce il fatto che l’anno della morte corrisponda a quello di nascita della sua ultimogenita Teresa il cui giorno preciso è però ignoto. Non si potrebbe escludere che la Regina, affaticata da molti parti precedenti, non sia sopravvissuta a quest’ultimo. Purtroppo, fino a pochi decenni fa e quindi maggiormente nel medioevo, morire in queste circostanze era, drammaticamente, cosa frequente.
A prescindere dalle leggende, dai miti, dalle molte zone d’ombra e dalle molte domande senza risposta, la figura di Matilde o Mafalda di Savoia resta ricca di fascino e forse proprio perché avvolta un poco dalle nebbie dei secoli e della storia.
Una giovane donna che dalle montagne e dai paeselli al confine tra l’odierna Francia ed il Piemonte giunse fino nel cuore del bellissimo Portogallo per esserne la prima storica regina accanto al suo primo, grande, Re.
Una testimonianza ulteriore del legame antico tra due magnifici popoli. Radici comuni e di cui essere orgogliosi.
Alessandro Mella
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