
Ilaria Tasso
“Buongiorno principessa”: questo inizialmente doveva essere il titolo del film La vita è bella uscito nelle sale italiane nel dicembre del 1997, ma con il tempo è diventata la battuta più famosa del film. Il film ha fatto vincere a Roberto Benigni il premio Oscar come miglior attore protagonista, oltre a quelli come miglior film straniero e miglior colonna sonora. Il film inizia come commedia, ma gradualmente si tinge di colori sempre più cupi, ma tenendo sempre un pizzico di ironia e comicità facendo soffrire ancora di più lo spettatore. Al fianco di Benigni troviamo Nicoletta Braschi nel ruolo della moglie Dora, ma non tutti sanno che i due attori sono marito e moglie anche nella vita reale a partire dal 1991. L’amore provato da Dora nei confronti del marito e del figlio è così forte che la spinge a seguirli per non abbandonarli e a continuare a credere nella speranza di una vita migliore. Ci sono vari tipi di bugie come quelle dette per non deludere le persone che si amano o nel caso del film bugie per non traumatizzare e togliere l’innocenza al piccolo Giosuè.
Guido, il personaggio interpretato da Benigni, vive il terrore dell’Olocausto senza mostrare al figlio Giosuè le atrocità della situazione e trasformando il tutto in un gioco, dove chi arriverà per primo a 1000 punti vincerà un carro armato vero. Il gioco creato per Giosuè è stato anche fatto con il giovane attore che lo interpretava (Giorgio Cantarini), così per non perdere la naturalezza e la genuinità del bambino che all’epoca aveva solo cinque anni. La scena in cui il soldato tedesco spiega le regole del campo è stata perlopiù improvvisata da Benigni in cui lui mentendo si fa passare per un cittadino che capisce il tedesco, ma coglie così l’occasione per spiegare al figlio le regole del “gioco inventato”.
Il film fa vari riferimenti a dettagli di film del passato come il numero sulla camicia del protagonista Guido, che è lo stesso di quello che indossava Charlie Chaplin nel film Il grande dittatore del 1940. Il riferimento alla musica trasmessa dal giradischi è una citazione dal film Le ali della libertà del 1994, in cui trasmettevano la musica dagli altoparlanti donando ai prigionieri un momento di libertà pur sempre rimanendo all’interno dell’edificio. Nella scena in cui Guido sussurra a Dora dalla platea del teatro di voltarsi, omaggia l’attore e amico Massimo Troisi che nel film Ricomincio da tre del 1981 cercava di far muovere un vaso gesticolando allo stesso modo.
Benigni di solito è ricordato per le sue commedie, ma questo è un caso particolare perché La vita è bella è un film drammatico mascherato da commedia, in cui per tutto il film la componente comica rimane e solo dopo ci si rende conto di quanto la sua visione possa essere potente e di quanto possa far riflettere. Il film dimostra che non sempre si devono mostrare scene esplicitamente crude e pregne della cattiveria degli incubi vissuti da molta gente, a volte basta solo saper comunicare in modo più “leggero”, perché se una cosa è fatta bene il messaggio lo lancia molto forte e chiaro pur non mostrando scene eccessivamente pesanti.
Benigni non piace a tutti, ma d’altronde chi è mai piaciuto a tutti? Nessuno perché è impossibile e ci sarà sempre qualcuno a cui non piacerai o andrai a genio e il film, pur essendo molto amato, ha anche avuto qualcuno che lo ha definito “falso” come Liliana Segre, che ha vissuto di persona l’incubo, ma è riuscita a sopravvivere ad Auschwitz.
La vita è bella è un film capace di far emozionare sinceramente e da metà film in poi di far venire gli occhi lucidi per le sensazioni che trasmette, ma lasciando sempre mezzo sorriso sul volto accompagnato da una lacrima.
ilaria tasso