
Riccardo Ruà
Civico20news intervista il dottor Riccardo Ruà
Uno degli argomenti che più assillano i nostri concittadini riguarda il funzionamento delle attività che vertono sulla Sanità, dalla facilità di accesso ai medici di famiglia, alla diagnostica e sino ai ricoveri ospedalieri, con le ormai proverbiali “code”.
Il livello qualitativo della Sanità Piemontese si colloca a livello europeo, con punte massime nella cura delle malattie rare, i trapianti d’organo, la cardiochirurgia e l’ortopedica ricostruttiva, tanto per citare le specialità principali.
Ci sono altri aspetti, come le attese di esami clinici e strumentali e visite specialistiche, che angustiano i cittadini e rischiano di offuscare i veri primati del nostro sistema sanitario regionale.
Da qualche settimana è stato rinnovato il consiglio del CORESA, ente regionale che partecipa al processo di programmazione sociosanitaria con funzioni di parere e consulenza nei confronti della giunta regionale e della conferenza permanente per la programmazione sociosanitaria. Abbiamo incontrato il dottor Riccardo Ruà che da parecchi anni fa parte di quel consesso.
-Dottor Ruà lei è particolarmente sensibile e introdotto per valutare il sistema sanitario dalla parte del cittadino, in quanto presidente nazionale dell’associazione nazionale “Graziani Adelina” contro la malasanità e per i diritti umani. Se dovesse indicarci qualche priorità per ridurrei tempi di attesa per visite mediche, come intenderebbe agire?
“Innanzitutto inserirei dei filtri preliminari, con il controllo sull’appropriatezza delle prescrizioni da parte dei medici di famiglia, cercando di segnalare ai vari distretti di appartenenza quelle errate, per fare sì che le prescrizioni e conseguenze prestazioni richieste siano consone per poi procedere”.
-Il servizio sanitario regionale lamentata anche la carenza dei medici specialisti
“Al riguardo opererei un tracciamento dell’attività della libera professione, con la verifica del rispetto delle percentuali stabilite e per limitare gli abusi, seguito dall’analisi sulle prestazioni ordinarie e straordinarie e sui volumi di attività. Estendendo l’attenzione alla diagnostica, prenderei in considerazione gli aspetti tecnici (funzionamento delle apparecchiature) e insisterei sull’organizzazione del lavoro delle équipes mediche e infermieristiche”
-Fatta la prima verifica, se, come pare le richieste di prestazioni risultano esorbitanti per l’organizzazione vigente, qual misure adotterebbe?
“Estenderei l’orario d’ accesso dei pazienti anche al sabato e festivi, retribuendo medici e infermieri in modo non mortificante come avviene attualmente. Agirei su riposi compensativi, incentivando orari di lavoro difficoltosi, con il contributo che proviene dal tiket pagato dal paziente. Così si potrebbe contribuire a risolvere gli intoppi organizzativi e non penalizzare il personale sanitario”
-Dottor Ruà lei ha maturato una lunga esperienza manageriale nell’organizzazione del lavoro, come giudica il funzionamento dei nostri nosocomi?
“Purtroppo, nella Sanità pubblica la burocrazia per di più condizionata dal sindacato, blocca ogni innovazione organizzativa o la mobilità del personale infermieristico, ove risulti maggiormente necessario. Oggi potrebbero anche adottarsi dispositivi organizzativi facilitati dalla tecnologia. Per comprendere come procedere e introdurre correttivi o agire sugli organici, sarebbe opportuno analizzare i flussi di ricoveri, la loro gravità, perché senza valutazioni puntuali si continuerà a sprecare denaro pubblico senza risolvere alcun problema. Il cittadino deve poter ricevere risposte rapide sulla qualità e tempistica della sua presa in carico, senza tempi morti, ma adottando quei dispositivi e misure che in altri Paesi o nella Sanità privata sono già adottati da decenni. C’è poi un argomento che ogni tanto affiora a livello teorico, ossia l’opportunità della continuità di cure a domicilio, post ricovero o in sostituzione dei ricoveri, la telemedicina e altre tematiche. Il discorso sarebbe lungo, ma tutt’altro che inutile”.
Grazie dotto Ruà ci auguriamo anche da parte dei nostri lettori che lei possa farsi ascoltare dalle orecchie che contano. Ci riferisca, quanto prima.