https://civico20-news.it/cultura-e-spettacolo/il-sogno-dellalchimista-terza-puntata/25/08/2024/
QUARTA PUNTATA
Le parole del Mago suscitarono sgomento nel povero Eliot. Al giovane vennero in mente tutte le leggende legate alle possessioni diaboliche di cui si parlava in continuazione. Pensò alle persone che di colpo sembrarono impazzire senza motivo. Si ricordò della Elisa, una giovane donna di Piacenza che una mattina si presentò davanti al cantiere del Duomo chiedendo di vedere le nostre sculture, o meglio i bozzetti delle metope che avrebbero dovuto inserire nei capitelli: la donna si gettò sopra una di queste mimando un rapporto sessuale. La poveretta in preda ad una esaltazione furibonda si strofinò contro il viso di pietra del demone fino a ferirsi e a sanguinare copiosamente.
Eliot era terrorizzato dall’idea che simili fatti potessero accadere a chiunque e in qualunque momento, troppi racconti sembravano confermarlo. Non eravamo che a pochi anni dall’inizio di quel periodo infausto che vide la nascita, durante il Concilio di Verona del 1184 presieduto da Papa Lucio III, del Tribunale della Santa Inquisizione.
Il Mago, o meglio il Matto come lo chiamavano tutti, giocava coi morti, almeno questo era quello che si diceva in giro.
Tutti sapevano che rubava i cadaveri nei cimiteri per portarseli a casa nel suo laboratorio, cosa ne facesse dopo nessuno poteva immaginarlo e soprattutto nessuno voleva conoscere la verità.
Intorno all’anno mille l’idea del male era diventata parte integrante del tessuto sociale. Solamente la Chiesa era autorizzata, da se stessa, a combatterlo con tutte le forze a sua disposizione, spesso strumentalizzando le proprie azioni per fini tutt’altro che santi.
Il male incombeva ovunque, il sesso era il peccato più grave, la strada che poteva portare verso le manifestazioni demoniache, la donna il necessario Capro Espiatorio. Eva era stata condannata per il suo infame peccato, il povero Adamo la sua vittima. Quindi pochi si stupivano se ci fosse un così grande accanimento verso il genere femminile, quasi nessuno ne prendeva le difese.
Eliot aveva assistito a quella scena orrenda, il corpo della donna usato come se fosse quello di un animale, aveva sussultato sotto il dolore inferto dal Mago. Ora quest’ultimo asseriva che in realtà il corpo fosse di una morta, che quella disgraziata fosse tornata in vita solo per soddisfare le necessità di una qualche creatura degli inferi… la cosa non lo poteva sicuramente tranquillizzare.
– La verità a volte spaventa proprio perché è vera, le fantasie sono sempre edulcorate ed è possibile credere o non credere, la verità no! E’ lì ferma di fronte a noi e ci obbliga a vedere anche ciò che non vorremmo. La gente, la gente… che parola insulsa e stupida per definire la massa di beoti, ignavi che parla, respira, mangia beve e caca e per far dispetto alle poche persone intelligenti si riproduce pure! … Già la gente asserisce, afferma, deduce e conclude con qualche giudizio, argomentando su temi che non conosce neppure vagamente. La gente sentenzia e giudica, condanna e se potesse ucciderebbe pure senza sapere mai nulla, fidandosi solo di una becera intelligenza animale.
Il Mago viveva da molti anni isolato e fuori da ogni contesto civile. Alla periferia del Marchesato di Ceva, centro politico del Marchesato Aleramico, possedeva una vecchia fortificazione le cui fondamenta poggiavano su antiche mura romane. Aveva ereditato la costruzione in pietra dai suoi antenati, che da quattro generazioni abitavano quelle zone ricche di pascoli e coltivazioni.
Guglielmo Rebaudengo era il vero nome del Mago.
Originari del Monregalese i suoi antenati si erano insediati presso Ceva nel XI secolo. Dopo alterne vicende dovute a poco felici scelte politiche la famiglia era caduta in disgrazia, avevano perso i fondi siti nella Langa cebana ed alcuni edifici furono sequestrati o abbattuti da Anselmo, figlio di Bonifacio del Vasto, che volle punirli per un presunto tradimento che non venne mai accertato definitivamente.
Guglielmo si trovò a sopravvivere da solo nella casa di famiglia, in compagnia di una vecchia cuoca che accettò di restargli accanto senza pretendere alcuno stipendio. Il giovane Guglielmo intraprese fin da ragazzo studi sistematici di Magia Cerimoniale. Educato da un vecchio notabile del luogo che possedeva una rara collezione di antichi documenti, si appassionò alla lettura di quelle pergamene che cercava di decifrare con l’ausilio del suo precettore.
I fogli ingialliti sembravano riservare segreti nascosti tra gli infiniti segni geometrici e i miteriosi caratteri rubati a qualche alfabeto sconosciuto. Il vecchio notabile conosceva il metodo per decifrare quei parenti dei più antichi geroglifici e con grande perizia, negli anni, scoprì i primi rudimenti di quella che divenne secoli dopo l’autentica Arte evocativa.
Eliot rimase immobile ed in silenzio per un lungo tempo, mentre il Mago continuava a sfogliare un vecchio volume infarcito di manoscritti ingialliti dal tempo.
– Se tu sapessi cosa si può nascondere nei segni e nei simboli ti stupiresti più di quanto ti sia stupito oggi a vedere ciò che hai visto! Possibile che tu sia così poco intelligente da non riuscire neppure ad intuire qualcosa di vero in tutto quello che è successo oggi? Sembri un rimbambito, uno di quelli che vivono la fuori elemosinando qualsiasi cosa comi i cani del mio castello.
– Non credo di essere uno stupido, credo solo di aver visto cose che non appartengono al mondo conosciuto, come se di colpo i visi delle mie sculture prendessero vita e iniziassero a parlare tra loro…
– Beh forse non sarebbe impossibile neppure questo, ora vai a dormire, prima se vuoi c’è della minestra nel tegame vicino al fuoco, forse ne avrai bisogno!
La mattina si presentò con un vestito di Sole. All’esterno l’aria era fredda e secca, mentre l’atmosfera della stanza non sembrava rispecchiare la limpidezza del cielo. Eliot aveva cercato di dormire sopra un materasso di foglie secche che scricchiolava ad ogni respiro. Piccoli frammenti legnosi uscivano dalla tela piena di buchi e si infilavano tra i suoi abiti, rendendo il sonno ancora meno confortevole.
Guglielmo, già in piedi da un paio d’ore stava armeggiando con alcuni fogli di pergamena, sui quali erano riportate antiche formule rituali.
Si rivolse ad Eliot con un sorriso appena abbozzato:
– E così ti sei svegliato, ho temuto per la tua vita… avessi visto che colore avevi ieri sera…
– Non trovo che sia così comune vedere quello che ho visto, io.
– Sai non farla tanto lunga, non abbiamo ucciso proprio nessuno, solo la gentina del luogo parla di me come di un pazzo criminale, lo sai che mi chiamano il Matto, vero? E sai quanto me ne frega a me?, Lo sai vero?, Bene non me ne frega proprio una belina di niente! Ho solo trovato il modo per donare un corpo a chi non l’ha mai avuto senza toglierlo a nessun vivente. Come possono accusarmi per questo? Cosa credono che sia stato facile comunicare coi morti per ricevere tutte le formule e gli scongiuri più adatti?
Ora, visto che continui a guardarmi come un vero pazzo, ti mostro una cosetta divertente…
Eliot si alzò facendo segno di aspettare: uscì per andare velocemente alla ricerca di un luogo appartato, quindi tornò con una tazza d’acqua tra le mani, bevendo lentamente poi si sedette sul materasso in attesa di vedere quella “cosetta divertente”…
Il Mago accese le tre candele poste sul tavolo disposte a triangolo equilatero, nel mezzo appoggiò una ciotola d’argilla piena di una sorta di sabbia rossa, quindi tolse da una gabbietta un grosso topo grigio tenendolo per la coda e con l’altra mano gli incise una vena del collo. La bestiola si dimenò senza troppa convinzione, tendendo le quattro zampe per alcuni secondi, poi spirò. Il sangue sgocciolando sulla sabbia la inzuppò creando un piccolo cratere al centro. Gettò il topo in una specie di contenitore di legno, evidentemente destinato ad accoglire l’immondizia, andando a cercare delle pietre bianche e della polvere gialla, già finemente macinata. Mise le pietre in un vaso di marmo, le frantumò con un pestello di metallo fino a ridurre anche quelle in una finissima polvere.
– Tu non ha capito niente vero? Bene dopo aver messo il sangue di quel topo marcio sulla polvere di argilla, ho pestato il marmo puro che ora mescolerò con lo zolfo.
Quello che sto per fare è veramente straordinario, se non sarai così vile da scappare come un coniglio nascondendoti in qualche buco… vedrai cose mirabili…
Il Mago lavorò con grande cura il composto che ora stava assumendo una colorazione arancione chiaro, quindi vi aggiunse della polvere di carbone e posò il tutto sopra il tavolo in mezzo a tre candele accese.
In piedi, di fronte ad Eliot, tenendo in mano una pergamena, il Mago pronunciò alcuni strani suoni che sembravano appartenere e tutte le lingue e a nessuna, poi prese un cero più grande, lo accese, e fece colare un poco di cera sulla ciotola. Il calore della cera fece reagire quella strana poltiglia minerale, creando dei piccoli grumi tondeggianti che si rappresero rapidamente.
Eliot era rapito da quella reazione, si avvicinò cautamente al tavolo, e vide sprigionarsi dalla ciotola un denso fumo che puzzava di zolfo. Al centro sembrava bollire qualche liquido fangoso, denso e scuro che formava delle bolle spesse e lucide che si rompevano facendo schizzare il materiale bollente tutto intorno.
Il mago continuò a declamare una incomprensibile litania fino a quando, dall’ angolo buio dove si trovava la creatura dal corpo di donna, si udì una sorta di grido agghiacciante: un urlo stridulo di sofferenza e di dolore.
Una nube luminosa dai colori lividi e sporchi si materializzò in prossimità del corpo di quella creatura. Senza assumere alcuna forma precisa si spostò con movimento ameboide verso il centro della stanza dove si trovava il tavolo dell’esperimento. La nube ora appariva molto più sottile e rarefatta; pur mantenendo sempre il contatto con il corpo della donna emetteva propaggini a forma di dita dirette verso la ciotola.
Il materiale presente nella tazza venne risucchiato lentamente dalla nube, concentrandosi fino a formare una sorta di scultura aerea molto densa. La forma si era alimentata, ora i suoi colori erano più vivi e delineati, il Mago la osservava dal basso spostando continuamente le mani come per dirigerne i movimenti.
– Ora sei stupefatto? Sai cosa sta succedendo? O credi che siano tutte fantasie? Il tuo silenzio è molto esplicito, ora ti spiego io: La forma larvale che ha preso vita abitando e rivitalizzando il cadavere della donna ora sta mutando il proprio corpo eterico: nutrendosi dei minerali che si trovano nel composto sta facendo un primo salto evolutivo, a cui dovrebbero seguirne altri due, il primo con l’apporto di vegetali, quindi di animali. Ne seguirà una quarta… ma ne parleremo in seguito… Infatti essendo una forma che proviene dalla Dimensione che intendo frequentare quanto prima, ho dovuto procurarle il cadavere ancora caldo di quella poveretta morta di parto per iniziare tutto il processo, ora potrà anche vivere senza quella forma umana che tanto ti ha scandalizzato. Per dartene una prova certa domani farai un bel buco in giardino e vi seppellirai la donna, che oramai non ci serve più nemmeno da morta.
Poi mi procurerai molte foglie particolari e prepareremo un delizioso intruglio per la nostra nuvoletta.
– Ma la vita è passata alla nuvola ora?
– Ma di quale vita stai parlando? Non hai ancora capito che qui siamo oltre, oltre la vita, oltre la morte, oltre il bene e il male, oltre quello che credi di sapere e che non puoi neppure immaginare che esista…. Siamo dove nessuno è mai stato e dove molto presto andremo, se dimostrerai di esserne all’altezza.
Con una gestualità perfetta il Mago invitò garbatamente la nuvola a condensarsi nella ciotola, sembrava che la stesse massaggiando, che fosse in grado di accarezzare quella massa amorfa che avrebbe potuto assumere qualsiasi forma e qualsiasi colore. Con rapidità posò sulla ciotola un disco di vetro sul quale aveva cosparso resina di pino, e premendolo sul bordo vi sigillò la Nuvola all’interno.
Eliot non volle verbalizzare nulla ma osservando quella strana massa cambiare continuamente struttura e gradazione cromatica fu sedotto dall’idea che si trattasse di una nota figura mitologica descritta da Omero nell’Odissea. Il mago la costrinse ad entrare completamente nella ciotola, vi pose un coperchio che legò con una corda e coprì il tutto con un telo di cotone scuro.
– Forse inizi a comprendere? Vedo i tuoi occhietti vispi brillare di nuova luce, vuoi dirmi quello che diavolo pensi o ti devo torturare per strapparti qualche parola prima di stritolarti la lingua?
– Credo che si tratti di un essere demoniaco, una creatura delle tenebre ma perché lo state nutrendo e curando?
– Cosa vuoi sapere tu di demoni e fantasmi… proprio come tutti quegli imbecilli che stanno la fuori! Ed io che mi ero quasi illuso…
– Ma se non è un demone perché deve vivere grazie a un corpo umano e alimentarsi con delle pietre tritate?
– Perché è una Creatura di un’altra Dimensione… semplice!
E’ una Creatura molto nota, un tempo adorata e venerata per le sue capacità predittive. Viveva nell’isola di Faro, vicino all’antico Egitto.
– Volete dire che si tratta di Proteo, il figlio di Teti e Oceano, di cui si parla nell’Odissea?
– Ma che bravo! Allora non sei una delle tante capre che brucano nei prati delle Langhe, hai studiato e anche bene, bravo, bravo…
– Quello che forse non sai è che i personaggi della Mitologia non sono solo di fantasia: lo sono diventati solo perché sono apparsi tanto tempo fa e poi scomparsi alla vista degli uomini… ma non scomparsi completamente. Hanno per così dire fatto un grande salto e sono entrati in una nuova Dimensione a noi preclusa, per ora, e possono ricomparire solo a determinate condizioni. Proteo, in particolare non ha mai avuto un buon carattere, e neppure io d’altronde, ma possedeva una grande e importante capacità: quella di predire il futuro facendo oracoli molto precisi e veritieri, quindi se ora sommi tutte queste informazioni… forse anche il tuo cervellino da scalpellino potrà arrivare a qualche deduzione, forse…
Lo sguardo di Eliot non esprimeva proprio una grande comprensione dei fatti esposti, piuttosto la certezza che si fosse infilato in un guaio dalle dimensioni colossali.
ho condiviso su un paio di gruppi questa saga racconto mitologica, spero di aver fatto bene. Su WhatsApp ho inviato un link interessante
Grazie Carlo… mi fa molto piacere il tuo pensiero, spero possa interessare 🤗🤗🤗