Inizia l’analisi del più famoso e discusso caso di Contattismo italiano
https://civico20-news.it/cultura/il-caso-amicizia/03/11/2024/
Come tutte le storie che si rispettino, anche quella che affronteremo in questa occasione, inizia con la scoperta di un antico documento.
Un passo indietro.
Stefano Breccia, autore di “Contattismi di massa” – Nexus 2007”, spiega al Lettore che la seconda parte del suo volume, ovvero quella dedicata espressamente alla narrazione del contatto con gli Amici alieni, gli fu dettata dal Bruno Sammaciccia poco prima di morire.
Bruno Sammaciccia, scrittore, intellettuale e leader indiscusso del gruppo che prese il nome di Amicizia, ricevette in dono, con altri due amici, Giulio e Giancarlo, una antica pergamena che fu redatta molti anni prima del 1956 da coloro che iniziarono a rapportarsi con le intelligenze provenienti da altri pianeti.
Sammaciccia racconta:
“…La pergamena era assai rovinata, al punto da essere pressoché illeggibile, scritta in inchiostro nero e rosso; vi si distingueva una specie di mappa, che mostrava la Rocca Pia, il castello che sovrasta Ascoli Piceno…”
Giunti a Pescara, a casa di Sammaciccia, i tre amici appoggiarono la pergamena sul tavolo e osservarono un fatto incredibile:
“All’improvviso una mia penna che si trovava dentro un recipiente, si sollevò nell’aria, e ricadde sopra la pergamena; di colpo tememmo che potesse aver lasciato una macchia sulla mappa, ma verificammo che così non era stato…”
Il racconto di Bruno prosegue chiarendo che i tre amici, non digiuni di esperienze paranormali, compresero che la penna avrebbe dovuto servire per scrivere un qualche messaggio.
Prepararono un foglio di carta, lo sovrapposero ad un cartoncino e vi appoggiarono sopra la stilografica.
La penna, trattenuta appena dalle dita di Bruno iniziò a scrivere da sola in italiano, latino, greco e in molte altre lingue…:
“Adesso vi spiegherò chi sono, da dove vengo, e che cosa voglio chiedervi; sono qui per portarvi il dono della bontà e della conoscenza.”
I tre compresero che avrebbero dovuto recarsi in quel castello e la domenica seguente partirono in auto da Pescara e dopo tre ore di viaggio raggiunsero la meta.
Raggiunto il castello lo ispezionarono, percorrendo tutto il suo perimetro. Cercarono “qualcosa” per alcune ore, ma non successe nulla, poi delusi rientrarono in città.
Seguirono alcuni giorni particolarmente intensi, durante i quali i tre amici si confrontarono più volte sulla necessità di proseguire le ricerche o abbandonare tutto.
Prevalse la curiosità, o forse quella sottile sensazione che ci fosse qualcosa di reale sotto la coltre degli improbabili misteri che avevano caratterizzato l’intera storia.
In ogni caso il misterioso ritrovamento della antica pergamena e i movimenti autonomi della penna sul foglio, erano altrettanti fenomeni tanto inspiegabili quando inoppugnabili.
Alcuni giorni dopo, pergamena alla mano, ripartirono alla volta di Ascoli Piceno, dirigendosi nuovamente verso il castello.
Dopo aver osservato alcuni segnali luminosi ricevettero un messaggio vocale che li avvisava dell’ imminente comparsa di alcuni “Esseri”. Poco dopo un uomo alto più di due metri e un altro individuo più basso che non arrivava al metro d’altezza, fecero la loro comparsa da un lato del muro del castello. Si scambiarono dei saluti molto “terrestri”…
Il contatto era avvenuto, il primo di una serie di incontri che abbracciarono il periodo dal 1956 al 1978.
Riprendendo il racconto che Sammaciccia dettò a Stefano Breccia emersero alcune informazioni piuttosto singolari: “…Dissero che la loro era una missione assai importante, che erano già molti anni che essi stavano qui, che erano stati sul nostro pianeta altre tre volte in precedenza, che quattro secoli addietro erano stati nell’America centrale, in quanto in quella zona c’erano delle basi occupate da altra gente, che loro aiutarono a mandare via; ci dissero che, sconosciuta a tutti noi, c’era una guerra in corso… ”
A titolo d’informazione il Gruppo Amicizia decise di chiamare gli Acrij, gli extraterrestri con i quali vennero in contatto, VV56. Il cui significato è viva il 1956. Da notare la doppia lettera V, differente dal W. I loro nemici vennero chiamati CTR, contrazione del termine ConTRari, in quanto malvagi oppositori dei VV56.
Di questa guerra parleremo in un prossimo articolo, in quell’occasione scopriremo che alcuni effetti fisici di questi scontri, avvenuti nelle profondità dell’Adriatico, scrissero i giornali dell’epoca…
Il primo dialogo proseguì per oltre un’ora.
Sammaciccia morì nel 2003 il libro che dettò a Breccia, “Contattismi di Massa” venne pubblicato nel 2007, i rapporti con gli Extraterrestri interessarono gli anni compresi tra il 1956 e il 1978.
Se Bruno Sammaciccia, poco prima di morire, sentì il dovere di trasmettere la propria testimonianza ai posteri, spiegando nei dettagli quanto aveva vissuto con quel gruppo di venti persone, forse significa qualcosa.
La narrazione che sta prendendo forma, per quanto possa sembrare incredibile, fu tenuta nascosta per tutto il periodo dei contatti; le testimonianze che conserviamo registrate soprattutto su YouTube, appaiono credibili e genuine, soprattutto quelle che coinvolgono Gaspare De Lama e sua Moglie, il testimone che morì il 1° febbraio 2024 all’età di 102 anni.
Seguirà un prossimo approfondimento.
interessante, fa parte di quei casi suscitano attenzione, sono andato ad approfondire, su Wikipedia se ne parla, ma non solo, anche se si tende sempre a sminuire questo tipo di argomenti.
Ritengo che varrebbe seriamente la pena di approfondire un caso tanto discusso.