
Di Alessandro Mella
Il Canavese ha qualcosa di speciale poiché s’estende tra monti e pianure nascondendo, talvolta, piccoli spazi di raro fascino. Paesaggi collinari che guardano dall’alto la piana nascondendo gioielli tra boschi, selve e piccoli borghi.
Tra questi vi è l’antica parrocchiale, la Chiesa del Carmine, di Prascorsano che ancora oggi rivela un poco l’origine medievale. A tradire questo passato vi sono soprattutto la torre campanaria, i capitelli ed altri dettagli che ne collocano la genesi a partire dal XIII secolo.

Ma quando il borgo prese a formarsi da basso anche le strutture religiose furono rinnovate e dal XVI secolo iniziò un lento declino per la chiesa. Al punto da diventare, nel ventennio napoleonico, accasermamento per le truppe e le milizie. Solo con la Restaurazione l’edificio ritrovò, seppur limitato al servizio cimiteriale, il suo scopo originale e la sua sacralità:
Quest’ultima è un bene riconosciuto a livello nazionale per storia e per importanza culturale. La chiesa venne costruita nel dodicesimo secolo. In seguito, con la costruzione, al centro del paese, dell’attuale parrocchiale verso la metà del 1500, l’antico edificio iniziò una progressiva decadenza; nel periodo napoleonico venne usato anche per ospitare le truppe francesi. Fu poi riconsacrata e dedicata alla Madonna del Carmine. Da questo momento in poi svolse solo la funzione cimiteriale. All’interno, nell’abside, nel presbiterio e nella navatella sinistra sono conservate preziose pitture murali risalenti al XV e XVI secolo. (1)

Richiama lo sguardo, soprattutto, l’antico campanile con le sue pietre a vista che riportano allo stile romanico che nel Canavese ha lasciato numerose reminiscenze come quelle di Ciriè e San Carlo Canavese. E simile parallelismo si potrebbe tracciare anche relativamente ai dipinti murali del XV e XVI secolo conservati all’interno. (2)
Tra loro i resti di una natività danneggiata al tempo in cui fu creata una nicchia. Vi sono poi le figure dei sei apostoli e si riconoscono le immagini dei santi Bartolomeo, Giacomo Minore, Paolo, Giovanni, Giacomo Maggiore e Matteo. Sulla parete sinistra del presbiterio, invece, san Giovanni Battista e due santi la cui identità non è stata accertata. Altri affreschi nella navata sinistra mostrano un presepio del 1522 e le effigi di santa Lucia, sant’Anna, san Rocco, santa Caterina e san Sebastiano nonché una Madonna della Misericordia del 1524. (3)

Attorno a questa antica chiesa sorse anche una curiosa leggenda. Si disse che una chiave ivi conservata fosse capace di miracoli contro l’idrofobia. Se un individuo veniva morso da un cane con la rabbia pareva fosse sufficiente far arroventare tale chiave sulle braci e porla sulla cicatrice lasciata dal morso per ottenere una guarigione immediata. (4)

Il complesso, in ogni caso, per le sue ricchezze artistiche e le antiche origini è da tempo immemore opera nota e ritenuta di grande valore monumentale:
GLI EDIFIZI MONUMENTALI in provincia di Torino
Prascorsano — Chiesa di N. S. del Carmine (secolo XII-XV), ora del cimitero (affreschi, sec. XV). (5)
Ed ancora oggi, nel terzo millennio, essa sorge sulla sua altura conservando tra le sue mura secolari i piccoli tesori che la storia ha voluto affidarle.
Alessandro Mella
NOTE
1) La Voce, 6, Anno XVI, 8 agosto 2022, p. 37.
2) Molte informazioni sono ricavate dal pannello esplicativo collocato in prossimità del complesso.
3) L’iconografia delle antiche cappelle e chiese del Canavese, Francesco Mosetto, Gruppo Editoriale Tab, Roma, 2022, p. 50.
4) Usi credenze e pregiudizi del Canavese, Gaetano Di Giovanni, Libreria Internazionale L. Pedone Lauriel di Carlo Clausen, Palermo, 1889, p. 78.
5) Gazzetta del Popolo, 336, Anno LV, 4 dicembre 1902, p. 6.
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