Morto il 2 dicembre 1942 nell’affondamento del Piroscafo Aventino
Cornelio Gervasio nasce a Torino il 7 marzo 1919, figlio di Luigi Gervasio e di Stefanina Baroetto, commercianti, in una città che si sta faticosamente riprendendo dalla Grande Guerra.
Si verificano le prime agitazioni che sfoceranno nei moti del periodo definito “il biennio rosso”; dal 1914 al 1922 Antonio Gramsci vive a Torino, nell’edificio al n.15 di piazza Carlo Emanuele II – nota ai torinesi come “piazza Carlina”; movimento sindacale e scioperi agitano la città, che diventerà una fucina di pensiero progressista e rivoluzionario.
Cornelio deve aver “sentito” quei fermenti intellettuali e sociali: è il primo membro della famiglia a frequentare le scuole superiori e poi ad iscriversi all’Università.
Trascorre l’infanzia in via Duchessa Jolanda 16. Nelle memorie dei familiari questo indirizzo è associato ad una bottiglieria con ristorazione che Luigi e Stefanina gestiscono, dove si somministrano anche pasti agli avventori.
Cornelio frequenta la scuola elementare Vittorio Alfieri (l’attuale Istituto Comprensivo Rita Levi Montalcini), il suo maestro è il Cavalier Luigi Borna.
Al termine della scuola superiore, il Boselli di via Montecuccoli, inizia la Facoltà di Economia e Commercio, che riuscirà a frequentare soltanto fino al terzo anno, prima della deflagrazione della guerra. Nel frattempo, la famiglia si è trasferita in via Madama Cristina 104, dove inizia a gestire un’altra attività commerciale al minuto.
Cornelio è intestatario della tessera n. 1539050 rilasciata dall’Opera Nazionale Dopolavoro, con la qualifica di “fattorino”, ma non sappiamo chi sia il suo datore di lavoro. La sua esistenza in borghese è una geografia deamicisiana della Torino a cavallo fra le due guerre mondiali, una città divisa tra fabbriche e piccole attività, all’insegna dell’operosità subalpina.
Si arruola, quindi, volontario, il 5 luglio 1940 (S.A.V. D. di Complemento Fanteria); prima è ad Arezzo, nella VI Compagnia Allievi Ufficiali, poi entra prende servizio nella I Compagnia del I Battaglione Guastatori.
Il destino non gli sarà amico: Cornelio Gervasio viene dichiarato disperso dopo l’affondamento della Regia Nave Aventino, nello scontro avvenuto nel Canale di Sicilia il 2 dicembre 1942, quando affondano il cacciatorpediniere Folgore (124 morti), le motonavi Aventino, Aspromonte, Puccini (1.527 morti complessivi) e risultano danneggiati il cacciatorpediniere Da Recco (118 morti) e la torpediniera Procione (3 morti).
Per un dettaglio specifico della vicenda, cfr: https://issuu.com/rivista.militare1/docs/la_distruzione_del_convoglio_aventino_e/s/25737599
In merito, si può leggere la analoga vicenda del Guastatore sardo Luigino Lai: https://www.facebook.com/photo.php?fbid=1709077885936809&id=135786529932627&set=a.142074102637203
Il corpo di Cornelio viene ritrovato da un pescatore a Ginostra (sull’isola di Lipari), in contrada Lazzaro, il 23 febbraio 1943, quindi sepolto nella tomba 19 del locale Campo dei Poveri.
E qui iniziano i misteri più significativi, a oltre due mesi dalla sua scomparsa in mare.
Il “verbale di rinvenimento di un cadavere che si deduce appartenere al s. tenente guastatore GERVASI Elio” (il periodo trascorso in acqua potrebbe aver cancellato alcune lettere del nome e del cognome? Gervasi Elio e Gervasio Cornelio sono la stessa persona? N.d.A.), stilato dai Regi Carabinieri di Stromboli, dichiara che:
“Sul cadavere sono stati rinvenuti i seguenti oggetti e documenti:
1 – Un porta chiavi con otto chiavi piccole di vario formato;
2 – Due acuminati coltelli a serramanico;
3 – Un’agenda dell’anno 1942 con degli appunti (il verbale non permette di capire in quali condizioni si trovi l’agenda dopo la permanenza in mare, N.d.A.);
4 – Una lettera scritta in data 10-11-1942, diretta da tale Tina D’Amore, abitante Via Roma, 55, Napoli, al sottotenente Elio Gervasi – Battaglione Guastatori Posta Militare 80 (La Posta Militare 80 corrisponde alla Divisione Superga, unità legata alla città di Torino. Nel 1942 era attestata in Campania, in attesa di partire per l’Africa Settentrionale; come mai si legge con esattezza mittente e indirizzo su questa lettera? N.d.A.)
5 – Un taccuino con degli appunti (rinvenuto in quali condizioni? N.d.A.)
6 – Alcuni frammenti di carta sdrucita”.
In ultimo, il foglio matricolare rilasciato dall’Archivio di Stato di Torino, si ferma al 15 luglio 1940, per la matricola 19534. Per quale altro mistero non vi risultano i periodi successivi?
Proviamo, quindi, a riassumere le incongruenze: frammenti e carta sdrucita; due volte il nome di Elio Gervasi (corrotto dalla permanenza in acqua? o si può davvero pensare ad uno scambio di persona dopo l’affondamento?); l’agenda con gli appunti non è mai tornata in possesso dei familiari, e nemmeno gli altri oggetti verbalizzati. Sono andati smarriti nel “mare magnum” di una guerra globale o giacciono ancora in qualche archivio, dimenticati e sepolti?; chi era “tale Tina D’Amore”? una madrina di guerra che scriveva al Sottotenente lontano da casa o un amore mai rivelato?
Ho iniziato a scrivere questa storia dopo una infruttuosa ricerca all’Archivio di Stato di Torino. A nome di Cornelio Gervasio risulta un fascicolo, consultabile; preso l’appuntamento previsto, mi presento in via Piave “armato” di carta e penna e tablet e.… nel suo carteggio vi sono i documenti di un altro militare, scambiati per un errore di archiviazione (e la pratica del secondo militare non esiste!).
Adesso i resti mortali di Cornelio riposano nel Campo Militare del Cimitero Generale di Torino, insieme a tanti altri giovani che hanno perduto la vita su campi di battaglia, dove sono stati portati a guerra conclusa. Fino a qualche anno fa, sulla tomba del Guastatore Cornelio Gervasio, i discendenti hanno trovato una rosa rossa, puntuale ad ogni anniversario di Ognissanti, regalata da una mano che è sempre rimasta ignota. Poteva trattarsi di “tale Tina D’Amore”?
I dati, le notizie e le fotografie sono stati gentilmente concessi dagli eredi diretti, che ancora portano il suo cognome.
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