Andrea Cionci non ha dubbi. Se si disconosce l’autorità dei Papi legittimamente eletti dopo il Concilio Vaticano II si è eretici e scismatici.
Tra le bizzarre cose che avvengono nel mondo delle sottane che si aggirano nella Città del Vaticano ci sono le astruse dichiarazioni di Monsignor Carlo Maria Viganò, scomunicato per scisma da Jorge Mario Bergoglio, l’uomo vestito di bianco che dice di essere il Papa.
Viganò, che aveva allettato molti cittadini del mondo per le sue posizioni No-Vax, si è ormai reso antipatico ed insopportabile ai più.
L’ultima trovata è stata quella di rilasciare un’intervista alla giornalista Franca Giansoldati, vaticanista de “Il Messaggero”, nella quale l’anziano arcivescovo ha detto: “Non voglio fare la fine del cardinale Pell” alludendo ad un presunto pericolo per la sua vita terrena.
Già solo per questa dichiarazione verrebbe voglia di smettere di leggere l’intervista dal momento che Monsignor Viganò, con queste parole, dimostra di non tenere in considerazione ciò che ha detto Gesù a quanti si proponevano di seguirlo: “Chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà” (Matteo 16:25).
Un Ministro di Dio che ha paura per la propria incolumità non ha chiara la gloria che spetta ai martiri e, dunque, non può essere un pastore indomito che si immola per il gregge.
Sempre la Sacra Scrittura ci ricorda che il pastore sfida il leone selvatico, rischiando la sua vita, per salvare il popolo santo di Dio. Nell’Antico Testamento leggiamo infatti: “Così dice il Signore: ‘Come il pastore strappa dalla bocca del leone due zampe o il lobo d’un orecchio, così scamperanno i figli d’Israele che siedono a Samaria nell’angolo di un letto, sulla sponda di un divano’” (Amos 3:12).
Evidentemente questi passi della Bibbia sono sconosciuti anche alla giornalista Giansoldati che, in un panegirico sul suo intervistato, dice: “Non si è sottratto alle domande e sembra aver raccolto la storica eredità di Lefebvre nel difendere, dice lui, i ‘fondamenti della fede, quindi l’unicità della Chiesa come strumento di salvezza, di conversione per restaurare la regalità sociale di Cristo’”.
Opinioni, per carità, ma tra Monsignor Marcel Lefebvre e Monsignor Carlo Maria Viganò vi è un abisso.
Monsignor Lefebvre sfidò il Vaticano su temi concreti – discutibili, per carità – ma concreti. Monsignor Viganò fa riferimento a dei non ben provabili complotti come quello sulla morte di Monsignor Pietro Sambi.
Parlando con Franca Giansoldati, l’anziano presule ha detto: “Non voglio fare la fine del cardinale Pell, né del mio predecessore a Washington, il nunzio Pietro Sambi. Anche lui fronteggiò strenuamente l’allora cardinale McCarrick. Sambi morì in circostanze mai chiarite, dopo un banale intervento. Il certificato di morte rilasciato alla Nunziatura non spiegava le cause del decesso di Sambi al quale non venne mai effettuata un’autopsia”.
Dopo queste parole moltissimi nostri lettori ci hanno chiesto come sia possibile che un Successore degli Apostoli possa parlare in questo modo, lanciando sassi nello stagno, senza la benché minima prova a sostegno delle sue affermazioni.
La risposta, ovviamente, non siamo noi di “Civico 20 News” a doverla dare. Non siamo nella testa di Monsignor Viganò e non sappiamo quale partita egli stia giocando.
Il sospetto che molti Cattolici hanno è che, in realtà, Monsignor Viganò faccia finta di litigare con Bergoglio di giorno per poter poi rubare indisturbato, con lui, la notte. Un po’ come facevano l’allora Nunzio Apostolico a Istanbul, Monsignor Angelo Roncalli, divenuto poi Papa Giovanni XXIII, e l’Ambasciatore tedesco Franz con Papen.
La storia spesse volte si ripete e non sarebbe strano visto che il nostro autorevole collega Andrea Cionci, autore del “Codice Ratzinger”, parlando di Monsignor Viganò ha recentemente dichiarato: “Pare che si sia fatto riconsacrare vescovo da Williamson, lui non ha smentito questo fatto. Viganò si è posto quindi in scisma e in eresia, perché se ti fai riconsacrare vescovo vuol dire che non riconosci l’autorità di Giovanni Paolo II, quindi evidentemente per te tutti i papi post-conciliari non sono veri papi, e dunque per il dogma dell’indefettibilità della Chiesa sei eretico”.
Tantissimi italiani speravano che Monsignor Viganò potesse essere il condottiero annunciato dalle profezie, il “grande Prelato”, in grado di guidare il “Piccolo Resto Cattolico” lontano dall’impostura anticristica insediatasi in Vaticano il 13 marzo 2013.
Con le ultime manovre poste in essere dall’ex-Nunzio Apostolico, però, si è svelato che così non può essere.
Ancora una volta a schiarirci le idee ci pensa la Scrittura che parlando a quanti seguono il Cristo dice: “Voi tutti infatti siete figli della luce e figli del giorno; noi non siamo della notte, né delle tenebre” (1 Tessalonicesi 5:5).
I figli della luce, ossia quelli che non hanno doppiezze o “scheletri nell’armadio”, devono fare attenzione a loro stessi, perché non abbiano a perdere quello che hanno conseguito, ma possano ricevere una ricompensa piena. Questo concetto non è nostro ma preso a prestito dalla 2 Lettera di Giovanni, Capitolo 1, versetto 8.
Di Monsignor Carlo Maria Viganò sentiremo ancora molto parlare e non è escluso che egli non torni nell’ovile sulfureo di Bergoglio per pascere un covo di capri, voltando le spalle all’unico e vero gregge caro a Nostro Signore.
I Cristiani sanno che non è mai troppo tardi per confidare nello Spirito Santo e pentirsi per gli errori fatti. Speriamo lo sappia anche Monsignor Viganò.
Situazione spaventosa e surreale: ma come è possibile? Il Vaticano di oggi sembra occupato da gruppi di malviventi
La mafia vaticana…don Calogero,don Pasquale,Don Alfonso,Al capone..