
La scomunica di Monsignor Viganò non stupisce quanti seguono Andrea Cionci e i suoi podcast.
Poche ore fa, la Sala Stampa della Santa Sede ha diramato un Comunicato Stampa del Dicastero per la Dottrina della Fede nel quale si parlava della scomunica latae sententiae (ex Canone 1364 § 1 CIC) a Monsignor Carlo Maria Viganò, Arcivescovo titolare di Ulpiana.
Dal Vaticano dicono che, nella giornata di ieri, “il Congresso del Dicastero per la Dottrina della Fede si è riunito per concludere il Processo penale extragiudiziale ex can. 1720 CIC a carico di S.E.R. Mons. Carlo Maria Viganò, Arcivescovo di Ulpiana, accusato del delitto riservato di scisma (cann. 751 e 1364 CIC; art. 2 SST)”.
Nei giorni scorsi la Santa Sede aveva chiesto a Mons. Viganò di preparare una memoria difensiva o di presentarsi presso il Dicastero per la Dottrina della Fede per esplicitare la sua posizione.
L’Arcivescovo, titolare di Ulpiana, ha deciso di non presentarsi e di non scrivere nulla. A giustificazione di ciò scrisse: “Considero le accuse rivolte nei miei riguardi come un motivo di onore. Credo che la formulazione stessa dei capi d’accusa confermi le tesi che ho più e più volte sostenuto nei miei interventi. Non è un caso che l’accusa nei miei confronti riguardi la messa in discussione della legittimità di Jorge Mario Bergoglio e il rifiuto del Vaticano II”.
“Civico 20 News” in questi anni ha più volte messo in discussione il presunto pontificato di Bergoglio ma mai – a differenza di Mons. Viganò – ha usato affermazioni gravi come: “il Concilio rappresenta il cancro ideologico, teologico, morale e liturgico di cui la bergogliana “chiesa sinodale” è necessaria metastasi”.
Parole forti che, pronunciate da un Vescovo, suonano poco evangeliche ma che, soprattutto, non corrispondono a verità in quanto dal Concilio Vaticano II – che non è stato dogmatico ma pastorale – sono uscite anche cose buone.
Rammentiamo che Sua Santità Benedetto XVI – fine ed arguto teologo – prese parte al Concilio in qualità di esperto di teologia, invitato dai vescovi tedeschi.
Se il Concilio Vaticano II fosse stato un “cancro ideologico”, come sostenuto da Mons. Viganò, Papa Ratzinger non avrebbe esitato, nel lungo cammino fatto ai vertici della Chiesa, ad apportarne dei correttivi.
Dal Vaticano – che comunque ha dato al Presule la possibilità di difendersi – fanno sapere che “all’esito del processo penale, S.E.R. Mons. Carlo Maria Viganò è stato riconosciuto colpevole del delitto riservato di scisma”.
La notizia non ci ha particolarmente sorpresi perché sappiamo bene che gli invisi a Bergoglio non vivono tranquilli Oltre Tevere.
Nella sua infinita “misericordia” Jorge Mario Bergoglio scomunica, sanziona, allontana ed ostracizza tutti quelli che ne contestano le parole, le opere o le bizzarre azioni.

Sul tema è intervenuto anche il giornalista Andrea Cionci, autore di “Codice Ratzinger”, che ha detto: “Monsignor Viganò mira allo scisma Lefebvriano, mira a farsi buttare fuori”. Posizione che anche noi abbiamo citato e paventato non troppo tempo fa.
Il buon dottor Cionci, peraltro, aveva anche chiarito che “le soluzioni potevano essere due: utilizzare la questione della Sede Impedita in Conclave per ricattare i falsi cardinali bergogliani in un conclave inciucio e far eleggere un uomo di loro gradimento” oppure “lo scisma Lefebvriano, farsi buttare fuori” ed oggi ci è riuscito.
Ci riserviamo di tornare sul tema dal momento che Mons. Viganò ha già annunciato di non voler cambiare modus operandi e di voler continuare a non riconoscere Bergoglio quale legittimo Pontefice.
Non capisco come Vigano continui a considerare Papa Bergoglio; ha un livore e una disistima per lui che va avanti da parecchi anni. Ho letto il suo libro “ Nell’ora della prova “ pieno di rancore, anche con ragione perché Don Rodrigo ne ha fatte di tutti i colori e coperto le porcherie di tanti prelati, ma perché non ha capito che se uno si comporta così non può avere il Munus petrinum, cioè non è papa. Andrea Cionci direbbe, e dice, che è un gate keeper che fa il gioco di Bergoglio. Boh, in Vaticano non c’è più Nostro Signore, se n’è andato da un pezzo
Non dovrebbe affrontarlo direttamente? E se sta acquistando troppo potere servirebbe un kamikaze? O forse c è la possibilità che ci sono avvisaglie che questo potere può cessare dall averlo? Solo ipotesi . Dimostrabili con indagini o azioni decise (ovviamente fanteria (truppe di terra) supportate dall artiglieria (qualche santo) o aspettando o pregando (come succedette per il ponte Morandi?)
Velle est posse Volere è potere
A ben vedere, le acque dello stagno vengono agitate principalmente dagli organi di (dis)informazione di massa, che continuano invece a tacere con ogni cura del Sodalizio Sacerdotale Mariano, che di scomuniche (e riduzioni allo stato laicale) ne ha ben più di Viganò e però senza le sparate eterodosse di quest’ultimo contro il Concilio e contro indistintamente tutti i papi conciliari e post-conciliari, sicché nella prospettiva viganesca Bergoglio non sarebbe papa allo stesso labile e discutibile titolo per il quale non lo sarebbero Giovanni XXIII, Paolo VI, Giovanni Paolo I, Giovanni Paolo II e – buon ultimo – lo stesso Benedetto XVI: a prescindere, per quest’ultimo, dalla “Declaratio”, sepolta dai media sotto i folti tappeti dell’omertà. In ultima istanza Viganò è condannato perché da lui emergerebbe la proposizione – o affinché la medesima emerga – che da Giovanni XXIII a Bergoglio sono tutti papi illegittimi, senza distinzione: ovvero, in ottica ribaltata, sono tutti papi legittimi, “Declaratio” o no di Benedetto: la quale invece è l’unico e perciò taciuto elemento che fa la reale differenza tra papi viceversa legittimi, benché talvolta manchevoli, e unico effettivo e non opinabile antipapa nonché apostata. Insomma un gran guazzabuglio forse montato ad arte con la acquiescenza se non collaborazione dello stesso Viganò, comunque rilanciato da una stampa tanto famelica quanto grossolanamente ignorante o francamente menzognera; e soprattutto guazzabuglio funzionale, benché in negativo, a ribadire la legittimità bergogliana in una sorta di hegeliana notte nella quale tutte le vacche finiscono con l’apparire nere. Possibile gatekeeping, appunto, come sospetta Andrea Cionci, mentre “papa Francesco” ringrazia ridendosela (e magari già dando esecuzione, per la parte vaticana, a quello che in ipotesi sarebbe un autentico pactum sceleris).