
La vita del Vicebrigadiere dei Carabinieri Mario Cerciello Rega, per i magistrati romani, vale una manciata d’anni.
Nell’estate del 2019, a Roma, due cittadini americani accoltellavano a morte il Vicebrigadiere dei Carabinieri, Mario Cerciello Rega.
Ad ucciderlo furono Elder Finnegan Lee, che la Corte d’Assise d’Appello di Roma ha condannato a 15 anni e 2 mesi, e Gabriel Natale Hjorth, per i quali sono stati sentenziati 11 anni.
La cosa lascia sinceramente attoniti. Si badi bene, come giornalisti abbiamo rispetto delle sentenze emesse dai Tribunali italiani ma, al contempo, sentiamo la necessità di commentarle e di esprimere le nostre perplessità.
Durante il processo di primo grado, i due cittadini americani erano stati condannati alla pena dell’ergastolo che, per chi non lo sapesse, è una “pena detentiva a carattere perpetuo inflitta a chi ha commesso un delitto particolarmente grave”.
Il 17 marzo 2022, invece, la Corte d’Assise di Appello di Roma aveva ridotto la pena ad entrambi gli assassini sentenziando che, data la loro scarsa conoscenza della lingua italiana, non avevano capito che Cerciello Rega fosse un Carabiniere.
Per i magistrati romani, dunque, la poca conoscenza dell’italiano sarebbe sufficiente a ridurre la pena e a rendere “meno grave” un efferato omicidio.
A “graziare” i due assassini statunitensi è stata la Suprema Corte di Cassazione che ha previsto un nuovo processo di secondo grado perché “non hanno potuto comprendere di avere davanti due appartenenti alle Forze dell’Ordine e che i Carabinieri Cerciello Rega e Andrea Varriale, in borghese, non hanno estratto e mostrato i loro tesserini di riconoscimento”.
Grazie alla celebrazione “bis” del processo di secondo grado, Finnegan Lee e Hjorth hanno avuto una notevole riduzione della pena.
Ci viene da pensare alla povera Rosa Maria Esilio, vedova del Vicebrigadiere Cerciello Rega, nel sentire che la vita del suo defunto marito, per la Magistratura italiana, vale pochi anni.
Da anni ci occupiamo di Forze dell’Ordine e, in particolar modo, di Carabinieri. Abbiamo spesso parlato con diversi di loro del caso Cerciello Rega e ci siamo sentiti dire che quel che questi due americani hanno fatto è ingiustificato ed ingiustificabile.
La sentenza della Corte d’Assise d’Appello di Roma, dunque, a moltissimi militari dell’Arma è sembrata quasi una legittimazione di quanti aggrediscono, vilipendono e ammazzano i Carabinieri nell’adempimento del loro dovere.
Per il poco che vale, noi di “Civico 20 News” esprimiamo massima solidarietà ai tanti Carabinieri che, ogni giorno, indossano l’uniforme e scendono in strada per difendere e tutelare le persone più deboli e fragili.
Al tempo stesso mandiamo un ideale abbraccio alla Signora Rosa Maria Esilio che, ad ogni sconto di pena concesso agli assassini del marito, riceve una coltellata nell’anima.
Torneremo senz’altro a parlare di questo grave ed efferato fatto di cronaca che, dal 2019, addolora e scandalizza il Popolo Italiano.
Per le forze dell’ordine nessuno proclama movimenti di protesta e quando si vedono le facce da bravi ragazzi dei carabinieri morti sul lavoro viene proprio da sentirsi disgustati da questa società
Imparai a scuola che in Italia l’ignoranza non discolpa. Un’altra vergogna da parte di chi applica la legge, dove la vita di un servo dello stato che ha giurato di difendere il paese viene svalutata in anni secondo la conoscenza della lingua di un assassino.
Una vergogna.