Il Maresciallo Fabio Manganaro era accusato di aver bendato uno dei due assassini del Vicebrigadiere Mario Cerciello Rega.
In questi giorni in Italia è successo un fatto dal sapore storico che, però, il mainstream dell’informazione ha fatto passare sotto traccia.
Il Maresciallo dei Carabinieri, Fabio Manganaro, che in primo grado era stato condannato a due mesi con pena sospesa per aver bendato Christian Natale Hjorth, uno degli assassini del Vicebrigadiere Mario Cerciello Rega, è stato assolto in quanto “Il fatto non costituisce reato”.
Lascia davvero perplessi il fatto che – all’epoca dei fatti – la stampa di Sinistra fece girare più e più volte le immagini del bendaggio parlando di “atto ignobile”, “tortura” e, addirittura, “possibile incidente diplomatico” con gli Stati Uniti d’America, Paese natio di Hjorth.
In quel luglio del 2019 il mainstream dell’informazione di Sinistra non si preoccupò del fatto che due cittadini statunitensi avessero ucciso il Vicebrigadiere Cerciello Rega con undici coltellate, a freddo e senza pietà.
Il problema era che – durante l’interrogatorio – il Maresciallo Manganaro avesse bendato uno dei due assassini. A termine di un assurdo processo di primo grado, poi, il giudice comminò a Manganaro una condanna di due mesi con pena sospesa.
I giudici della Corte d’Appello di Roma, in un’udienza di secondo grado, hanno ribaltato completamente la sentenza in quanto “Il fatto con costituisce reato”.
L’avvocato del Maresciallo Fabio Manganaro, Roberto De Vita – intervistato da Pasquale Notargiacomo della “TGR Lazio” – ha così commentato la sentenza: “L’assoluzione con formula piena del Maresciallo Fabio Manganaro ristabilisce quel rapporto di fiducia con la giustizia che in primo grado si era smarrito”.
“Una vicenda giudiziaria e umana”, continua il legale di Manganaro, “che ha visto – sin dall’origine – la solitudine del militare”.
Parole, queste, che devono far riflettere dal momento che il Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri non si è esposto in modo chiaro nel difendere il suo Sottufficiale a seguito dell’avviso di garanzia.
Sono sempre di più i militari, in forza presso l’Arma dei Carabinieri, che lamentano come l’Amministrazione non si curi di loro quando accadono fatti come questo.
In molti ci dicono che sono stanchi di doversi appellare continuamente agli avvocati per vedersi riconoscere le ragioni di ciò che hanno fatto durante il servizio comandato. In altri Paesi, quando accadono fatti come questo, i militari vengono difesi da avvocati messi a disposizione dalla forza armata; perché in Italia questo non avviene?
Va detto, giusto per dovere di cronaca, che nell’ultima udienza per stabilire le condanne per l’assassinio del Vicebrigadiere Mario Cerciello Rega, il Procuratore Generale ha chiesto una condanna a 23 anni per Christian Natale Hjorth.
Le nostre Forze dell’Ordine si trovano quotidianamente a fare i conti con i peggiori galeotti e rischiano personalmente la vita.
Lo Stato non può permettersi il lusso di lasciare i tutori dell’ordine da soli, ad affrontare infiniti processi giudiziari che, poi, quando li vedono assolti, passano nel silenzio generale o vengono narrati – come nel caso di cui siamo a parlare – in nove righe di testo dall’Emittente Televisiva di Stato.
Se vi fosse uno straccio di etica e di rispetto per quanti indossano una divisa, ora, si farebbero trasmissioni di approfondimento, servizi televisivi, ecc… per riabilitare la figura e l’onore del Maresciallo Fabio Manganaro che – dal luglio 2019 – è stato descritto come un “mostro” ed un “servitore infedele delle Istituzioni”.
“Civico 20 News”, ancora una volta, cammina al fianco dei Carabinieri e sottolinea come – solo grazie al loro operato – tanti cittadini si sentono difesi e protetti da una quantità di delinquenti incalcolabile.
A seconda di chi governa cambiano i criteri di giudizio della giustizia. I magistrati già sono molti di sinistra; quando essa va al governo, i giudici si sbizzarriscono ad accanirsi contro i militari, perché hanno l’appoggio incondizionato del ministero della giustizia. La legge purtroppo non è uguale per tutti; ma mandare a processo un militare che fa ciò che è “ il suo preciso dovere “ è un’ingiustizia nauseante