
Trump ha appena giurato ma sta già facendo traballare gli equilibri della Lobby LGBT.
Con il giuramento di Donald J. Trump al Campidoglio di Washington inizia un nuovo corso per gli Stati Uniti d’America.

Come ben fa notare il Presidente di “Pro Vita & Famiglia”, Antonio Brandi, “Trump, durante la campagna elettorale, ha annunciato un piano per proteggere i minori dalla transizione di genere in tutti i 50 Stati e ribaltare le politiche precedenti che promuovono la transizione di genere a qualsiasi età. Proprio pochi giorni fa, la Camera ha approvato il “Protection of Women and Girls in Sports Act”, che vieta la partecipazione di uomini biologici negli sport femminili: un segnale importante per la tutela dello sport delle donne”.
Parole di assoluta verità, confermate dal sito ufficiale di Harriet Hageman, membro del Congresso degli Stati Uniti, rappresentante per il Wyoming, nel quale si legge: “Voglio che tutte le ragazze abbiano le stesse opportunità di partecipare in sicurezza all’atletica. La guerra ideologica alla femminilità ignora completamente i fatti biologici, mettendo le nostre figlie in pericolo su campi, campi e piste. Questo non è progresso, è follia”.
La Repubblicana Harriet Hageman non ha dubbi: “L’agenda anti-donna della sinistra è uno schiaffo in faccia a ogni donna che si è allenata, sacrificata e si è distinta nel proprio sport e alle generazioni che hanno combattuto per dare loro questa opportunità. Il “Protection of Women and Girls in Sport Act” è una soluzione di buon senso per garantire equità, sicurezza e rispetto per le realtà biologiche. I repubblicani non si tireranno indietro in questa lotta per proteggere le nostre figlie e il loro futuro”.
Peccato che in Italia non vi sia un partito chiaramente schierato contro questo tipo di politiche perniciose e ideologiche tanto care al “Partito Democratico” e a “+ Europa”.
“Fratelli d’Italia” e “Lega” qualcosa hanno fatto per contrastare la Lobby LGBT nostrana ma, va detto, troppo poco. Il mondo LGBT, come abbiamo narrato solo pochi giorni fa, è riuscito ad entrare nelle scuole di Alba, in provincia di Cuneo, con la scusa di una opinabile “Educazione all’affettività”.
Le tematiche tanto care all’Ideologia Gender e all’Ideologia Woke, in Europa, imperversano senza subire battute d’arresto. A Ursula Von der Leyen piace molto la Lobby LGBT e, infatti, la sostiene con ogni mezzo e stratagemma possibile.
Forse per questo il Presidente Brandi ha sottolineato che “Anche se sul tema dell’aborto, Trump è stato più moderato rispetto all’ideologia gender e woke, ha promesso il taglio di 300 milioni di dollari di finanziamenti pubblici a “Planned Parenthood”, il colosso dell’aborto, e ventilato l’ipotesi di un’uscita degli USA dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, spesso schierata a favore dell’aborto come ‘diritto’”.
Tantissimi attivisti pro-vita italiani hanno gioito quando hanno appreso queste volontà di Donald Trump. Il ricorso all’aborto in modo semplice, e quasi noncurante, fatto da migliaia di ragazze minorenni è una piaga che in qualche modo va curata.
In Italia, per fortuna, esiste “Pro Vita & Famiglia” che, con un attivismo e una competenza senza eguali, fa pressing sui politici eletti affinché rammentino che non si possono chiedere i voti ai pro-life per poi infischiarsene quando si trovano in Commissione o in Aula.
Ai Parlamentari italiani, ai membri del Governo, ai Consiglieri Regionali, va fatto presente che “l’insediamento di Trump lascia ben sperare” anche se “attendiamo di vedere come si tradurranno nel concreto le sue intenzioni politiche”.
Per il momento stiamo in attesa del prossimo 24 gennaio quando – come fa notare Antonio Brandi – “si terrà la March for Life di Washington e sarà interessante capire cosa verrà detto dal palco della più partecipata marcia per la vita del mondo”.
Ciò che sta accadendo in questi giorni, e che accadrà nel prossimo futuro, avrà ripercussioni inevitabili sullo scacchiere politico internazionale.
Se negli USA il “Partito Repubblicano” otterrà qualche importante vittoria contro la Lobby LGBT, l’Europa non potrà far finta di nulla e, in qualche modo, dovrà allinearsi e fare la sua parte.
“Civico 20 News” sono anni che sostiene queste tesi e che solleva legittimi dubbi sull’operato dell’OMS e della tecnocrazia di Bruxelles. “Pro Vita & Famiglia” fa altrettanto, da molto più tempo.
Gli anni passano, il tempo scorre, ed inevitabilmente qualcosa andrà fatto. Non si può pensare che una società civile e democratica si sottometta ad una Lobby che, scientificamente ed eticamente, non ha alcuna base e consistenza.