
Ce lo ricorda Eugenio Bravo, Segretario Generale del SIULP di Torino
“A Chiomonte come a Torino sono stati lanciati veri e propri ordigni camuffati da petardi, con il chiaro intento di ferire gravemente i poliziotti”.
Atti criminali, insiste il Segretario, che dimostra come la Polizia sia costantemente sotto attacco con quelle che
“non sono semplici provocazioni, ma azioni deliberate che mettono a rischio la vita e l’incolumità di chi lavora per garantire la sicurezza di tutti”.
Bravo insiste puntualizzando come sia necessario chiamarli per quello che sono:
“attentati contro le forze dell’ordine. In particolare, nonostante il grande lavoro che ha delimitato l’area rossa per garantire un efficace controllo nel centro di Torino impedendo a centinaia di cittadini di origine straniera di accedere senza accrediti nella piazza Castello dove si teneva il concerto di capodanno, ciò che è accaduto nei confronti delle forze dell’ordine resta assolutamente intollerabile. La violenza da parte di questi individui che volevano a tutti costi entrare nella piazza si è manifestata attraverso petardi e bombe carta all’indirizzo delle forze dell’ordine; questi gesti delinquenziali non possono essere minimizzati né accettati in alcun modo”.
Un’altra pagina dello stesso copione che si ripete:
“Per le forze dell’ordine non c’è pace, ne’ nelle piazze cittadine durante le manifestazioni o iniziative pubbliche ne’ nelle Val di Susa a Chiomonte a difesa della TAV dove, anche nella notte di Capodanno, i poliziotti sono stati bersagliati da pericolosi petardi a cui sono stati legati chiodi con il nastro adesivo, col chiaro intento di ferire gravemente i poliziotti e bombe canta”.
Eugenio Bravo ha poi voluto puntualizzare come ormai non sia sufficiente contenere bensì occorra una risposta decisa e definitiva a chi si ostina a sfidare lo Stato e le sue leggi:
“Non c’è più spazio per l’indifferenza o per la tolleranza verso questa violenza sistematica. Basta chiacchiere, servono soluzioni immediate. Gli attacchi di violenti facinorosi – italiani o stranieri che siano – seguono uno schema consolidato: colpire le forze dell’ordine con una violenza inaudita nella speranza di mandarli al pronto soccorso. È inaccettabile”.
In effetti nel Paese che si vanta di essere uno stato di diritto si assiste invece al paradosso pericoloso del monopolio della forza da parte di chi agisce nell’impunità:
“Le denunce non bastano. I processi, se mai arrivano a termine, non portano a conseguenze tangibili: molto spesso nessun giorno di carcere, nessun risarcimento, nessun lavoro utile a riparare i danni inflitti alla società e alle stesse forze dell’ordine”.
Il Segretario insiste sottolineando come il bilancio sia sotto gli occhi di tutti:
“Distruzione, feriti, risorse pubbliche sprecate e una percezione di insicurezza crescente si manifesta di giorno in giorno. Con l’inizio di questo nuovo anno, le prospettive sono tragicamente negative. Le chiacchiere stanno a zero. I partiti politici devono smettere di litigare e prendere finalmente decisioni concrete all’unisono per tutelare le forze dell’ordine, pilastro dello stato di diritto e della democrazia”.
Bravo chiude affermando come il limite sia stato superato da molto tempo:
“Serve agire adesso, senza ulteriori ritardi o promesse vuote. Il Paese non può permettersi di abbandonare chi rischia la vita ogni giorno per difendere la sicurezza di tutti”.
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