
Intervento dei vigili urbani proprio quando l’ultimo gruppo iniziava ad esibirsi
Ci è pervenuta dalla nostra affezionata lettrice Giuliana Tofani Rossi la segnalazione di un “contrattempo”, ed usiamo un eufemismo, che ha determinato la chiusura anticipata della manifestazione dal Parroco Don Paolo.
“Ero tra il pubblico – ci ha riferito – perché sono la nonna di un ragazzo che sabato 10 maggio ha suonato con i suoi amici nel cortile di quell’oratorio. Purtroppo la gara musicale è stata interrotta prima della conclusione, per l’intervento dei vigili urbani che, pochi minuti dopo le 23,30, hanno intimato a Don Paolo, il parroco che presentava la serata, di interrompere la manifestazione, proprio quando l’ultimo gruppo iniziava ad esibirsi”.
Giuliana Tofani Rossi insiste facendo presente che l’oratorio rappresenta un’oasi di pace in mezzo al degrado del quartiere
“dove gli spacciatori la fanno da padroni. Il parroco Don Paolo, con il suo incessante impegno, consente alle famiglie con bambini anche piccoli, di avere un luogo sicuro e tranquillo dove incontrarsi e trascorrere serenamente qualche ora”.
Per poi proseguire polemicamente:
“Allora mi chiedo, come mai il Comune di Torino non fa nulla contro lo spaccio a cielo aperto ed è così fiscale con l’oratorio?”.
Rimarcando inoltre come la chiesa di Santa Giulia, sulla riva sinistra del Po ai piedi della collina torinese sia stata una zona incantevole della città:
“Vederla ridotta così, con gli edifici tutti scarabocchiati da graffiti arabeggianti, mi ha fatto venire un nodo alla gola e, ancora adesso, se ci penso, mi viene da piangere. Se si ha un minimo di amore per il proprio Paese, non si può rimanere indifferenti di fronte allo scempio, allo sfacelo, al degrado delle nostre città”.
Esprimendo inoltre la preoccupazione su una forma di degrado funzionale alle mafie che controllano il mercato della droga:
“Un mercato che fa guadagnare soldi, tanti soldi. Bisogna dire anche che a qualcuno fa comodo che una parte di giovani sia rincretinita per l’uso di sostanze stupefacenti. Mi spiace dirlo, ma a me sembra che con il sistema dell’accoglienza per tutti, sono arrivate nel nostro Paese le peggiori mafie del mondo, come se non bastassero quelle nazionali!!!”.
In Italia la mafia era stata debellata dal Prefetto Mori che fu poi nominato Senatore del Regno d’Italia. Dopo la seconda guerra mondiale la mafia è ricomparsa e sappiamo, purtroppo, che fine ha fatto il Prefetto di Palermo Carlo Alberto Dalla Chiesa, i giudici Falcone e Borsellino e tantissimi altri italiani onesti che hanno combattuto la mafia:
“Per quanto riguarda il Comune di Torino, la rinuncia al contrasto agli spacciatori, è ancora più vergognosa, in considerazione del fatto che, nel XIX secolo, in questa città, hanno operato i cosiddetti “santi sociali” che sono stati religiosi e laici piemontesi che dedicarono la loro vita all’assistenza e beneficenza dei poveri, degli orfani, degli emarginati”.
Ed a quest’ultimo proposito, la nostra lettrice ha voluto ricordare i quattro sacerdoti, che hanno operato nello stesso periodo, si frequentavano e che la Chiesa Cattolica ha dichiarato Santi:
“Il più noto è San Giovanni Bosco, il mio Santo preferito, fondatore della congregazione dei Salesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice; San Giuseppe Cafasso, anche lui nato a Castelnuovo d’Asti come Don Bosco, ha fondato la Società di San Giuseppe ed è il protettore dei carcerati perché, tra l’altro, accompagnava al patibolo i condannati a morte; San Giuseppe Benedetto Cottolengo è stato il fondatore della Piccola Casa della Divina Provvidenza;San Leonardo Murialdo è stato il fondatore della Congregazione di San Giuseppe, ha fondato una casa famiglia ed è stato direttore del collegio degli Artigianelli”.
Senza dimenticare la Venerabile Giulia Falletti di Barolo, grande benefattrice assieme al marito Venerabile Tancredi perché è stata Lei che ha donato i soldi per la costruzione della chiesa di Santa Giulia.
“Sono certa che se Don Bosco fosse tra noi non accetterebbe supinamente che gli spacciatori rovinino la vita a tante persone e non accetterebbe neppure le violenze sessuali che vengono perpetrate contro le donne in luoghi pubblici. La mafia non è un male incurabile, di mafia si può guarire”.
Una riflessione si impone e desideriamo confermare che le regole esistono e vanno rispettate, tutte e da tutti; ma alcune deroghe, concesse con benevolenza, non alterano in maniera determinante un modus vivendi che quotidianamente, in troppe parti del territorio cittadino, è penalizzato da continui soprusi in espansione esponenziale.
© 2025 CIVICO20NEWS – riproduzione riservata
Scarica in PDF