Il trapper Rhove, esattamente come molti suoi “colleghi”, ha violato le norme. Il Tribunale non gliel’ha perdonata.
In questi giorni il Tribunale di Milano ha condannato uno dei tanti trapper presenti nel milanese.
La colpa di Rhove – questo il nome del trapper – quella di aver organizzato, senza comunicare l’assembramento alla Questura di Milano, un raduno di 300 persone in bicicletta, nelle vicinanze della Stazione Centrale, al fine di realizzare il videoclip di “Laprovince #2”.
La Redazione di “TgCom24” scrive che “nel 2022 Rhove chiamò a raccolta circa 300 persone, reclutandole sui social, per girare alcune scene in bicicletta nei pressi della Stazione Centrale di Milano”.
La cosa grave è che a Rhove era stata comunicato che tale iniziativa andava preannunciata alle Forze dell’Ordine cosicché potessero mettere in atto tutti gli accorgimenti per evitare quello che in realtà è accaduto, ossia, il blocco del traffico veicolare.
Rhove, come spesso fanno i trapper, si è assolutamente “lavato le mani” del consiglio ricevuto e ha deciso di fare la sua iniziativa “artistica” senza chiedere permessi o fare le dovute comunicazioni.
Il Tribunale di Milano – in modo troppo cortese – lo ha condannato ad un mese di arresto (pena sospesa) e al pagamento di un’ammenda da 100 euro.
Una pena più “morale” che fattiva. Per chi ha il giro d’affari di un trapper 100 euro sono nulla.
Il Pubblico Ministero, Roberta Amadeo, ha aperto un fascicolo a carico di Rhove anche per un’iniziativa similare svolta a Rho.
In questo caso non c’erano biciclette ma decine di persone che si sono trovate presso il Centro Sportivo della cittadina alle porte di Milano con fumogeni.
Stavolta Rhove animava “coreografie a mezzo megafono” senza chiedere nuovamente autorizzazione alla Polizia e senza fare le dovute comunicazioni, obbligatorie quando si fanno assembramenti su aree pubbliche.
L’avvocato Daniele Barelli, difensore di Rhove, nell’aula presieduta dal giudice Paola Filippini, aveva chiesto “l’assoluzione o in subordine il proscioglimento per ‘fatto di lieve entità’”.
La dottoressa Filippini, seppur molto comprensiva, non ha accettato la richiesta ed ha comminato una pena di un mese – anziché i tre richiesti dalla PM Roberta Amadeo – per via del “positivo comportamento processuale” tenuto dal giovane trapper.
Molti nostri lettori milanesi si sentono presi in giro da questi trapper che – in buona sostanza – fanno quello che vogliono, quando vogliono, senza il benché minimo riguardo verso chi segue le regole e rispetta le norme dello Stato.
Alcuni utenti del web, invece, sono stati più duri e piccati.
Uno tra questi, tale “bob_51” ha scritto: “Pena davvero esemplare! Ha creato caos ed inquinamento e multato di soli € 100,00 quando con il filmato magari ne ha guadagnati ben oltre 1000 volte di più. Sarebbe questa la famosa GIUSTIZIA che dovrebbe incutere timore nei cittadini e far rispettare la LEGGE??”.
Un altro lettore, “Londinese”, ha scritto: “Quando finirà la moda di questi soggetti? Ma soprattutto quando smetteremo di dargli importanza?”.
Tutte opinioni legittime e condivisibili. Sarebbe il caso che il Legislatore mettesse mano al Codice Penale e inasprisse le pene per quanti – in totale noncuranza – credono di poter violare le Leggi relative alla Pubblica Sicurezza.
Ai cittadini milanesi – i più “tormentanti” da questi sedicenti “artisti” – il consiglio è quello di filmare tutto per poi recarsi all’interno delle Stazioni Carabinieri e sporgere regolari denunce/querele.
Ai cittadini milanesi ma anche a tutti gli altri darei il consiglio di piantarla di fare i pecoroni che corrono a fare scemenze perché glielo chiede un maleducato che fa i soldi sulla loro scempiaggine . Complimenti ai magistrati per le “ sanzioni “ che comminano; hanno paura di non essere abbastanza aperti? Se aprono ancora un po’ possiamo chiudere i tribunali, tanto a che servono?