Impegnativi presagi per USA & alleati anche dal sud-est asiatico. L’opinione dell’Intelligenza Artificiale
“Partendo da una premessa basata su una decennale attenzione storico-culturale che riguarda i movimenti di potere, di controllo e di ordine mondiale, in questo sunto di una situazione in rapida evoluzione, l’autore ha voluto avvalersi del punto di vista dell’Intelligenza Artificiale, attraverso una serie di domande imperniate su:
1 – quali paesi intendono aderire alla BRICS e perché;
2 – è possibile che scoppi un conflitto armato nel quadrante del sud-est asiatico e perché?
L’IA ha fornito informazioni note e altre degne di maggiore approfondimento. Le risposte sono state “sfrondate” da ripetizioni o da notizie scontate. Un esperimento interessante a disposizione dell’attenzione e dell’approfondimento da parte di ogni lettore.
La BRICS, inizialmente formata da Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica, di recente ha visto aggiungersi: Egitto, Etiopia, Iran ed Emirati Arabi Riuniti. Attualmente il nuovo blocco rappresenta il 36% del Pil mondiale e quasi il 50% della popolazione. Una quota che potrebbe presto aumentare in modo inaspettato.
Oltre alla richiesta dell’Argentina, sarebbe l’adesione della Turchia ad essere traumatica, poiché è un Paese membro della Nato, seconda potenza militare del Mediterraneo, strategica anche per posizione geografica.
È da più di 20 anni che la Turchia vorrebbe entrare nell’Unione Europea. Un’adesione ostacolata dalla differenza dei valori sociali e politici della nazione musulmana, molto disgiunti dalle democrazie. Perciò la Turchia sta guardando verso la BRICS, anche per la stagnazione dell’economia europea in seguito alla guerra in Ucraina, che ha privato il Vecchio Continente del gas russo a basso costo, penalizzando soprattutto la Germania, locomotiva industriale.
Inoltre, un forte segnale di una prossima adesione della Turchia alla BRICS proviene dal recente incontro tra il ministro degli esteri turco e Putin. Dove il ministro turco ha espresso il suo massimo interesse.
La Turchia non è l’unico paese interessato ad aderire al nuovo blocco dei paesi emergenti, sono interessate anche la Malesia, l’Indonesia e la Thailandia, seconda economia del sud-est asiatico. Paesi in posizione strategica per i traffici marittimi.
L’alleanza con questi paesi sarebbe un vantaggio per la Cina che potrebbe contare soprattutto sullo stretto di Malacca, restringimento di una “strada” marittima vitale per il traffico commerciale da e per il Mar cinese meridionale. Da un punto di vista strategico e militare è importantissimo, poiché basterebbero poche unità americane per bloccare ogni tipo di navigazione.
Oltre Malesia, Indonesia e Thailandia, anche altri paesi dell’ASEAN, sono tentati dalla Cina per unirsi in un grande blocco commerciale.
Fondata nel 1967, l’ASEAN (Associazione delle Nazioni del Sud-est Asiatico), comprende anche Vietnam, Filippine, Cambogia, Brunei, Laos, Myanmar e Singapore, ed è un’organizzazione regionale nata per promuovere la cooperazione politica, economica e culturale tra i suoi membri.
La maggioranza di questi paesi vedono nei BRICS una piattaforma per rafforzare le loro economie e migliorare la loro posizione geopolitica su scala globale. Intendono svincolarsi dal dollaro americano e dagli interessi generati dai prestiti, mentre la loro importanza geografica e militare è in rapido aumento.
È possibile che scoppi un conflitto armato nel sud-est asiatico, anche se molti fattori rendono complessa tale eventualità. Alcuni dei principali motivi e delle nazioni coinvolte potrebbero includere:
- Dispute Territoriali nel Mar Cinese Meridionale. Motivi:
– Rivendicazioni Sovrapposte. Diversi paesi, tra cui Cina, Vietnam, Filippine, Malaysia, Brunei e Taiwan, rivendicano sovranità su parti del Mar Cinese Meridionale. Queste rivendicazioni si sovrappongono spesso, causando tensioni.
– Risorse Naturali. Il Mar Cinese Meridionale è ricco di risorse naturali come petrolio, gas e risorse ittiche, che rappresentano un forte incentivo per le nazioni a mantenere o estendere il loro controllo.
Nazioni Coinvolte:
*Cina. Rivendica la maggior parte del Mar Cinese Meridionale attraverso la cosiddetta “linea dei nove tratti”; una serie di isole, secche e tratti per la navigazione a forma di U che non sono riconosciuti di sua competenza.
*Vietnam, Filippine, Malaysia, Brunei e Taiwan. Rivendicano varie parti del Mar Cinese Meridionale in contrasto con le rivendicazioni cinesi.
- Tensioni Politiche e Militari. Motivi:
*Espansione Militare. La Cina ha costruito e militarizzato isole artificiali nel Mar Cinese Meridionale, la cosiddetta “muraglia di sabbia” che sta aumentando le preoccupazioni di altre nazioni.
*Patto di Sicurezza. Alleanze e patti di sicurezza, come l’ASEAN e le relazioni con potenze esterne come gli Stati Uniti, potrebbero innescare reazioni a catena.
Nazioni Coinvolte:
*Stati Uniti. Hanno un ruolo di contenimento nei confronti della Cina e supportano alleati come le Filippine.
*Altri Membri ASEAN. Indonesia, Thailandia, Singapore e altri potrebbero essere coinvolti, direttamente o indirettamente.
- Questioni Interne e Conflitti Etnici. Motivi:
*Instabilità Interna. Alcuni paesi del sud-est asiatico, come Myanmar, sono già afflitti da conflitti interni che potrebbero estendersi o coinvolgere altre nazioni.
*Conflitti Etnici e Religiosi. La diversità etnica e religiosa può provocare tensioni interne che potrebbero sfociare in conflitti armati, coinvolgendo paesi vicini.
- Influenze Esterne. Motivi:
*Strategia Indo-Pacifico. La competizione tra potenze globali come Stati Uniti e Cina può aumentare le tensioni regionali.
*Interventi o supporti militari da parte di altre potenze esterne possono esacerbare le tensioni.
Nazioni Coinvolte:
*Stati Uniti e Cina. Come principali attori globali, le loro azioni influenzano significativamente la stabilità della regione.
*Giappone e Australia. Altri attori regionali con interessi strategici nel mantenimento della stabilità.
In sintesi, mentre esistono numerose tensioni che potrebbero portare a un conflitto armato nel sud-est asiatico, le nazioni coinvolte e i motivi variano, rendendo la situazione multifattoriale. Le dispute territoriali nel Mar Cinese Meridionale, le tensioni politiche e militari, i conflitti interni e le influenze esterne sono tutti elementi che potrebbero contribuire all’escalation di un conflitto nella regione.
Fine di un articolo “a due mani”; una reale e l’altra ancora non del tutto. Ogni commento sarà gradito, certo che lo scenario in generale non accenna all’ottimismo. Ultima notizia: sia la Cina che gli USA si preparano alla resa dei conti, quasi decisa a tavolino entro il 2027.…
Però sperare è lecito, le prossime olimpiadi sono previste a Los Angeles nel 2028. Dopo lo spettacolo di fratellanza finora espresso da quelle di Parigi, cambierà qualcosa nel cuore e nella mente di qualche leader “umanamente intelligente?”.
Post scriptum: per restare in tema, l’immagine di copertina è stata ottenuta con il programma grafico di Intelligenza Artificiale “Dream Studio”. La richiesta era: isole artificiali militarizzate e una costa sullo sfondo. Sei immagini simili a quella presente generate in sette secondi… Se penso agli anni dei miei studi…
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Scenario preoccupante è giusto occuparsene, se ne parla troppo poco
Turchia, a cavallo tra occidente ed oriente, con grandi legami economici in entrambe le aree.
Purtroppo lo scenario descritto è molto inquietante.
Difficile capire gli intrecci politici internazionali, tra paesi vecchi, nuovi ed emergenti…
Grazie per queste informazioni!
Situazione molto complessa che si evolve alla velocità della luce..io ero rimasta a 4 nazioni aderenti al BRICS .
I giochi di potere occulto che muovono questi spostamenti sono al di là della nostra comprensione, ma certo è utile seguirne i movimenti…per cui ringrazio per questi aggiornamenti!