
Gli spari nel comizio in Pennsylvania non convincono, qualcuno ipotizza qualcosa, ma cosa?
Sono trascorsi solo due giorni da quando l’attentato a Donald Trump ha fatto il giro del mondo rotondo. Una serie di immagini rimarranno infisse nella storia, ma è proprio lo svolgimento della storia stessa che, dopo il primo impatto emotivo, ha riempito le cronache di ipotesi trasversali, fino a una trama imbastita dai vertici dei globalisti ormai alla canna del gas, di fronte all’avanzare della destra patriottica in Europa, capitanata dal leader ungherese Viktor Orban, delfino di Donald, e i suoi viaggi a Mosca, quindi a Pechino.
Questi ed altri scenari, manna per i complottisti, poiché l’attentato a Donald Trump è un concentrato di tutte le più hollywoodiane sceneggiature, legate a qualche occulta cospirazione tutta da smascherare. Ma quale? Troppi vuoti nella sicurezza, segnalazioni di un killer pronto a sparare bellamente ignorate dagli agenti di scorta per oltre 10 minuti. Forse lo sapevano, forse non ci si doveva preoccupare…
C’è di che far passare uno scherzo tra commilitoni ben più di qualche altro attentato andato a buon fine o schivato per poco, da Donald Reagan a Papa Wojtyla e persino a John Fitzgerald Kennedy.
Dunque c’è spazio per un complottista in più. È attaccato alla pena di chi scrive, osservatore attento di certe cose, piccoli gesti, minuzie anomale, e fedele a una massima che di rado tradisce la verità: “alla fine chi ci guadagna?”.
Se la pallottola avesse sbrindellato il cervello del Typhoon ora staremmo scrivendo di una seconda guerra civile americana, ma non è andata così, e meno male. Ma tra le tante ipotesi, tra la fortuna del bersaglio e un complotto andato male, c’è posto per una visione alternativa che a questo punto sarebbe il massimo di ogni diavoleria ordita da mente umana?
Il giovane Thomas Matthew Crooks doveva essere un brocco veramente, sparare 5-6 colpi da 120 m con un fucile AR-15, potente arma da guerra, e mancare il bersaglio pur con campo libero, vuol dire aver sbagliato mestiere. Lo sostiene chi scrive che, ai tempi del servizio di leva, con un’arma ben più obsoleta, risalente alla II guerra mondiale, e senza nessun dispositivo ottico, a 100 m di distanza ha messo 16 colpi su 16. E ogni colpo che partiva restituiva un senso di potenza distruttiva.
Dunque, ecco lo scenario più pazzesco di un complotto nel complotto stesso. Il giovane killer non aveva paura, non gli avrebbe sparato nessuno. Lo avrebbero già fatto, c’erano agenti dappertutto. Doveva tirare qualche colpo nel mucchio e poi filare via. Era una stupida testa di legno, o forse era solo d’accordo. Gli hanno lasciato far tutto per ¼ d’ora, poi, dopo tre secondi dal primo sparo un tiratore scelto, che già lo aveva nel mirino, lo ha fatto secco.
E se il funambolico Donald fosse l’artefice del tutto? Al primo sparo che, come d’accordo con il defunto Thomas, sarebbe filato lontano, Trump non sembra che si sia girato di scatto, ma si è toccato l’orecchio e poi si è chinato. Sparito dietro il pulpito avrebbe potuto tagliarsi da solo, sporcandosi di sangue per poi saltare su come un miracolato e passare al resto dello spettacolo!
Rialzarsi è stato un vero colpo di teatro! Tranquillizzare il popolo e chiamarlo a raccolta con il pugno alzato ancor di più. “Ne resterà uno solo!” Tutto il resto sarebbe venuto da sé. I fotografi a due passi hanno fatto il resto. Alcuni scatti sono destinati all’immortalità. Quello più emblematico era già stampato sulle magliette dopo poche ore dall’attentato.
Certo che, tra i tanti scenari, mi rendo conto che questo va oltre ogni delirio, ma quanta gloria in cambio di una ferita all’orecchio degna di un codice verde al pronto soccorso!
Non c’è cronaca in tutto questo, ma solo una visione di cui chiedo venia, ma che è saltata subito all’occhio di chi scrive, quindi alla sua fantasia di mediocre novelliere. Forse, anzi, quasi di certo il ventenne Thomas Matthew era davvero un pessimo tiratore, altrimenti avrebbe riscritto la storia e tutto questo, che già suona strano, non avrebbe alcun senso.
Ma il cattivo ragazzo è rimasto stecchito e non dirà mai la verità. Non la disse Lee Oswald, sparato pure lui, e nemmeno Jack Ruby dapprima condannato a morte, poi sepolto in un ergastolo senza passare dal via.
Oggi Donald Trump è sbarcato a Milwaukee per la convention repubblicana accolto dal suo popolo come una divinità, e per il vecchio Joe Biden, già nei pasticci per confusa anzianità, ora non c’è proprio più niente da fare.
Eppure, il miracolato miliardario che ringrazia Dio, vanta un destino degno di un romanzo di Ian Fleming. Non manca nemmeno la bella Melania che prontamente è scesa in campo osannando un buon marito, scherzoso e sorridente.
Pare che Donald stia già preparando un discorso buonista, d’unità nazionale.
Non sono il solo ad aver coraggio di sussurrare sottovoce che c’è qualcosa di strano. Oggi le teorie più fantasiose o forse più riflessive si accavallano sui talk show e sui social, compreso un qualcosa che assomiglia a quel che mi è venuto in mente immediatamente. Anche nei film, qualsiasi ferito da un colpo di striscio si merita almeno qualche punto di sutura. Un colpo di fucile d’assalto, anche sparato da 500 m, se colpisse soltanto un orecchio di striscio, ne farebbe scempio…
E più ne scrivo, più ci penso…
Dio salvi l’America! E il resto del mondo.
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Già. Certo tutta la vicenda ha qualcosa di strano, o forse noi siamo ormai troppo abituati a gridare al combloddo…
Restano , a quanto ci è dato sapere, due morti, uno dei quali supporter di Trump, ex vigile del fuoco, padre di famiglia molto compianto, e feriti.
Non è uno scherzo fra commilitoni, direi.
Grazie Carlo, sempre pronto, sempre sul pezzo.
Ave Laura Romano! Lo scherzo tra commilitoni era un ironico riferimento agli altri attentati-complotti, rispetto a questo riguardo a Thomas killer, anche lì, ironicamente l’ho definito cattivo ragazzo. Anche le vittime, in questo ipotetico complotto sarebbero “occasionali”. Certo, lo scenario ha poco di ironico, ma gli americani ci hanno riempito di complotti passati in tv in film e serie televisive… Io non escludo nulla, anzi, osservando il taglio lungo tutto il padiglione dell’orecchio non capisco come possa essere stato procurato da un proiettile calibro 5,76 mm in dotazione della Nato, che viaggia a 500 km/s. Farebbe un buco, non un’escoriazione così vasta e superficiale… Ma io non sono un medico legale, solo un mediocre giornalista pubblicista con la passione della caccia al particolare… Anche quando mi occupavo di scie chimiche nel 2007… Ma questa è un’altra storia. Tanti ciao Laura e grazie per l’opportunità di aggiungere qualcosa
Grazie Carlo……tanti hanno dubbi sull accaduto…
Ciao carlino non la vedo chiara la faccenda di Trump
Mi pare come dici tu un complotto in tal caso vergognosamente architettato
Vedremo gli sviluppi
Flavìo vacchetta