Criminalità albanese a scapito degli italiani onesti e per bene.
Le settimane passano inesorabili e mancano ormai meno di tre mesi e mezzo alla fine di questo 2024. Ciò che invece sembra non avere fine è il crimine compiuto dai cittadini di etnia albanese nel nostro Paese. Alla faccia delle parole del Primo Ministro dell’Albania, Edi Rama, che dice sempre di essere amico dell’Italia.
A dirlo non siamo noi giornalisti di “Civico 20 News” ma la Polizia di Stato, attraverso le sue Questure disseminate in tutte le province d’Italia.
Il 17 settembre scorso, la Questura di Caserta faceva sapere che “nell’ambito di contrasto allo spaccio di sostanze stupefacenti, ha arrestato un 28enne, di origine albanese, incensurato, per detenzione ai fini di vendita di sostanze stupefacenti”.
La Casa Circondariale di Santa Maria Capua Vetere, grazie all’ottimo lavoro dei “Falchi” della Squadra Mobile di Caserta, ha spalancato le porte al 28enne albanese che è stato fermato, perquisito e successivamente accompagnato in una dimora nella quale gli Agenti “hanno trovato un “panetto” di cocaina, attrezzatura per il peso ed il confezionamento, e denaro contante per oltre 3000 euro, provento dello spaccio”.
Da Caserta si passa nel Lazio, dove gli Agenti della Squadra Mobile della Questura di Rieti hanno arrestato ed espulso un cittadino albanese, socialmente pericoloso, per detenzione a fini di spaccio di sostanza stupefacente.
Il 16 settembre scorso, l’Ufficio Comunicazioni della Questura di Rieti spiegava che “il giovane è stato visto armeggiare all’interno di alcune siepi di quel parco cittadino e quindi, gli Agenti della Polizia di Stato lo hanno immediatamente bloccato, identificato per un cittadino albanese gravato da pregiudizi di polizia per reati contro il patrimonio ed in materia di stupefacenti e sottoposto a perquisizione personale, trovandolo in possesso di oltre 2.000 euro suddivise in banconote di diverso taglio, di due telefoni cellulari e di alcuni ritagli di cellophane”.
Gli Agenti della Squadra Mobile di Rieti hanno proseguito l’attività di controllo e hanno controllato anche tra le siepi nelle quali armeggiava l’immigrato albanese. Grazie a questa attività inquirente sono emersi “un pacchetto di sigarette, oltre 10 grammi di cocaina suddivisi in 18 dosi avvolte nello stesso tipo di cellophane trovato addosso al giovane”.
Il Questore di Rieti “valutata la pericolosità del cittadino straniero che ha fatto ingresso in Italia periodicamente per motivi di turismo, commettendo reati in tutto il territorio nazionale senza avere una fissa dimora né una attività lavorativa, ha proposto al Prefetto di Rieti l’emissione di provvedimento di espulsione, ai sensi dell’art. 13 del T.U. Immigrazione, che è stato eseguito dagli Agenti della Questura di Rieti, con l’accompagnamento coattivo dello straniero del Paese di origine”.
Il nostro viaggio all’interno dell’immigrazione criminale di origine albanese si conclude – almeno per ora – in Lombardia dove gli Agenti della Squadra Mobile della Questura di Milano hanno arrestato un cittadino albanese di 29 anni per la detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
Venerdì 06 settembre, nel pomeriggio, “nel corso di un servizio mirato al contrasto del fenomeno dello spaccio di sostanze stupefacenti in zona Scalo Farini e vie limitrofe, intorno alle 17:15, transitando in via Valtellina” gli Agenti “hanno notato il 29enne alla guida di un’autovettura che, dopo essersi fermato in Via Curio Dentato, è stato raggiunto da una donna 33enne che, dopo esser salita a bordo dell’auto, ha scambiato qualcosa con l’uomo”.
Copione che le Forze dell’Ordine ben conoscono. Infatti, “insospettiti da quanto accaduto” i Poliziotti “hanno bloccato i due all’interno del veicolo e hanno trovato la donna in possesso di una dose contenente 1.44 grammi di cocaina e, a seguito di perquisizione nei vari alloggiamenti dell’autovettura, sono state trovate diverse dosi per un totale di 24.05 grammi di cocaina mentre, nel porta oggetti, la somma di 120 euro. Inoltre, nel portafoglio che l’uomo teneva tra le gambe, è stata sequestrata la somma di 490 euro in contanti in banconote di piccolo taglio”.
Dalle ulteriori indagini e dagli accurati controlli effettuati dalla Questura di Milano è scaturito che l’immigrato albanese era irregolare sul territorio nazionale e, come spesso accade, privo di attività lavorativa.
Il 5 giugno 2024, il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, “Fratelli d’Italia”, era in Albania per “verificare lo stato d’attuazione delle strutture che erano previste dal Protocollo d’Intesa tra Italia e Albania” che i due Esecutivi hanno siglato per “il rafforzamento della collaborazione in materia migratoria”.
Da cronisti, parlando con le Forze dell’Ordine, pare che di collaborazione non ve ne sia affatto da parte dell’Albania.
L’Italia, per iniziativa del Governo, sta mandando parecchi soldi all’Albania per queste strutture che dovrebbero alleggerire l’afflusso di immigrati nel nostro Paese. Dall’Albania, invece, arrivano tanti, troppi, cittadini che usano l’Italia come “piazza di spaccio”.
Tanti appartenenti a Carabinieri, Polizia e Guardia di Finanza restano basiti dinanzi alle parole di Giorgia Meloni che ha detto: “Italia e Albania sono storicamente Nazioni amiche, sono storicamente Nazioni abituate a lavorare e collaborare assieme”.
Tutti capiscono le buone intenzioni del Premier Meloni e del Governo Italiano. A Roma c’è voglia e desiderio di costruire un Asse “Roma-Tirana” volto a ridurre immigrazione, criminalità e narcotraffico.
Peccato che dal fronte albanese non vi siano le stesse buone intenzioni e che – la saggezza popolare insegna – “le strade dell’inferno sono lastricate di buone intenzioni”.
Per non rimanere nel nebuloso e andare al concreto – come noi di “Civico 20 News” siamo abituati a fare – citiamo un articolo dei colleghi de “Il Tempo” che, il 5 marzo 2003, scrivevano: “Oggi infatti sono almeno 2.700 gli albanesi detenuti nelle prigioni italiane, e più della metà sono detenuti in espiazione di pena comminata con sentenza definitiva”.
Moltissimi nostri lettori ci dicono che non è più possibile mantenere tutte queste persone nelle carceri italiane dopo che, come abbiamo narrato, hanno ammorbato il nostro Paese con reati, crimini e comportamenti non consoni.
Ci riserviamo, vista la delicatezza dell’argomento, di tornare sul tema.