Carabinieri di Frascati e Roma arrestano nomadi dediti a reati contro il patrimonio e i cittadini onesti.
Mentre certa stampa sta approfittando di un video reso noto dal TG3 – nel quale si sentono i Carabinieri di Milano dispiacersi per il fatto di non esser riusciti a fermare la folle corsa di Fares Bouzidi e Ramy Elgaml – in tutta Italia i militari dell’Arma continuano a lavorare con onestà e competenza al servizio della popolazione.
In questi primi giorni del 2025, infatti, “i Carabinieri della Compagnia di Frascati, con l’ausilio dei Carabinieri del Gruppo di Frascati e di Roma, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Velletri, su richiesta della Procura, nei confronti di 5 persone (di cui 3 già detenute), gravemente indiziate di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati contro il patrimonio e di dieci rapine e furti in abitazione”.
Questo tipo di reati è molto diffuso nella nostra Penisola e, purtroppo, una certa politica giustifica chi li commette derubricando la cosa come “disagio sociale”.
L’Autorità Giudiziaria, dovendo gestire indagini, avvisi di garanzia, udienze e sentenze, ben conosce l’incidenza di questi reati sul paniere totale delle azioni che danneggiano la sicurezza.
Per questo motivo, i magistrati della Procura della Repubblica di Velletri, hanno deciso di porre attenzione a queste realtà e coordinare i Carabinieri al fine di contrastarle e mettervi fine. La questione era talmente odiata dalla popolazione residente in provincia di Roma che se n’è occupato persino il Prefetto di Roma, Lamberto Giannini.
Grazie alla seria sinergia fra Procura e Carabinieri “il gruppo criminale è stato individuato come una delle batterie attive nel Comune di Grottaferrata e nella Capitale dedita alle rapine e furti ai danni di persone molto anziane e indifese, che si sentivano al sicuro nelle loro abitazioni”.
Un sistema tristemente noto ai Carabinieri e anche a noi che, nel nostro piccolo, facciamo cronaca e narriamo le malefatte compiute da questi criminali seriali e, spiace dirlo, molto professionali.
Dal Comando Provinciale Carabinieri di Roma ci fanno sapere che “le investigazioni hanno consentito di raccogliere elementi indiziari circa l’operatività di una stabile struttura organizzativa formata da più persone tra loro vicine e ognuno con ruolo ben delineato, che seguivano un preciso modus operandi: alcuni si occupavano di individuare le zone dove operare, selezionando gli obiettivi da “colpire”, altri invece erano gli esecutori materiali dei colpi”.
Tale attività l’abbiamo già vista a Cuneo quando, grazie ad un ottimo lavoro svolto dalla Procura della Repubblica di Asti e dal Reparto Operativo dei Carabinieri di Cuneo, magistralmente comandato dal Tenente Colonnello Angelo Gerardi, si era data vita all’Operazione “Pater Familias”.
Anche in questo caso, si trattava per lo più di soggetti aderenti a “gruppi nomadi”. Non a caso, “le misure nei confronti delle persone in stato di libertà sono state eseguite in un campo nomadi della periferia romana”.
Tanti lettori ricorderanno lo slogan con cui il leader della “Lega”, Matteo Salvini, intendeva risolvere questo tipo di problema: “Ruspe!”.
Per responsabilità di sindaci, politici, prefetti e uomini dello Stato di varia attribuzione, questo è stato fatto pochissime volte e, va detto, in modo non capillare.
In Italia ci sono un buonismo ed una tolleranza che definire “imbarazzanti” risulta eufemistico. Non si chiede la “legge del taglione”, per carità, ma un minimo di coercizione e “pugno di ferro” da parte dello Stato.
Per completezza d’informazione e per aderenza al codice deontologico del giornalista bisogna dire che “il procedimento versa nella fase delle indagini preliminari, per cui gli indagati sono da ritenersi innocenti fino ad eventuale sentenza definitiva”.
Si spera che tutti i giornalisti e i conduttori televisivi facciano loro tale enunciato anche, e soprattutto, sui fatti del Corvetto perché – a quel che sembra – per tanti cronisti, opinionisti e parlamentari, i Carabinieri di Milano sono già colpevoli, senza manco un regolare processo.
È chiaro da molto tempo ormai che certa politica e magistratura punta scientemente verso la creazione del caos per distruggere alla base la nostra identità e cultura. Ma evidentemente , se le forze di polizia e politiche di impegnano a fondo, hanno ottimi risultati. È ora che si smetta di incolpare le forze dell’ordine di violenza quando non lo è, quando è protezione dalla violenza criminale! Abbiamo bisogno che si ristabilisca l’equilibrio e l’ordine, perché senza ordine non si vive!