E questo NO che fa problema
L’altra sera in tv Daniele Capezzone polemizzando con una esponente del Pd, sul tema dell’arroventata questione dell’immigrazione clandestina ha elencato una serie di provvedimenti restrittivi di buon senso e che la sinistra rifiuta aprioristicamente, inoltre, faceva rilevare, che con questa ottusa e totale chiusura, le forze politiche di sinistra rischiano di non governare più il paese per decenni. Si spera, anche se il massiccio voto alla Salis, ci fa essere relativamente pessimisti.
Tuttavia estenderei lo stesso ragionamento del direttore di Libero all’esito del voto del Senato sul disegno di legge contro la ‘Gestazione per altri’ (utero in affitto)anche se compiuta all’estero da cittadini italiani.
Il provvedimento, che ha come prima firmataria la deputata di FDI, Carolina Varchi e che aveva ricevuto il via libera dalla Camera il 26 luglio 2023, Il Senato approva con 84 sì, 58 no e nessun astenuto, diventa così definitivo. Notoriamente il centrodestra era per il si, e la sinistra per il no.
E questo NO che fa problema. Anche su questo tema non credo che la maggioranza degli italiani condivida il voto espresso dai senatori della sinistra, inteso a favorire la brutale pratica barbarica dell’utero in affitto. Per gli uomini e le donne di buon senso il voto del 16 ottobre scorso è una storica decisione promossa e sostenuta dall’attuale governo.
Questa nuova legge segna una svolta significativa nella tutela dei diritti umani, proteggendo le donne e i bambini dallo sfruttamento e dalla mercificazione del corpo femminile.
“Universale”, perché mette fine al turismo gestazionale, cioè a tutte quelle persone che si recavano all’estero perché in Italia non era consentito, e si rivolgevano a quelle donne disponibili, a pagamento. Il governo ha giustificato la decisione di criminalizzare la maternità surrogata in tutto il mondo con l’obiettivo di difendere le donne, specialmente quelle provenienti da contesti vulnerabili, che spesso accettano di diventare madri surrogate per motivi economici. La scelta di rendere l’utero in affitto un reato universale riflette la volontà di proteggere queste donne dal rischio di essere sfruttate o di subire pressioni economiche e sociali insostenibili.
Inoltre, la legge pone un freno alla pratica di considerare i bambini come “prodotti” del mercato della riproduzione, rafforzando il concetto che la vita umana non può essere oggetto di compravendita. Una decisione che sembra sia stata accolta con entusiasmo da numerosi attivisti per i diritti delle donne e da organizzazioni femministe, che da tempo chiedevano una regolamentazione più severa contro la pratica della surrogazione.
Tuttavia, la criminalizzazione dell’utero in affitto a livello globale del governo Meloni è stata sostenuta da un ampio consenso internazionale, con molti paesi che hanno appoggiato la proposta, ritenendola una misura necessaria per fermare l’escalation di un’industria della surrogazione che rischiava di diventare sempre più deregolamentata e pericolosa.
Com’era prevedibile la criminalizzazione universale dell’utero in affitto ha innescato una serie di riflessioni sulle implicazioni legali e sociali. Il divieto globale significa che qualsiasi forma di maternità surrogata, anche realizzata all’estero da cittadini italiani, sarà perseguibile in Italia. La sinistra come per altri temi, denuncia il reato della maternità surrogata come un atto medioevale, un atto disumano, come una pagina nera, “la Destra vuole lo Stato etico”, hanno detto.
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