Forse dalla Segreteria di Stato hanno capito che il Continente Nero potrebbe essere l’epicentro di uno scisma.
La retorica pacifista di Jorge Mario Bergoglio ha stancato la maggior parte dei Cattolici e, strano a dirsi, anche gli organi d’informazione iniziano ad ignorarla.
In occasione dei primi due anni dall’inizio dell’Operazione Militare Speciale della Federazione Russa, nei territori dell’Ucraina di cultura e lingua russofona, Bergoglio non ha fatto il solito discorsetto pro-Zelensky ma ha aperto gli occhi anche sui conflitti che le televisioni internazionali ignorano.
In modo del tutto sorprendente, durante l’affaccio domenicale dal Palazzo Apostolico, Bergoglio ha detto: “Sono passati ormai dieci mesi dallo scoppio del conflitto armato in Sudan, che ha provocato una gravissima situazione umanitaria”.
Parole che hanno stupito quanti sono abituati a sentire il piagnisteo vaticano pro-Ucraina, volto soltanto a screditare Vladimir Putin e il Patriarca Kirill.
Evidentemente dalla Segreteria di Stato Vaticano hanno informato Bergoglio che – dopo la pubblicazione dell’indecente “Fiducia Supplicans” – i Vescovi africani sono pronti allo scisma e che la popolarità del Vaticano, nel Continente Nero, è calata ai minimi storici.
Forse è stato questo che ha portato l’inquilino di Casa Santa Marta a dire: “La violenza contro popolazioni inermi, la distruzione di infrastrutture e l’insicurezza dilagano nuovamente nella provincia di Cabo Delgado, in Mozambico, dove nei giorni scorsi è stata anche incendiata la missione cattolica di Nostra Signora d’Africa a Mazeze”.
Nella settimana in cui il mainstream dell’informazione non ha fatto altro che parlare di Zelensky e di Kyev, Bergoglio si è solo limitato a dire: “Non dimentichiamo tanti altri conflitti che insanguinano il Continente Africano e molte parti del mondo: anche l’Europa, la Palestina, l’Ucraina…”.
A quanto pare nei Sacri Palazzi si è iniziato a capire che non esistono solo i morti e gli sfollati ucraini. Esistono i tanti, troppi, Cristiani perseguitati in India, Pakistan, Turchia, Egitto, Cina, … dove essere seguaci del Nazareno può costare letteralmente la vita.
Parlando al mondo dalla sua finestra, Bergoglio ha infatti sottolineato: “Ovunque si combatte le popolazioni sono sfinite, sono stanche della guerra, che come sempre è inutile e inconcludente, e porterà solo morte, solo distruzione, e non porterà mai la soluzione dei problemi”.
In molti sperano che Jorge Mario Bergoglio abbia capito che non si può parteggiare sempre e solo per una fazione ma – se si vuol essere la guida spirituale di una comunità – bisogna prendere una sola posizione, quella della pace.
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