
Leone XIV conferma la volontà di avere account social. La speranza è che scriva cose profonde e spirituali, non come Bergoglio.
Esattamente come il suo predecessore, Jorge Mario Bergoglio, Robert Francis Prevost, Leone XIV, ha deciso di stare sui social network per portare il suo pensiero nel mondo virtuale e digitale.

Il primato sui social network lo ha avuto Papa Benedetto XVI che creò l’account @Pontifex su Twitter. Era il 12 dicembre 2012, l’anno prima di fare la celebre “Declaratio” che ha spalancato le porte a Bergoglio.
Il Dicastero per la Comunicazione, diretto da Andrea Tornielli, rammenta come il 19 marzo 2016, Bergoglio volle sbarcare su “Instagram” con l’account denominato @Franciscus.
Robert Francis Prevost ha deciso di ereditare l’account X, @Pontifex, e di far sì che i suoi post vengano tradotti in nove lingue: inglese, spagnolo, portoghese, italiano, francese, tedesco, polacco, arabo e latino.
Il Vaticano tiene a far sapere che “i contenuti pubblicati negli anni da Papa Francesco verranno prossimamente archiviati su una apposita sezione del sito web istituzionale della Santa Sede (vatican.va)”.
Come mai non si parla mai di Benedetto XVI? Sono settimane che si parla solo di quanto fosse bravo, buono e sapiente Bergoglio. Come mai non si menziona mai il Papa che, da cardinale, ha guidato la Congregazione per la Dottrina della Fede dal 1981 al 2005?
La risposta è che dentro le Mura Leonine piace molto il gossip e si cerca di gettare tutto in “caciara” al fine di nascondere che dal 13 marzo 2013, in Vaticano, si è smesso di fare sana e valente teologia per lasciar spazio a bizzarrie, idolatria, sincretismo e ogni sorta di amenità.
Per Andrea Tornielli e i colleghi di “Vatican News” importante è far sapere che “per Instagram l’account si chiama @Pontifex – Pope Leo XIV, unico profilo ufficiale del Papa, in continuità con l’account di Francesco @Franciscus, i cui contenuti rimarranno accessibili come archivio commemorativo ‘Ad Memoriam’”.
Tutta questa memoria della produzione bergogliana lascia perplessi perché da Bergoglio sono uscite asserzioni ed affermazioni davvero poco edificanti per lo spirito.
“Vatican News” sottolinea come “quasi ogni giorno era possibile ritrovare brevi messaggi di carattere evangelico o esortazioni in favore della pace, della giustizia sociale, della cura del creato, ottenendo una grande interazione soprattutto nei periodi più critici”.

Su questo non ci piove. Bergoglio ha parlato di Ucraina, di immigrazione, di ambientalismo, di Amazzonia, … poco ha parlato di Vangelo e, le poche volte che lo ha fatto, ha approfittato per fare un po’ di propaganda catto-socialista, catto-progressista, catto-sinodale.
Chissà se Leone XIV invertirà tendenza e correggerà la rotta. E’ auspicabile perché altrimenti – proprio come colui che lo ha creato “cardinale” – verrà ignorato dalla stragrande maggioranza dei Cattolici Romani che, infatti, hanno trovato nutrimento spirituale altrove.
Qualcuno si è chiesto come mai sia nato un “Piccolo Resto Cattolico”, guidato dal “Sodalizio Sacerdotale Mariano” e accompagnato dalla “Compagnia di Maria”?

Qualcuno ha visto i raduni di Milano, Bologna, Firenze, … nei quali don Alessandro Maria Minutella, e i suoi confratelli, hanno riunito migliaia di Cattolici, con il Rosario in mano, per gridare, con il cuore in mano, “Viva Cristo Re”?
I Latini, che erano saggi e pragmatici, dicevano chiaramente: “Contra factum non valet argumentum”, a testimonianza del fatto che l’evidenza delle situazioni non ha bisogno di parole, discorsi ed elucubrazioni.
Il tempo ci dirà qualcosa ma, intanto, i Cattolici Romani soffrono per un Leone XIV che si ostina a non dire: “Sia lodato Gesù Cristo”.