
Leone XIV incontra il Corpo Diplomatico accreditato presso la Santa Sede.
Robert Francis Prevost, Leone XIV, il 16 maggio scorso, nella Sala Clementina, ha ricevuto in Udienza i Membri del Corpo Diplomatico accreditato presso la Santa Sede, in occasione dell’inizio del Suo ministero petrino.
Un incontro importante alla luce di ciò che sta accadendo in diversi Paesi del globo, coinvolti in guerre e contese.
Leone XIV ha chiarito che “la diplomazia pontificia è espressione della cattolicità stessa della Chiesa e, nella sua azione diplomatica, la Santa Sede è animata da una urgenza pastorale che la spinge a non cercare privilegi ma ad intensificare la sua missione evangelica a servizio dell’umanità”.
In parte questo è vero anche se, va detto, la Santa Sede ha spesso compiuto azioni, specie in ambito economico, che non rispecchiano proprio il principio del “non cercare privilegi” postulato da Prevost.
Immancabile il riferimento a Jorge Mario Bergoglio di cui Leone XIV ha detto: “sempre attento al grido dei poveri, dei bisognosi e degli emarginati, come pure alle sfide che contraddistinguono il nostro tempo, dalla salvaguardia del creato all’intelligenza artificiale”.
Niente di più vero. Bergoglio si è occupato più di temi sociali che di problemi dello spirito e lo ha fatto con il chiaro intento di desacralizzare la Chiesa di Cristo per farne una grande ed immensa ONG pro-migranti, pro-ambiente, ecc…
Robert Francis Prevost ha poi fatto una riflessione sul significato della parola “pace” spiegando come “troppe volte la consideriamo una parola “negativa”, ossia come mera assenza di guerra e di conflitto, poiché la contrapposizione è parte della natura umana e ci accompagna sempre, spingendoci troppo spesso a vivere in un costante “stato di conflitto”: in casa, al lavoro, nella società. La pace allora sembra una semplice tregua, un momento di riposo tra una contesa e l’altra, poiché per quanto ci si sforzi, le tensioni sono sempre presenti, un po’ come la brace che cova sotto la cenere, pronta a riaccendersi in ogni momento”.
Bisogna ammettere che – almeno sino ad ora – Leone XIV ha dimostrato di essere più colto, attento e formale del suo predecessore. Prevost non parla per slogan o per frasi fatte ma articola i ragionamenti, esprimendo concetti che, comunque la si pensi, hanno un valore ideale quanto ideologico.
Non a caso, in modo più raffinato, ha espresso un concetto molto caro e ricorrente nella predicazione del suo predecessore: “La pace si costruisce nel cuore e a partire dal cuore, sradicando l’orgoglio e le rivendicazioni, e misurando il linguaggio, poiché si può ferire e uccidere anche con le parole, non solo con le armi”.
E’ bene che un ministro ordinato spenda tempo, nella sua predicazione, a parlare di pace, di concordia, di dialogo e di confronto. Se non lo fanno gli uomini dello spirito chi lo deve fare, i politici?
In tutte le epoche è risultato chiaro come “l’esperienza religiosa è una dimensione fondamentale della persona umana, tralasciando la quale è difficile, se non impossibile, compiere quella purificazione del cuore necessaria per costruire relazioni di pace”.
Molto importante – anche se poi bisognerà vedere nei fatti cosa farà davvero – quando Leone XIV ha detto: “E’ compito di chi ha responsabilità di governo adoperarsi per costruire società civili armoniche e pacificate. Ciò può essere fatto anzitutto investendo sulla famiglia, fondata sull’unione stabile tra uomo e donna, ‘società piccola ma vera, e anteriore a ogni civile società’”.
Finalmente in Vaticano si parla, senza mezzi termini, del fatto che la famiglia è una sola: “fondata sull’unione stabile tra uomo e donna”.
Non ci sono margini di dialettica su coppie uomo-uomo, donna-donna, che, seppur meritevoli di umano rispetto, non hanno diritto alcuno di esser chiamate famiglia.
Come abbiamo già detto in precedenti articoli, Robert Francis Prevost rappresenta un pontificato di compromesso tra conservatori e progressisti.
Sicuramente i Cardinali Marx, Zuppi, Tagle e Battaglia non avranno gradito la stoccata agli LGBT ma, intanto, Leone XIV l’ha lanciata.
Il tempo è galantuomo e, sicuramente, ci darà modo e maniera di tornare sul tema.