
Leone XIV, in politica estera, è un Bergoglio 2.0
Chi sperava che con Robert Francis Prevost, Leone XIV, ci sarebbe stato un cambio di passo sulla politica estera dello Stato della Città del Vaticano è rimasto ampiamente deluso.
Nel Regina Coeli del 18 maggio, durante la Messa di inizio del Pontificato, Leone XIV ha voluto esprimere seria vicinanza “ai popoli che soffrono a causa delle guerre”. Fin qui non vi sarebbe nulla da eccepire.
Il problema si pone e si presenta quando Leone XIV sostiene: “Nella gioia della fede e della comunione non possiamo dimenticare i fratelli e sorelle che soffrono a causa delle guerre, a Gaza, anziani e bambini, famiglie, sopravvissuti sono ridotti alla fame. Nel Myanmar nuove ostilità hanno spezzato giovani vite innocenti… la martoriata Ucraina attende finalmente negoziati per una pace giusta e duratura”.

Leone XIV ha una visione geopolitica assolutamente discutibile, degna di Jorge Mario Bergoglio. Anche lo statunitense Prevost è prono alla retorica filo-palestinese, al vittimismo di Volodymyr Zelensky, alla visione miope e partigiana dell’Unione Europea di Ursula von der Leyen.
In politica estera – e non solo – Robert Francis Prevost calca orgogliosamente le orme di Bergoglio.
Non a caso, Leone XIV ha voluto sottolineare: “Durante la Messa ho sentito forte la presenza spirituale di Papa Francesco, che dal cielo ci accompagna. In questa dimensione di comunione dei santi, ricordo che ieri in Francia, è stato beatificato il sacerdote Camillo Costa de Beauregard, vissuto tra fine Ottocento e inizio Novecento, testimone di grande carità pastorale”.
Fa piacere che Prevost pensi Bergoglio nella visione beatifica del Padre Eterno nella Gerusalemme del Cielo.

Migliaia di Cattolici, in tutto il mondo, hanno seri dubbi su questo dal momento che Jorge Mario Bergoglio è colui che ha vergato “Amoris Laetitia”, “Querida Amazonia” ma, soprattutto, la “Fratelli tutti”, con la quale si è paragonato il Cattolicesimo Romano all’Islam.
Grande delusione in quanti speravano che il Conclave dell’8-9 maggio avrebbe portato in Vaticano un Pastore d’anime, un Sovrano saggio, un Sacerdote secondo il cuore di Dio.
Leone XIV è, né più né meno, la copia più elegante, raffinata e accademica di Jorge Mario Bergoglio.
Il pontificato di Robert Francis Prevost regalerà momenti di sincero cordoglio nel cuore di quanti auspicavano la Chiesa potesse tornare al pre-Bergoglio.
Il tempo ci darà modo di confermare queste prime impressioni o di smentirle.
Al momento – va detto nella verità – Leone XIV è il continuatore del ministero di Bergoglio che, come abbiamo spesso evidenziato, ha fatto danni inenarrabili.
Ormai abbiamo capito; è una rivisitazione di Bergoglio più edulcorata a scopo di far tornare in chiesa i cattolici. Voglio vedere la reazione che avranno gli italiani quando anche lui proclamerà il todos todos todos bergogliano per continuare ad accogliere migliaia di migranti, che, bisogna ricordarlo sempre NON SONO PROFUGHI MA MIGRANO PER VENIRE A FARSI MANTENERE DA NOI E PER AGGANCIARE LE RAGAZZE BIANCHE, CHE SONO LIBERE E POCO VESTITE AL CONTRARIO DELLE LORO DONNE CHE SEMBRANO SACCHI DI PATATE. Tutto il Magreb, cioè il nord Africa violento vuole impossessarsi dell’Italia e imporre la sharia. E i massoni vaticani ridono perché si meticceranno i popoli e perderanno identità e potere contrattuale nel lavoro. Questo VA CAPITO E DIFFUSO!!! LA GENTE DEVE SAPERE. DIFFONDIAMOLO A MANETTA!!!!