
Di Alessandro Mella
Furono innumerevoli i valorosi che finirono per essere inghiottiti dall’orrore senza fine della Grande Guerra. Nelle trincee sui monti e tra i piani.
Nel corso di un conflitto che, per l’Italia, fu anche il tentativo di concludere il processo d’unificazione nazionale. Un pensiero che suscitò entusiasmi e molte speranze.
Anche per un valoroso ufficiale che, come tanti, sacrificò la sua vita nella speranza di fare dell’Italia una nazione finalmente completata nella sua unione territoriale e politica.
Vincenzo Allisio nacque nel 1870 e crebbe negli anni in cui l’eco del Risorgimento, dei suoi fasti, dei suoi eroismi, si faceva ancora sentire ed affascinava i giovani desiderosi di emulare le gesta dei genitori.
Giovanissimo egli si arruolò nel Regio Esercito Italiano come allievo ufficiale per poi ricevere, con regio decreto 4 agosto 1890, la nomina a sottotenente di fanteria inquadrato nel 4° reggimento Alpini con sede in Ivrea. (1) Nei quadri di questo reparto egli rimase a lungo anche al tempo della promozione a tenente. (2)

Nei pochi momenti di libertà il nostro amava villeggiare poco lontano da Lanzo Torinese, ove abitava, portandosi nel periodo estivo a Viù come fece nel 1903. (3)
Fu nel 1915 che, con l’ingresso del Regno d’Italia nella guerra europea, il nostro Vincenzo partì per il fronte con il grado di capitano. Qui, sul Monte Nero, in battaglia contro le truppe austriache, dimostrò un coraggio da leone ma questo arditismo gli fu fatale.
Nei primi mesi di guerra, infatti, cadde da eroe meritando una medaglia d’argento al valore militare alla memoria:
ALLISIO Vincenzo, da Lanzo Torinese (Torino), capitano reggimento alpini. Comandante di una colonna di tre compagnie, con mirabile slancio e fermezza le conduceva arditamente all’attacco di una forte posizione avversaria, dando per il primo esempio di tenacia e di valore. Ferito mortalmente, spirava il giorno stesso. Monte Nero, 6 luglio 1915. (4)

CARTIGNANO. Nell’ultimo Bollettino Militare uscito domenica scorsa abbiamo rilevato con piacere che al capitano Allisio Vincenzo, cugino del nostro signor Parroco, venne assegnata la medaglia d’argento al valor militare. Il valoroso capitano è caduto in uno scontro col nemico sul Monte Nero nei primi mesi di guerra. (5)
La notizia della sua scomparsa arrivò presto in Piemonte, a Torino ove era noto e conosciuto poiché viveva a Lanzo Torinese da tempo:
Per una più grande Italia, alla testa della sua Compagnia, cadeva eroicamente combattendo Vincenzo Allisio Capitano negli Alpini. Con l’animo angosciato, ne danno il triste annunzio i parenti tutti. (6)

Paradossalmente la promozione al grado di maggiore, ormai tardiva e postuma, gli giunse solo diversi mesi dopo la morte, con decreto luogotenenziale del 9 settembre 1915. (7)
I suoi cari non ebbero nemmeno, almeno in un primo tempo, il conforto d’una tomba sulla quale piangerlo. E non l’ebbero per diversi anni poiché i suoi resti rientrarono dal fronte, dal cimitero militare di Cervignano del Friuli, solo nel febbraio del 1924 quando, in treno, molti caduti furono riportati a Torino ed il maggiore Vincenzo Allisio poté trovare, finalmente, pace a Lanzo Torinese. (8)
Di lui si parla sempre poco, la sua memoria sembra essersi perduta nei gironi danteschi della storia e forse queste righe potranno un poco ricordarlo.
Alessandro Mella
Note
1) Bollettino delle Nomine, Ministero della Guerra, Dispensa 34, 8 agosto 1890, p. 392.
2) Gazzetta Ufficiale del Regno d’Italia, 209, 5 settembre 1894, p. 4406.
3) Gazzetta del Popolo, 230, Anno LVI, 20 agosto 1903, p. 10.
4) Archivio del Nastro Azzurro fra Decorati al Valor Militare. La notizia del conferimento fu anche riportata su La Stampa, 337, Anno XLIX, 5 dicembre 1915, p. 6.
5) Il Corriere di Dronero, 50, Anno III, 11 dicembre 1915, p. 3.
6) La Stampa, 208, Anno XLIX, 29 luglio 1915, p. 5.
7) Gazzetta Ufficiale del Regno d’Italia, 241, 30 settembre 1915, p. 5685.
8) Gazzetta del Popolo, 33, Anno LXXVII, 7 febbraio 1924, p. 5 e 36, Anno LXXVII, 10 febbraio 1924, p. 5.
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