Già pronti per le sfide elettorali del 2024!
Da oltre trent’anni si parla di Autonomia e Federalismo. Tematiche che dovrebbero dare dignità all’anelito dei cittadini che vivono in zone disagiate o che comunque pur apportando un notevole contributo alla “res publica” si trovano emarginati rispetto al centralismo opprimente degli stati nazionali.
Se poi constatiamo come i Paesi che si sono dati una struttura Federale ed hanno previsto autonomie fiscali e trattamenti differenziati, siano i più progrediti e garantiscano un livello di qualità della vita elevato ai propri cittadini, i conti tornano.
Tra le tematiche che potrebbero contribuire ad introdurre una maggiore equità, ci sarebbe l’iniziativa più volte richiesta in alcune zone d’Italia che prevede l’introduzione di trattamenti fiscali differenti, considerando motivazioni geografiche ed ambientali di peso.
Nei giorni scorsi a Susa è stato presentato un movimento politico che si presenta appunto con il titolo “Zone franche montane”. Non è opera di improvvisatori, tant’è vero che è stato depositato dal notaio un regolamento articolato che prevede innanzitutto le seguenti finalità e modalità d azione:
” 2.1. «Zone Franche Montane» è una associazione politico/culturale che si riconosce nei valori di libertà, giustizia, autonomia e democrazia, promuove iniziative di carattere politico, culturale, sociale con l’obiettivo di tutelare i territori montani, il patrimonio naturale e il paesaggio come elementi essenziali dell’identità dei popoli e delle tradizioni storiche della montagna, nei loro aspetti linguistici. religiosi o economici, attualmente non rappresentati a livello politico. Lo scopo dell’Associazione è promuovere quindi la costituzione di zone franche montane e eventuali autonomie, nel rispetto della Costituzione del 1948, dello Stato di diritto, della libertà personale e della solidarietà sociale. Promuove inoltre la tutela della salute pubblica nella sua integrità, senza obblighi o imposizioni, assieme ad iniziative a tutela e protezione delle attività ospedaliere montane e al ripristino delle stesse. L’associazione non persegue fini di lucro.
2.2. «Zone Franche Montane» è fondato sul confronto democratico e consapevole, riconoscendo a tutti gli iscritti un effettivo ruolo di partecipazione, nel rispetto delle minoranze e promuovendo le pari opportunità tra donne e uomini.
2.3. «Zone Franche Montane» ha come ulteriore scopo quello della partecipazione, con liste di propri candidati, eventualmente anche in collegamento, in unione o in via congiunta con altre forze e formazioni politiche, alle consultazioni elettorali per il rinnovo del Parlamento nazionale, per l’elezione dei componenti di Enti locali e loro articolazioni, per l’elezione dei Presidenti delle Regioni e per il rinnovo dei Consigli regionali, per l’elezione dei Sindaci e per il rinnovo dei Consigli comunali, per l’elezione dei componenti italiani del Parlamento europeo oltre che per ogni altro consesso politico e/o amministrativo di cui è previsto il rinnovo elettivo”.
Gli organi dirigenti del neo partito sono costituiti dal Segretario politico, Valerio Narciso, mentre il presidente è Giovanni Baccarini.
Si presentano senza tanti giri di parole, con la concretezza della gente di montagna: “Non si tratta di un nuovo partito, ma di un partito nuovo. Un gioco di parole per indicare la nostra volontà di cercare soluzioni praticabili e fattibili per problemi legati all’economia e alla vita dei cittadini. Partiamo dalla positiva esperienza, prosegue il direttivo, del Comitato che in mesi di attività ha raggiunto un numero di adesioni molto significativo, prosegue ora staccandosi dal questa attività e si propone come partito“.
I fondatori non solo nativi della val Susa sono: Emilio Terziano, Enrico Cossa, Davide Rossero, Michela Folcat, Massimo Suppo, Enrica Peirolo, Giuseppe Bergero, Antonio Motteran, Gian Luigi Daniele, Gloria Garda, Livio Casa con Valerio Narciso e Giovanni Baccarini.
Il Presidente il dottor Giovanni Baccarini ha una lunga militanza nella Lega, dai tempi di Bossi, e una grande esperienza amministrativa come assessore e vice sindaco a Susa ci dichiara “L’idea è rispondere alle esigenza del territorio strutturandosi in un partito che parte dal basso, dai territori, per portare le esigenze delle famiglie, del commercio della parte produttiva del Paese dove si prendono le decisioni cruciali del futuro. Vivere la montagna, le zone disagiate anche nelle città, porta ad una visione dei problemi e la ricerca delle soluzioni che il nostro partito può dare. Ci sono partiti in tutta Europa, conclude il presidente, che partiti da pochi hanno raggiunto percentuali di rilievo grazie a visioni puntuali che rappresentano i territori e le loro peculiarità“.
La domanda d’obbligo, considerata la feconda stagione elettorale dell’anno in corso, trova una risposta articolata “ L’idea è quella di presentare il simbolo dove c’è l’esigenza e di aggregarsi a liste civiche dove verrà ritenuto più funzionale. Le idee ci sono, il partito anche, adesso c’è il lavoro della ricerca del consenso”.
Arduo e impegnativo prcorso. Il tema delle zone franche dovebbe essere allettante, se ben capito dalla popolazione. Rimaniamo in attesa di conoscere in quali Comuni della Val Susa verranno presentate le liste elettorali, con le incognite, ancor aperte per il voto per il rinnovo del consiglio regionale.
Al prossimo aggiornamento!
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