L’Assessore Icardi: “Piemonte e Svizzera uniti nella sfida per restituire il controllo di mani e braccia ai pazienti con lesioni al midollo spinale”
Un ambizioso progetto che unisce ricerca e soluzione di difficili casi clinici è stato varato nei giorni scorsi. Gli sviluppi a vantaggio dei ricoverati nelle nostre strutture ospedaliere potrebbero, nel tempo superare gli obiettivi iniziali.
«La ricerca in Sanità è alla base di ogni progresso, la sinergia tra ricercatori, Fondazioni e Istituzioni pubbliche non è mai solo la somma dei singoli contributi, ma sviluppa valore aggiunto, avanzamento scientifico, qualità delle cure. Complimenti ai ricercatori e a quanti hanno collaborato a questo importante progetto che mira a costruire un “ponte digitale” tra cervello e midollo spinale cervicale per restituire il controllo di mani e braccia ai pazienti con lesioni al midollo spinale. E’ un orgoglio per la Sanità piemontese essere parte di questa grande sfida scientifica, insieme alla Svizzera, proprio nella settimana in cui il Consiglio regionale ha approvato la legge che inserisce nella normativa il riconoscimento del ruolo degli Irccs e delle Fondazioni Irccs all’interno del Servizio sanitario regionale. Lavorare insieme, unire le forze, in Sanità è sempre la scelta vincente».
Cosi l’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi, che giovedì scorso all’ospedale di Verduno ha partecipato alla presentazione dell’innovativo progetto di ricerca “Brain Spine Interface”, realizzato dall’Università di Losanna e dal Centre Hospitalier Universitaire, e sostenuto dalla Fondazione CRT – che mette in campo 750.000 euro – in collaborazione con la Fondazione Ospedale Alba-Bra Onlus.
Il progetto quinquennale mira a ripristinare il controllo volontario degli arti superiori collegando l’attività corticale alla regolazione della stimolazione elettrica del midollo spinale cervicale. Questo collegamento tra pensiero e attivazione muscolare consentirà ai pazienti di recuperare il controllo parziale dei movimenti degli arti superiori dopo la paralisi, permettendo non solo un miglioramento immediato dei movimenti del braccio e della mano, ma anche un recupero neurologico duraturo durante la riabilitazione.
La ricerca, che potrebbe aprire la strada anche al trattamento della paralisi degli arti superiori dopo l’ictus, si innesta sul successo ottenuto da due neuroscienziati dell’Università di Losanna, i Professori Jocelyne Bloch e Grégoire Courtine: la Fondazione CRT li ha presentati per la prima volta alla comunità scientifica italiana, mettendoli in connessione con il mondo accademico, istituzionale e produttivo al Politecnico di Torino.
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