
Immagine realizzata da Fabio Mandaglio
Zelens’kyj umiliato e vincente
Nel suo primo discorso alle Camere USA appena riunite dopo il suo secondo insediamento alla Casa Bianca, Trump ripropone il suo MAGA pensiero col grande sogno di una AMERICA FIRST! I toni sono quelli autoritari di sempre, che il mondo ha visto nel ring ovale dello studio presidenziale, dove Zelens’kyj, introdotto impreparato, è stato attaccato dal padrone di casa già sull’uscio della magione, prima ancora che il match iniziasse e poi sin dal primo round senza esclusione di colpi.
Una nota distintiva del carattere di Trump, che ormai tutti gli riconoscono, sembra essere l’arroganza, con la quale esercita la sua molta autorità. L’arroganza del suo potere lo pone al di sopra delle regole e lo rende incurante del dissenso; così, non si preoccupa delle conseguenze delle sue decisioni, anche quando riguardano misure dai riflessi negativi sulla collettività amministrata, nella quale potrebbero creare disuguaglianze e fomentare perdita di fiducia nelle istituzioni. In questo contesto, sono per lo più considerati segno di potere esercitato con arroganza i dazi, dal tycoon ventilati prima quasi come minaccia e decretati subito dopo da Presidente, senza preventivi accordi internazionali, destinati a gravare anche su beni di partner come i Paesi dell’Unione Europea che, sebbene storici alleati, sarebbero trattati quasi alla stregua di rivali economici. Alcuni analisti considerano però questi dazi come giuste misure di contrasto della concorrenza sleale in specie cinese e come indispensabile aiuto alle industrie manifatturiere e alla agricoltura dell’America.
Nessuna arroganza nei dazi, quindi, per gli estimatori del presidentissimo, ma strategia muscolare d’un grande imprenditore, che si atteggia in modo autoreferenziale a primario protagonista nella nuova era del commercio globale. Molta arroganza, invece, c’è stata, in sfere diverse di giudizio, nel comportamento di Trump durante l’incontro con Zelens’kyj, vittima inoltre della aggressività di James David Vance, politico di lungo corso noto anche per il suo libro Elegia americana (Hillbilly elegy – letteralmente: Elegia del bifolco), da cui è stato tratto il film che ne illustra infanzia e giovinezza, tra violenza domestica e abusi verbali forse mai dimenticati.
Ma può esistere potere senza arroganza? Può essere esercitato responsabilmente nel rispetto per gli altri senza imposizione, senza prepotenza? Ebbene sì, potrebbe, ma presuppone autorevolezza – che non pare mostrata da Trump – e anche umiltà, ch’è stata invece la cifra di Zelens’kyj. Trump gli ha quasi urlato che non aveva le carte per quel tavolo da gioco e Zelens’kyj, nella sua impacciata sottomissione anche verbale per la non esaustiva padronanza della lingua, gli ha risposto solo che non era lì per giocare a carte. Ma aveva una carta segreta, scoperta dagli avvenimenti successivi: aveva la carta della empatia, che ogni perdente gioca anche in modo non volontario, suscitando condivisioni emozionali per il proprio stato di vittima d’un sopruso: ma povero Zelens’kyj, guarda come l’hanno trattato!
Messo alla porta della Casa Bianca dal personale di servizio, potendosi ancora reggere in qualche modo sulle proprie gambe, provato nel fisico ma indomito nell’orgoglio, poco dopo è stato abbracciato da Keir Starmer e nell’ufficio del Capo del Governo del Regno Unito ha trovato i rappresentanti dell’Europa a tirargli su il morale con attestazioni di fedeltà alla causa della sua martoriata Ucraina, cui hanno aggiunto, però, alate sollecitazione a porre una pezza a colore sullo strappo planetario di qualche ora prima anche perché è nell’interesse dell’Europa non giocarsi l’amicizia di Trump per colpa della intransigenza del “caro Volodymyr”.
Se sarà così, e ce ne sono tutti i segni premonitori, bisognerò dar ragione a chi sostiene che il vero potere non è nel dominio degli altri per ottenere, ma nella capacità di servire con umiltà le grandi cause, captando gli aiuti necessari nella consapevolezza di non farcela da soli, non avendo la forza di pretenderli.
Si vales, vàleo.