Alberto Cirio, Alberto Costanzo, Sarah Disabato, Francesca Frediani e Gianna Pentenero hanno risposto alle domande della moderatrice Filomena Greco e degli imprenditori
Anche i confronti e gli a solo che si sprecano nel corso della campagna elettorale per il rinnovo del consiglio regionale del Piemonte e del Parlamento europeo sono spesso caratterizzati da polemiche sterili, ripetizione di luoghi comuni che sovente hanno poco da vedere con le materie e le competenze di pertinenza delle assemblee elettive.
L’incontro con i cinque candidati alla presidenza della regione Piemonte che si è tenuto lunedì pomeriggio presso la sede dell’Unione industriale di Torino, organizzato da Confindustria Piemonte si è svolto in un clima sobrio dove a domanda specifica, ogni candidato in 3 minuti doveva rispondere in modo pertinente.
Regola che è stata seguita da Albero Cirio e per alcuni versi da Gianna Pentenero.
L’introduzione è toccata al presidente di Confindustria Piemonte Marco Gay che ha evidenziato non solo lo stato di salute dell’economia del Piemonte, partendo dal Pil e dal livello delle esportazioni, ma ha analizzato le motivazioni che potrebbero favorire ed incrementare la crescita delle aziende e di conseguenza dell’economia piemontese e dell’occupazione.
Bene il presente, ma guadando oltre, per capir anche gli orientamenti dei candidati alla presidenza della regione.
Non è mancata l’esposizione analitica degli obiettivi che possono così sintetizzarsi:
- Confermare il progresso di capacità di spesa del settore pubblico allargato (SPA), al netto dei trasferimenti, pari a 4 punti % di PIL per anno.
- Stabilizzare o migliorare la spesa netta in c/cap del SPA pari a circa 10 miliardi annui (7,3% del PIL)
- Confermare la dinamica degli investimenti privati (al 24% del PIL) anche dopo la fine dei bonus edilizi
- Consolidare la dinamica degli investimenti
- Favorire la crescita dimensionale delle imprese (anche per aggregazioni) da micro a piccole e da piccole a medie, per spingere la produttività media e quindi il PIL
- favorire la collaborazione e/o la partecipazione azionaria di medie imprese e quasi medie imprese nelle Start up con forme agevolate reciproche o con incentivi
- Uno sforzo aggiuntivo (rispetto al consolidamento dei risultati conseguiti) di 1,4 miliardi di investimenti p.a. porterebbe in dote il recupero del divario di crescita del primo decennio del 2000
Il Presidente Cirio se l’è cavata alla grande, ricalcando l’utilizzo del partenariato pubblico – privato per la realizzazione degli ospedali ed i risultati della collaborazione con il sindaco Lo Russo per la localizzazione di opere pubbliche in primis l’ospedale che sorgerà alla Pellerina per soddisfar un’ampia zona carente di strutture sanitarie.
Ferma la presa di posizione di Cirio sulla presenza di Stellantis sul territorio. Nei programmi di Cirio è prevista la salvaguardia dell’automotive e delle aziende dell’indotto per cui se la multinazionale non è disposta, nonostante le collaborazioni ed i finanziamenti di governo e regione ad investire su Torino, l’attenzione della regione dovrà concentrarsi su altri investitori, a tutela dell’occupazione e per non disperdere il patrimonio dell’indotto auto.
Questo importante capitolo per Torino potrà trovare situazioni favorevoli con l’ipotetica nuova maggioranza che si stabilità in Europa nel post elezioni, con l’introduzione dei dazi sulle importazioni dalla Cina che oggi sta invadendo il mercato europeo di auto elettriche ricevendo di conseguenza finanziamenti pubblici impropri.
In più occasioni Cirio ha calcato l’attenzione sui rapporti con il mondo produttivo e sulla trasparenza dei contatti ed ha focalizzato l’attenzione sui dati confortevoli del presente illustrati dagli industriali.
Gianna Pentenero che non ha dimostrato troppa dimestichezza con dati e tabelle, non ha potuto confutare il governatore per le scelte che riguardano Torino, in quanto concordate con il sindaco Lo Russo, ma comunque ha dimostrato di considerare le problematiche poste dagli industriali degne di attenzione.
Pentenero ha anche invocato maggior flessibilità sul funzionamento della macchina regionale. Particolare importante, ma sarebbe utile conoscere la sua ricetta che andrebbe inevitabilmente ad impattare contro la difesa sindacale dello statu quo.
Fuori dal coro, nonostante le batture pronte, la candidata del M5S Sarah Disabato che ha rinnovato la polemica e l’avversione su partenariato pubblico-privato che aveva già determinato la rottura del campo largo con il PD.
Disabato ha anche lamentato la lungaggine dei procedere di Finpiemonte nel concedere i finanziamenti alle imprese. Non sarebbe mai troppa l’attenzione da porre sull’azione ed il ruolo della finanziaria regionale dopo gli scandali accaduti nel corso della giunta Chiamparino.
Del tutto lunari le argomentazioni di Francesca Frediani che guida la lista della sinistra estrema. Confonde platealmente il polo aerospaziale in costante crescita e sviluppo, con l’industria bellica…
Poi non è stata neppure in grado di entrare nel merito dei quesiti posti dalla moderatrice e di quando affermato da Cirio e Pentenero.
Ha vomitato slogan non richiesti sulla Palestina, contro la Tav e altre facezie. Parlando genericamente di lavoratori non si è accorta che le istanze di sviluppo e di produzione, ampiamente illustrate dagli industriali e acquisite da Cirio considerano ovviamente una ripresa dell’occupazione.
L’avvocato Costanzo, nuovo a questo tavolo, portatore di istanze al di fuori dei partiti tradizionali, ha premesso di considerare e conoscere le esigenze e i programmi del modo industriale, pur non condividendo alcune scelte.
Ha comunque avuto il merito di affermare pubblicamente l’avversione del suo gruppo alle politiche green e di transizione che, a prescindere dalle esigenze dell’uomo, stanno caratterizzando in modo invasivo ogni indirizzo europeo.
Sarebbe opportuno che quest’affermazione che trova concordi in modo trasversale un numero significativo di elettori fosse presa in considerazione da coloro che, forse in buona fede continuano a ripetere termini comuni, forse senza troppa convinzione e senza badare alle conseguenze.