La maestrina è stata segnalata all’autorità giudiziaria in 29 altre occasioni e ha subito quattro condanne
Ogni giorno siamo sommersi da notizie ed indiscrezioni sulle candidature alle prossime elezioni europee. Dopo mesi di tentennamenti, il PD ha accortamente declinato l’invito del padre di Ilaria Salis, considerata la fedina penale della figlia.
Occasione invece prontamente accolta dal duetto Bonelli e Fratoianni leader di Alleanza Verdi e Sinistra non paghi di aver toccato il fondo con la candidatura ed il sostengo dato a Aboubakar Soumahoro, continuano imperterriti sulla scia del degrado.
Così la notizia è ufficiale Ilaria Salis sarà candidata nel collegio elettorale del Nord Ovest per l’elezione dei deputati italiani al Parlamento europeo.
La sua candidatura è indecente, otre ad essere diseducativa nei confronti dei nostri giovani, già così portati alla violenza e ad una eventuale emulazione, come i recenti fatti sulle piazze d’Italia attestano. Non si può premiare chi ha fatto azioni illegali. E di questo abbiamo contezza, dato che la maestra è stata segnalata all’autorità giudiziaria in 29 altre occasioni e ha subito quattro condanne.
I lettori italiani hanno potuto seguire per mesi la vicenda di una giovane donna rinchiusa nel carcere ungherese. Appariva in catene e ceppi ai piedi, ma era sorridente con il ghigno di sfida provocatoria.
In ogni occasione è stata presentata dal padre come una persona smunta, emaciata e dimagritissima, ma in tribunale non appariva come un esserino così maltrattato.
Silvio Pellico, nel suo immortale romanzo afferma che “Lo svegliarsi la prima notte in carcere è cosa orrenda!” ma chi conosce bene le nostre carceri, dove ogni tanto qualcuno si suicida, sostiene che non sono certamente più accoglienti.
Tra le reazioni fomentate dalle sinistre, i più cauti hanno sperato che la maestrina potesse ottenere gli arresti domiciliari in attesa del giudizio. Alcuni l’avrebbero voluta addirittura libera.
Per mesi ci siamo sorbiti il piagnisteo del padre, più che della sbruffoncella. La diplomazia ha fatto quel che ha potuto, ma non ha ottenuto ciò che veniva richiesto, ossia arresti a casa in Ungheria o addirittura in Italia.
Naturalmente si è scatenato l’inferno. Meloni amica di Orban non ha fatto abbastanza. Qualcuno ha ipotizzato perfino un attacco bellico dell’ Italia per liberare l’impenitente Salis dalle catene e dalle manette che, per altro, anche da noi sono state usate.
Basti citare i casi clamorosi di Enzo Tortora e dell’on. Enzo Carra, scomparso il 3 febbraio dello scorso anno a 79 anni. Le loro foto in manette, che normalmente vengono almeno coperte, sconvolsero l’Italia tutta.
Dunque, ancora una volta, Ilaria Salis è entrata così in aula. Dopo tredici mesi di detenzione, per la seconda udienza del processo in cui è accusata di aver aggredito tre militanti di estrema destra.
Il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, mentre è in corso a Budapest l’udienza per la cittadina italiana, dichiara: “A me preoccupa la cittadina Salis, non mi interessa se poi vogliono candidarla ma se si deve trasformare il processo in scontro politico lo scontro politico non favorisce la signora Salis”.
Ascoltando i pareri di tanti italiani, notiamo un grande disaffezione e una posizione decisamente contraria alla candidatura prevista, oltre all’esercizio della violenza.
Papà Salis sostiene che non è fuga da processo ma tutela dei suoi diritti e invece di guardarsi in casa, considera gli italiani una manica di idioti e afferma: ”Ilaria assume questa decisione non come via di fuga dal processo ma per poterlo affrontare nella piena tutela dei suoi diritti. La strada politica decisa è la più coerente con il suo trascorso politico” e conclude “ringrazio quindi sentitamente la Direzione di Alleanza Verdi e Sinistra ed in particolare Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni per la fiducia accordatagli”.
Tralasciano il gesto goliardico di B&F, alcuni giuristi ritengono che la candidatura non sarà rosa e fiori e il rischio per Ilaria è non essere eletta. Questo il rovescio della medaglia.
Nel caso di elezione a Strasburgo il caso Salis rischia subito di finire sul tavolo della presidenza del prossimo Parlamento europeo, ma ciò «non garantisce la fine della detenzione», spiegano fonti che a Bruxelles hanno familiarità con la gestione delle pratiche dell’immunità da parte del PE. Mentre beneficerebbe immediatamente dell’immunità.
Il rischio, dunque, è che si apra un contenzioso tra il Parlamento europeo e l’Ungheria.
Va comunque considerato anche il diverso trattamento rispetto a Gabriele Marchesi. Infatti Salis padre ha contattato il 29 marzo il capo dello Stato , al quale ha sottolineato il diverso trattamento di sua figlia rispetto a quello riservato a Gabriele Marchesi. Entrambi imputati in attesa di giudizio e accusati degli stessi reati a cui vengono applicate misure opposte.
Infatti Marchesi è riuscito a fuggire ed è ai domiciliari a Milano è già tornato libero, mentre Salis era in carcere a Budapest e nello stesso carcere è tornata. Due cittadini italiani giudicati da due tribunali di due stati diversi con una disparità evidente, sulla quale Salis spera che Mattarella possa intervenire, dato che il Governo non può fare di più.
Naturalmente il capo dello Stato ha assicurato che farà quanto è nelle sue possibilità, che non sono ampie sul piano operativo e passano attraverso il governo, che a sua volta ha già fatto il possibile. Un bel circolo vizioso.
Sarà fatto il possibile per liberare Ilaria Salis, ma fra le possibilità quella di una sua candidatura, lo ribadiamo, è indecente. Non si può premiare chi ha fatto azioni illegali e in proposito la maestra è stata segnalata all’autorità giudiziaria in 29 altre occasioni e subito quattro condanne.
Ed è bene non dimenticarlo!
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È un’indecenza!!!