
Forza Italia, mediante il suo Capogruppo in Consiglio Comunale, Franco Civallero, incalza l’Assessore Spedale sulla compravendita di Palazzo Chiodo.
Il 20 gennaio 2025, il Settore Patrimonio del Comune di Cuneo, in una nota scarna e poco trasparente, scriveva: “Si è concluso oggi il percorso di vendita di Palazzo Chiodo alla società Olivero s.r.l. di Fossano, per un valore di € 2.400.000,00. La vendita è avvenuta ottemperando a tutte norme vigenti che hanno previsto, prima dell’aggiudicazione definitiva, le verifiche sul possesso dei requisiti di ordine morale dell’aggiudicatario e delle sue capacità di contrarre con la pubblica amministrazione”.
Verrebbe da dire: ci mancherebbe altro!
Il Patrimonio – che in Giunta è rappresentato da Alessandro Spedale – ha anche aggiunto che “il Ministero della Cultura è stato informato del trasferimento del bene, avendo il Ministero la possibilità di esercitare una eventuale prelazione sui beni vincolati di interesse culturale”.
Il fatto che un Comune segua le procedure legislative e normative quando si pone come soggetto di una compravendita non dovrebbe essere oggetto di notizia. Dovrebbe essere la normalità.
Ciò che lascia basiti è il modo di tergiversare le questioni quando un Consigliere Comunale pone delle legittime domande all’Assessore al Patrimonio e, con esso, al Sindaco.

Diciamo questo dopo che il Consigliere Comunale Franco Civallero, “Forza Italia”, ha scritto: “Riteniamo giusto e doveroso che l’intera Cittadinanza sappia se il finanziamento per l’acquisto di Palazzo Chiodo è stato integralmente estinto ed a quanto ammonti il costo finale di detto finanziamento. In sintesi non pare difficile che l’Amministrazione possa dichiarare pubblicamente quanti denari sono stati versati dal Comune in adempimento e quanti ne deve ancora versare”.
La domanda del Consigliere Civallero è più che pertinente dal momento che il Comune di Cuneo, a suo tempo, per acquistare Palazzo Chiodo aveva “aperto un finanziamento pluriennale con rate di peso consistente per le casse comunali”.
L’Assessore Spedale, nel parlare della vendita alla Olivero s.r.l., si limitò a dire: “Si è concluso oggi un percorso non semplice e di cui siamo soddisfatti perché da un lato ha permesso all’Amministrazione di recuperare la stessa somma che era stata investita a suo tempo, dall’altro a garantire al Palazzo la possibilità di essere riqualificato. L’intervento di recupero lo riporterà, infatti, all’originaria bellezza e preziosità. Avremo così un ulteriore, nuovo tassello di valore nella parte storica della città, che negli ultimi anni ha visto un indiscutibile processo di riqualificazione”.

Dall’Assessore al Patrimonio ci si aspetterebbe una dichiarazione con cifre, dati, numeri e incontrovertibili “pezze giustificative” delle spese sostenute.
Il discorsetto sulla riqualificazione urbana, sul patrimonio storico-artistico, e altre amenità da “fuffa politica” non è propriamente consono quando una parte di città vuole sapere dove finiscono i soldi dei pubblici contribuenti.
Tutto bello e tutto interessante ma se il Consiglio Comunale chiede spiegazioni in merito a spese sostenute – con soldi pubblici – chi amministra la città dovrebbe fornirle, senza batter ciglio.
“Eppure così non sembra…”, come scrive Franco Civallero, dal momento che “l’Amministrazione comunale a trazione PD continua a tergiversare”. Per molti cuneesi, ed è legittimo, è “necessario conoscere i costi dell’intera operazione” sulla vendita di Palazzo Chiodo.