
La passione del sindaco e della giunta per natura e animali, rappresenta un pericolo per l’uomo. Ma chi se ne importa!
La passione per l’ambiente e i cani randagi della giunta comunale di Torino, può causare danni alle persone e agli animali stessi. Non si curano le aiuole e in diversi giardini sono state rinvenute bisce che hanno provocato danni ai cani, ma per Lo Russo la via da seguire non si cambia. Ma ben altri pericoli si celano all’orizzonte. Ce lo segnala il capogruppo in consiglio comunale di “Torino Libero Pensiero”, Giuseppe Iannò.
E’ preoccupante il numero di cani randagi vaganti che da tempo impauriscono chi frequenta il parco dell’Arrivore e che si nascondono nella fitta vegetazione e affamati si spostano alla ricerca di cibo. Frugano tra i cestini dei rifiuti e molto spesso aggrediscono anche altri cani, che vengono condotti quotidianamente al parco.
L’Amministrazione riesce a programmare un intervento risolutivo, si chiede il capogruppo Iannò?
Sembrerebbe di no, secondo la risposta fornita lunedì dall’Assessore competente alla mia interpellanza.
A parte i soliti monitoraggi, risulta che ci sia stata una sola segnalazione di aggressione e i nuovi soggetti catturati non possono essere inseriti nelle due aree recintate dedicate in via Germagnano in quanto già al massimo della capienza e intanto, si stanno costruendo due nuove aree recintate”.
La risposta dell’assessore è perlomeno irresponsabile quando afferma che
“dal primo gennaio di quest’anno sono stati catturati 31 soggetti, di cui 6 adulti e 25 cuccioli e l’ultimo intervento predisposto tra il 13 e 14 febbraio ha visto la cattura di 4 adulti e 3 cuccioli, questi ultimi tutti adottati”. Cosa significa?
Che i cittadini con bambini ed animali al seguito non potranno fruire dei nostri parchi pubblici, per la bieca volontà avversa di sindaco e giunta?
Ciò significa contraddire le aspirazioni ecologiste e non tutelare i cittadini. E’ un atteggiamento ampiamente riprovevole.
Conclude Iannò: “L’estate è alle porte e sarò costretto a scrivere una nuova interpellanza?”
Intanto l’esasperazione dei torinesi aumenta.
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