
Le famiglie italiane sono allo stremo delle forze. Cosa fa il Governo?
Il 1 luglio l’ISTAT ha pubblicato un report angosciante rilevando che “secondo le stime preliminari l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività, al lordo dei tabacchi, registra un aumento del +1.2% su base mensile e del +8.0% su base annua”. Nel mese di maggio 2022 il dato su base annua era del +6.8%.
La tendenza inflazionistica sta crescendo ormai da diversi anni ma è indubbio che gli ultimi quattro anni di legislatura abbiano peggiorato senz’altro la situazione. Era dal gennaio del 1986 che l’ISTAT non rilevava una crescita così spropositata dei prezzi sul cosiddetto “carrello della spesa”: allora l’indice aveva raggiunto quota +8.6%.
I beni che gravano maggiormente sulle tasche degli italiani sono quelli energetici che passano da un +42.6% ad un preoccupante +48.7%. I beni alimentari lavorati passano da un +6.6% ad un +8.2% mentre quelli non lavorati passano da un già alto +7.9% ad uno spropositato +9.6%.
Visto il caro carburanti degli ultimi quattro mesi viene consigliato alla popolazione di usare i mezzi di trasporto pubblico ma non si tiene conto che, anche nel settore relativo ai trasporti, l’aumento dei prezzi è passato dal +6.0% all’attuale +7.2%. Anche prendere un bus sta diventando un lusso per pochi.
Va tenuto presente, inoltre, che l’Italia è una nazione di anziani e che la maggior parte di essi percepisce pensioni mensili decisamente inferiori a 1.000 euro. Come faranno questi italiani a far fronte a questi rincari continui e perentori che non lasciano spazio all’ottimismo?
Sempre l’ISTAT – in uno studio pubblicato il 23 giugno scorso – ci dice che al 1 gennaio 2021 in Italia vi erano 17.177 persone che avevano compiuto i 100 anni (1.111 delle quali aveva addirittura superato la soglia dei 105 anni). Questi cittadini come fanno a reggere ad un clima inflazionistico simile?
Il Governo Draghi, che la maggioranza del mainstream dell’informazione chiama “governo dei migliori”, sta letteralmente portando gli italiani alla fame.
In queste settimane abbiamo monitorato alcuni supermercati per vedere se il “carrello della spesa” era davvero diventato più caro ed abbiamo dovuto constatare che i prodotti di più ampio consumo come il pane, la pasta, la passata di pomodoro, lo zucchero, lo yoghurt e l’olio hanno avuto impennate a dir poco esorbitanti.
A Cuneo, per esempio, un pacco di pan bauletto da 400g è passato da 0.64 euro di aprile agli attuali 0.78 euro; una confezione da otto vasetti di yoghurt 0.1% di grassi è passata da 1.89 euro di aprile agli attuali 2.29 euro. 0.14 euro di aumento sul pane e 0.40 euro sullo yoghurt.
Una famiglia con due figli, se continuerà una crescita così alta dei prezzi al consumo, si dovrà trovare a scegliere tra il cibo e la malnutrizione!
Un governo che non si rende conto della situazione che si è venuta a creare, e che continua a mandare avanti il Paese a suon di bonus, non solo è irresponsabile ma è anche complice della carestia che sta falcidiando le famiglie italiane.
Monitoreremo senz’altro questa situazione nella speranza che il Parlamento smetta di perder tempo con il Ddl Zan, lo Ius Soli ed altre amenità concettuali ed inizi a prender atto della situazione emergenziale che ammorba il Paese da nord a sud.