Prima o poi i nodi vengono al pettine
“Nel mezzo del cammin di nostra vita, mi ritrovai per una selva oscura, che la diritta via era smarrita!”
Chi si ricorda questi versi scritti un po’ di tempo fa?
Attualmente noi ci troviamo esattamente in quella condizione e non è la prima volta che ciò accade. Pare che questo fatto si sia già presentato trentatré volte durante il processo del divenire dell’essere umano. Secondo alcuni scritti, questa sarebbe “l’età dell’umanità” attuale. Per gli esseri viventi che la costituiscono, ogni “anno dell’umanità” corrisponderebbe a un ciclo temporale evolutivo di decine di migliaia di anni.
Ed è proprio nel bel mezzo di ognuno di questi cicli che avviene ciò a cui le parole citate si riferiscono.
Ci troviamo in una selva oscura, in una situazione non chiara e intricata da cui non si intravede via di uscita.
Davanti a noi ora appare un burrone, un vuoto! È ciò che percepiamo tutti ricavandone un senso di smarrimento! Siamo in una posizione bloccata dalla paura! Non possiamo tornare indietro, è ovvio, e neppure andare avanti per paura del vuoto, dell’ignoto! Proseguire è un rischio!
Possiamo ricevere qualsiasi tipo di assicurazione sulla possibilità che abbiamo di volare, ma non ci crediamo al punto di farlo davvero!
Come quando ci capita un incidente o muore una persona cara e si sconvolge l’equilibrio della nostra vita, succedono delle cose strane. Cose che cerchiamo di far rientrare nella normalità in tutta fretta. Tre giorni bastano per iniziare a dimenticare e tornare alle solite abitudini. La vita continua, lo show deve continuare.
Nonostante tutti gli sforzi, però, non tutto può essere dimenticato. Alcune cose strane che sono accadute in tali frangenti continuano a presentarsi nei nostri pensieri e a lavorare sulla nostra coscienza.
Cominciamo a renderci conto che, dopo aver vissuto parte della vita ad occhi chiusi, ad un certo punto, volenti o nolenti, capita qualcosa che ci costringe ad aprire gli occhi! Così cominciamo a vedere che quello che credevamo esistesse, non c’era già più da tempo, come le stelle che vediamo ancora brillare nel cielo, anche se sono sparite già da anni luce!
Questa è la situazione!
Si cominciano a percepire cose diverse fuori o dentro di noi! Arrivate a maturazione, apparentemente di punto in bianco, esse si rivelano!
E quando accadono dentro di noi, può capitare che ci si senta “diversi”, non più come prima. Si sente che dentro di noi qualcosa è cambiato, anche se non si sa cosa!
Non ci si sente più a posto da nessuna parte!
Nascono pensieri strani, affiorano dal profondo sensazioni strane!
Quando queste cose richiamano in noi la necessità di andare oltre il nostro stato attuale, al quale siamo abituati ma che lasceremo volentieri per uno migliore, il tentativo che tutti cercano di fare è saltare dalla vecchia alla nuova condizione percepita. Un tentativo di intraprendere il cammino più diretto possibile verso la meta intravista, facendosi inevitabilmente male!
Perché, come potete vedere nello schema, non c’è niente su cui poggiare, solo vuoto! L’unica possibilità è scendere nel burrone e risalire dall’altra parte!
“lasciate ogni speranza, o voi ch’entrate!”
Scendere nel burrone, nell’ignoto, significa scendere nel nostro profondo, in quella parte di noi dove abbiamo sempre evitato di andare per tutta una serie di ragioni, per paura, per convenienza, per ignoranza.
Ma quella parte oscura rappresenta oltre il 95% di noi stessi e governa il 5% cosciente, che lo si voglia o no!
Quindi se si vuole riprendere il controllo di noi stessi, anziché essere controllati dalle forze che risiedono indisturbate in questa oscurità, occorre scendere, guardare, comprendere, accettare e poi intraprendere la risalita in modo cosciente.
Avendo chiaro quali sono le leggi e i princìpi su cui si basano le cose, potremo smettere di fare continuamente tentativi folli di evitare ciò che non può essere evitato! Dobbiamo tornare ad essere coscienti di chi siamo!
Questo cammino di conoscenza di sé, che Dante ha così ben descritto, è una discesa nel proprio inferno per poi risalire attraverso il purgatorio fino ad un punto da cui inizia un mondo sconosciuto e senza limiti, dove ritorna ad agire “amor che move il sol e l’altre stelle”, dove conta solo vivere direttamente nella verità. Cammino che però nessuno vuole percorrere!
A questa vera conoscenza diretta si preferisce sostituire un surrogato di conoscenza più gestibile, anche se falsa. E su tale falsa conoscenza, fede, arte e scienza hanno costruito il nostro mondo e il loro potere!
Tutti insieme stiamo cercando di costruire un ponte per superare quell’oscuro abisso che siamo noi stessi! Ma, come sappiamo bene, anche per costruire un ponte occorrono appoggi sicuri, altrimenti la sua sorte è segnata in partenza!
Quindi, volenti o nolenti, in quell’abisso, prima o poi, ci dobbiamo scendere; se lo faremo di nostra iniziativa, saremo messi nella condizione di poterlo fare equilibratamente, potremo scendervi secondo le nostre possibilità, altrimenti prima o poi ci cadremo dentro insieme al ponte con tutte le relative conseguenze!
Immaginate di dover costruire un ponte di corde e legno sopra un dirupo in cui tira un vento fortissimo; come faremo a lanciare e fissare le corde all’altro lato, e qualora tutto riuscisse, come faremo a percorrerlo senza cadere mentre viene sferzato e fatto oscillare dal vento?
Questo è quanto stiamo provando a fare in un delirio di onnipotenza!
Cerchiamo scorciatoie che non esistono!
Mentre abbiamo tutto quello che serve per percorrere il nostro proprio cammino di conoscenza!
Un cammino che può essere percorso in un istante in questa vita o attraverso le esperienze concatenate di miliardi di individui che sono avvicendati, si avvicendano e continueranno a farlo, come in una staffetta infinita, nel piccolo universo che ogni sistema dell’essere umano originale costituisce!
Un cammino che deve essere profondamente ed ardentemente desiderato come l’unica ragione di vita!
Un “de-siderio” da “per-correre” con il proprio essere, un cammino
“dalle stelle alle stalle e dalle stalle alle stelle”
Schema e testo
Pietro Cartella
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