Di Alessandro Mella
L’Italia di fine ‘800, detta anche “Italia umbertina”, fu quella che dopo aver completato il Risorgimento cercò di costruire la società e lo stato italiano. Anche se non senza difficoltà.
Tuttavia, in quel tempo il nostro paese beneficiò della lungimiranza e dello spirito filantropico di decine di imprenditori, borghesi e nobili illuminati desiderosi di contribuire al benessere sociale. Un’opera perpetua, spesso sincera, tesa anche a rendere meno spinose le tante tensioni sociali ed umane di quel tempo.
A Torino, nella borgata Regio Parco, l’imprenditore savoiardo Luigi Chapelle, originario di Chambery, volle con forza e determinazione erigere un asilo da destinare alle famiglie che si erano raccolte attorno agli opifici presenti nella zona.
Fu tenace sia nella realizzazione che nella raccolta dei fondi necessari, ben 25.000 lire dell’epoca. Alla sottoscrizione parteciparono anche le autorità cittadine e la Real Casa di Savoia con re Umberto I prima di tutti. Non bastando, comunque, le oblazioni lo stesso Chapelle si fece carico personalmente di un mutuo per finanziare la costruzione della palazzina. (1)
Finalmente nell’estate del 1880 la struttura fu pronta per iniziare la propria opera benefica. (2)
L’inaugurazione, il 1° agosto 1880, fu davvero solenne.
Autorità ed invitati, rappresentanti delle associazioni, giunsero di prima mattina per i discorsi e la declamazione delle poesie ad opera degli allievi. Seguirono la visita dei locali ed un bel concerto con ballo di beneficienza. Alla cerimonia prese parte la banda musicale del Municipio di Torino. (3)
Si trattava di un qualcosa di davvero importante per la comunità poiché alle famiglie dei lavoratori fu data la possibilità di affidare i bambini, nell’orario di lavoro, assicurando loro istruzione ed educazione. Nel 1884, quattro anni dopo l’avvio del servizio, l’asilo contava mediamente 80/90 bambini presenti, i quali pagavano solo 5 centesimi per la minestra. (4)
Il fondatore e benefattore, il generoso Luigi Chapelle, colpì molto il buon cuore del re che volle conferirgli l’ordine della Corona d’Italia di sua iniziativa:
Onorificenza ben meritata – S. M. Umberto I, degno successore dei suoi antenati, si degnò, di motu suo proprio, di nominare a cavaliere della Corona d’Italia l’instancabile e operosissimo industriale signor Luigi Chapelle, fabbricante di tessuti lana filata al Regio Parco, quegli che ideò e cooperò sì largamente l’erezione dell’Asilo infantile, inauguratosi solennemente domenica mattina, 1° agosto, in detta borgata, sotto il patronato di Umberto I (…).
Il signor cav. Chapelle è di Ciamberi, e trasportò a Torino la sua industria dopo l’annessione della Savoie alla Francia, e con detta industria rianimò la borgata del Regio Parco coll’occupare nel suo stabilimento più di 400 operai. Uomo filantropico, fu sempre largitore in opere di pubblica beneficenza, e da vero padre di famiglia seppe guadagnarsi la stima e benevolenza di quanti lo avvicinarono. (5)
Nel 1890, con Regio Decreto 27 febbraio pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del Regno il 21 marzo, l’asilo fu eretto in ente morale e munito di apposito statuto. Questo per semplificarne e garantirne le attività, quelle di cui la popolazione proletaria del borgo beneficiava grandemente. L’asilo, infatti, era una vera ed amata istituzione al punto che nel 1930 si celebrò volentieri il cinquantesimo anniversario di fondazione:
Il cinquantennio dell’Asilo infantile di Regio Parco. Questa mattina l’Asilo Infantile Umberto I di Regio Parco, festeggerà ii suo cinquantesimo anno di esistenza con una solenne manifestazione che sarà festa di bimbi e tributo di riconoscimento ai benemeriti dell’istituto e specialmente all’ottima direttrice signorina Clotilde Sericano, decorata della medaglia d’argento della Pubblica Istruzione. (6)
Oggi l’Asilo dedicato al “re buono” è ancora vivo ed operoso nel capoluogo sabaudo ove funge da scuola dell’infanzia comunale. Tenendo viva la memoria di tempi lontani, di quando i grandi imprenditori sentivano il dovere di concorrere alla vita civile e sociale condividendo con opere pie il benessere che avevano saputo costruire. Tempi lontani davvero, con i loro pregi e difetti e certo e comunque da ricordare. Anche attraverso una palazzina che spesso sfugge agli occhi dei passanti distratti cui potrebbe raccontare tante favole vere.
Alessandro Mella
NOTE
1) Barico, Pietro, Gli asili d’infanzia o le scuole infantili in Torino, Vincenzo Bona, Torino, 1884, p. 83.
2) Gazzetta Piemontese, 213, Anno XIV, 2 agosto 1880, p. 2.
3) La Gazzetta del Popolo, 212, Anno XXIII, 31 luglio 1880, p. 4.
4) Barico, Pietro, Gli asili d’infanzia o le scuole infantili in Torino, Vincenzo Bona, Torino, 1884, p. 83.
5) La Gazzetta del Popolo, 226, Anno XXXIII, 14 agosto 1880, p. 10.
6) La Stampa, 154, Anno LXIV, 29 giugno 1930, p. 7.
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