Di Alessandro Mella
Abbiamo spesso parlato di Donne eroiche sia nella vita militare che in quella civile. Talvolta capaci di azioni straordinarie di fronte alle avversità della guerra e della politica come della vita.
Ma in questo caso sarà curioso raccontare brevemente la vicenda di Maria Peressoni eroina della quotidianità, del soccorso e del coraggio nelle montagne friulane tra ottocento e novecento.
Tutto accadde a Fielis, in provincia di Udine, nel lontanissimo 1899. Quel giorno Maria e Teresa Agostinis, figlie di Antonio, erano scese in compagnia della nostra giovane verso Arta Terme per portare alla vendita un quintale e mezzo di fieno. Liberatesi del peso le tre, volendo risalire verso casa un poco prima, decisero di prendere una scorciatoia. Giunte nei pressi del But, un torrente posto sotto Avosacco, si trovarono di fronte ad un ponticello piuttosto male in arnese e facendosi coraggio presero ad attraversarlo. (1) Non senza incertezza poiché le acque, da sotto, parevano piuttosto impetuose ed agitate. Giunte verso metà la più inquieta, la Teresa, si sporse un po’ troppo e finì diritta nelle gelide e spumeggianti correnti. E cadde tirandosi dietro le altre due e come se non bastasse prese ad aggrapparsi alla sorella al punto da impedirne ogni movimento e lasciando libera solo la Peressoni che poté portarsi a riva faticosamente. Ma nessuno si trovava nei dintorni ed allora quest’ultima iniziò a correre lungo il corso del torrente per seguire le altre due nella speranza di trovare un’occasione per recare loro soccorso. Ormai le correnti sembravano aver ragione delle giovinette, rapidamente portate verso valle dallo scorrere violento dell’acqua, quando la Peressoni, fattasi coraggio, si rigettò riuscendo da lì a poco a raggiungerle per riportarle sulla sponda salvando loro la vita. (2)
Il 14 marzo 1900, in occasione del genetliaco del buon Re Umberto I, questi le fece pervenire la medaglia d’argento al valore civile con la seguente motivazione:
Peressoni Maria, contadina, il giorno 10 maggio 1899, in Zuglio (Udine), espose a serio rischio la vita salvando due donne che stavano per affogare nel torrente But. (3)
Fu proprio in occasione dei festeggiamenti del compleanno reale che la Maria Peressoni venne decorata e festeggiata dal suo paesello. Ignari tutti del fatto che quella commemorazione del genetliaco del sovrano sarebbe stata l’ultima poiché Umberto sarebbe stato assassinato dalla mano vile del Bresci pochi mesi dopo.
La giovane Maria divenne un’eroina civile stimata ed amata nel suo comune e nella Carnia, quasi una progenitrice delle più celebri e non meno eroiche portatrici carniche della Grande Guerra. Il suo esempio, malgrado il tempo trascorso, resta davvero degno di ricordo e memoria. Soprattutto se collocato in un’epoca in cui le Donne sembravano relegate a ruoli infelici e ben più ingrati di quanto meritassero.
La sua azione coraggiosa, dunque, dimostrò quanto esse valgano sempre e comunque e come sappiano farsi eroiche in ogni circostanza.
Alessandro Mella
NOTE
(1) Il But è il torrente che divide Zuglio, di cui Fielis è frazione, da Arta. In magra si tratta di un ruscello modesto e di facile passaggio. Ma in tempo di piena le acque diventano potenzialmente pericolose.
(2) Illustrazione Popolare – Giornale per le famiglie, Volume XXXVIII,1901, p. 123.
(3) Gazzetta Ufficiale del Regno d’Italia, 60, 13 marzo 1900, p. 995.
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