Di Alessandro Mella
La figura di Alessandro Lamarmora ha senz’altro qualcosa di epico, a lui si deve la nascita del glorioso corpo dei bersaglieri. Specialità della fanteria che tanto valore ha profuso nel tempo e che tanto ci rende orgogliosi.
Fu, appunto, in epoca carloalbertina che egli ottenne la creazione del corpo di sua ideazione. Correva l’anno 1836 e quello fu l’inizio di una epopea adamantina.
La storia del fondatore è, di per se stessa, leggenda epica e l’Italia non ha mancato di omaggiare questa bellissima figura.
Così volle fare anche Roma, la capitale del giovane Regno d’Italia, in vista delle celebrazioni per il cinquantesimo di fondazione della specialità che Lamarmora aveva voluto.
La giunta, nella seduta del 28 ottobre 1885, deliberò di creare un monumento, un busto, da collocare sul Gianicolo a ricordo del valoroso generale caduto tanti anni prima in Crimea. In occasione della delibera l’amministrazione dell’Urbe si espresse molto esplicitamente ventilando l’auspicio che l’inaugurazione potesse avvenire proprio il 18 giugno 1886. Tutti i giornali del tempo furono concordi nel ritenere che non potesse esserci collocazione migliore dello stesso Gianicolo. (1)
L’opera risultò di dimensioni superiori al vero e fu affidata allo scultore Grifoni e quindi fusa dal cav. Alessandro Nelli. La spesa fu coperta per lo più dalla Società degli ex Bersaglieri di Roma con il concorso del comune che, tra l’altro, finanziò anche il basamento. (2) Sullo stesso fu disposta la scritta: “Ad Alessandro Lamarmora i bersaglieri italiani auspice il Comune di Roma XVIII giugno MDCCCLXXXVI”. I veterani, per pagare la realizzazione del monumento, crearono una sottoscrizione pubblica in specie tra i reduci e militari dei fanti piumati. (3) La somma, malgrado gli sforzi, ancora risultava non del tutto raggiunta alla vigilia dell’inaugurazione pur confidando i promotori nella felice risoluzione. (4)
Le ricerche di Cinzia del Masi ci dicono che avendo l’autore pensato all’opera nel 1884 essa risultò effettivamente diversa dagli altri busti e che nel 1926 il Grifoni segnalò al comune il cattivo stato della statua. Addirittura, qualche facinoroso aveva rubato le lettere di bronzo della scritta. (5)
Di grande valore fu la cerimonia inaugurale che, in effetti, si tenne il 18 giugno 1886 esattamente come la giunta comunale aveva immaginato al tempo della deliberazione per l’edificazione del monumento:
A Roma, invece, dove risiede il Re e palpita il cuore dell’esercito, essa ebbe carattere generale e politico. L’inaugurazione del busto di Alessandro Lamarmora sul Gianicolo, ha dato a quella festa un’impronta che non poteva avere in nessun altro luogo, poiché essa ha servito, glorificando l’ esercito, a consacrare l’opera meritoria che le armi italiane hanno compiuta, e che ha ricevuto il suo coronamento nel giorno in cui l’esercito, scalando per la breccia dischiusa le mura dell’antica città, dava l’ultimo crollo a quanto rimaneva ancora delle istituzioni civili che il medio evo aveva trasmesse in dolorosa e funesta eredità all’Italia e al mondo. (6)
All’inaugurazione del busto ad Alessandro La Marmora intervenne il ministro della guerra, on. Ricotti, e cinque altri generali, i quali vestivano l’alta montura. Vi intervennero dieci Associazioni politiche ed operaie con le relative bandiere e la musica, ed il 3° reggimento Bersaglieri. L’assessore Bastianelli pronunciò un patriottico discorso, al quale rispose il colonnello dei Bersaglieri. Il busto inaugurato è molto apprezzato come opera d’arte. I Bersaglieri sfilarono al passo di corsa fra gli applausi degli astanti. (7)
Ancora oggi l’opera si erge al suo posto e dalla passeggiata osserva il via vai dei turisti e dei cittadini al Gianicolo, in quel luogo così pieno di storia e di memoria della patria comune.
Alessandro Mella
NOTE
1) L’Illustrazione Italiana, 27, Anno XIII, 27 giugno 1886, p. 552.
2) Gazzetta Ufficiale del Regno d’Italia, 123, 26 maggio 1886, p. 2795.
3) Serpieri, Raffaello, I bersaglieri nella commemorazione del 50° anniversario di istituzione del corpo, Carlo Voghera Tipografo, Roma, 1886, p. 129.
4) La Sentinella delle Alpi, 132, Anno XXXVII, 5-6 giugno 1886, p. 2.
5) http://www.specchioromano.it/fondamentali/Lespigolature/2016/09%20SETTEMBRE/Il%20busto%20di%20Alessandro%20La%20Marmora.htm (Consultato il 16 settembre 2023).
6) La Voce del Lago Maggiore e dell’Ossola, 50, Anno XXI, 22 giugno 1886, p. 2.
7) Gazzetta Piemontese, 168, Anno XX, 19 giugno 1886, p. 1.