Di Alessandro Mella
Furono terribili i mesi che andarono dal settembre al maggio 1945. Tempi in cui le persone, per scelta, per coscienza od a volte per caso, dovettero scegliere da quale parte del mondo stare.
Decidere se nascondersi o fare la propria parte in un mondo che cambiava e così fecero migliaia di giovani. Chi nelle crepuscolari e disperate truppe della Repubblica Sociale e chi in una Resistenza nella quale lottavano monarchici, comunisti, liberali, repubblicani, , socialisti, azionisti, cattolici e tanti altri.
Ci fu, tra questi ultimi, un giovane proveniente da una nobile famiglia, il diciassettenne conte Giorgio Fossa.
Egli nacque a Torino il 22 dicembre figlio del patrizio Angelo e della nobile signora Maria Maddalena Battaglin. (1) Prese la via degli studi frequentando l’Istituto Rosmini:
Tra gli eroi della Resistenza ci piace ricordare soprattutto tre nostri alunni che caddero vittime del loro patriottismo sui monti della nostra regione ossolana: Giorgio Fossa, Attilio Moneta, Ferruccio Marchioni. (2)
Giovanissimo, forse turbato dai gravi eventi dell’estate 1943, egli decise di raggiungere i partigiani cattolici in Val d’Ossola ed unirsi a loro nella lotta per la libertà. Fu inquadrato proprio nella “Divisione Valdossola”. (3)
Incalzata la sua formazione, ai tempi della Repubblica dell’Ossola, lui ed altri patrioti dal fazzoletto verde tentarono, con la funivia di Goglio, di mettersi in salvo. Tuttavia, un guasto bloccò la cabina e solo a forza di braccia gli operatori riuscirono a portarla in una posizione di sicurezza. Da lì i nostri tentarono la salvezza gettandosi l’uno dopo l’altro verso il basso. Ma in questa fase furono scorti da un manipolo di soldati tedeschi sopraggiunti che aprì immediatamente il fuoco falciandoli. In quattro alla fine restarono in terra: il nostro Giorgio, Gaudenzio Pratini, Giuseppe Faccioli e Giuseppe Conti. (4) Altri, purtroppo, furono catturati dalle milizie germaniche e destinati a peggiori sofferenze.
Ma Giorgio Fossa aveva tentato di resistere, era fuggito nei boschi inseguito dagli Alpenjager e poi, gettatosi in una buca, aveva preso a sparare finché, esaurite le munizioni, era stato stroncato dal fuoco nemico. (5)
Inizialmente il giovane fu deposto in una tomba del cimitero di Croveo ma, a guerra finita, fu restituito finalmente ai suoi cari che, disperati, per anni ne ricordarono ogni anno la scomparsa:
IL FIGLIO DEL CONTE FOSSA, COMMEMORATO NEL SESTO ANNO DELL’ECCIDIO. La sig.ra Lina Duranti ha fatto erigere una croce di ferro sul posto dove è caduto il giovane partigiano diciassettenne Giorgio Fossa di Torino. Con lui sono stati colpiti dalla barbarie tedesca tre altri suoi compagni partigiani diretti nel Vallese: Conti Giuseppe di a. 22 da Milano; Facciola Giuseppe di a. 34 da Milano; Pratini Gaudenzio di a. 20 da Vogogna. Le loro salme furono esumate dal Cimitero di Croveo e trasportate nella loro patria il 23 e 24 maggio del 1945. Addì novembre fu benedetta la croce e suffragati i poveri Estinti sullo stesso luogo del loro martirio. (6)
Nel 1° anniversario della morte del Conte Giorgio Fossa eroe e patriota della Valdossola caduto in combattimento a Coglio i genitori inconsolabili invitano quanti lo conobbero ed amarono a partecipare alla Messa di suffragio che sarà celebrata nella Chiesa di S. Carlo il 17 corr. alle ore 10. (7)
Ci vollero molti anni prima che il sacrificio del giovane Giorgio venisse riconosciuto dalle autorità. E solo nel 1974 gli fu conferita una medaglia di bronzo al valore militare alla memoria:
FOSSA Giorgio, nato il 22 dicembre 1927 in Torino. Appena sedicenne abbandonava gli studi fuggendo dal collegio e, raggiunta la formazione Val d’Ossola, portava a compimento con impegno e risoluta determinazione varie e rischiose imprese. Comandato con pochi altri partigiani quale elemento di sicurezza in retroguardia, al grosso della sua formazione, venutosi a trovare a contatto con preponderanti forze avversarie in condizioni che ne impedivano sia lo sganciamento sia un’efficace difesa, anziché arrendersi, impegnava impari lotta e la sosteneva fino all’esaurimento delle munizioni, cadendo infine da prode al grido di «Viva l’Italia libera». Fronte del Devero (Baceno-Novara), 17 ottobre 1944. (8)
Oggi Giorgio riposa in un cimitero torinese ove i genitori affranti, che già avevano perduto una sua sorellina, lo vollero vicino. Di lui nel torinese si parla poco ma la sua memoria è ancora viva nell’Ossola ove egli si coprì di gloria per la sua causa preziosa:
A Goglio di Baceno l’Anpi Provinciale e il Comitato Caduti Partigiani di Goglio hanno celebrato la tradizionale commemorazione dell’eccidio del 17 ottobre 1944, quando furono uccisi quattro partigiani della brigata “Valdossola”, e ferite più persone. Giuseppe Conti, 22 anni di Bruzzano (MI), disegnatore; Giuseppe Faccioli 32, di Milano Greco, operaio meccanico; Gaudenzio Pratini 20, maniscalco, originario di Vogogna; Giorgio Fossa 17 anni, originario di Torino, furono gli ultimi caduti della storica Repubblica dell’Ossola.
Essi facevano parte di un gruppo di una ventina di persone che cercavano di mettersi in salvo in Svizzera servendosi della funivia del Devero, con l’intento di raggiungere il passo della Rossa e da lì passare il confine. Il loro sogno di salvezza e di libertà si è infranto tragicamente sulla funivia di Goglio.
Presenti diverse Autorità, tra cui i sindaci di Baceno Andrea Vicini e di Vogogna Marco Stefanetta, l’ass. Aldo Giavina per Pieve Vergonte, Stefano Costa, per la Provincia, Autorità Militari, Civili e Rappresentanze delle Associazioni con i diversi gonfaloni e gagliardetti. La commemorazione è stata tenuta, con un’accorata e convincente orazione, dalla prof. Antonella Braga, che recentemente ha ricevuto il premio “Repubblica partigiana dell’Ossola”.
Alla cerimonia è seguita la visita alla stazione della funivia, che è stata trasformata in museo, che raccoglie le testimonianze, i documenti e le immagini che raccontano quella pagina di storia. Ricordato il suo fautore Angelo Bersani, famoso come il “pittore del Devero”. A lui si deve l’avvio della commemorazione dell’eccidio di Goglio. (9)
In tempi in cui, troppo spesso, ci si trova a domandarsi quale educazione noi si dia ai nostri giovanissimi, il ricordo di Giorgio Fossa dovrebbe diventare un esempio prezioso di quel che anche i giovanissimi possono fare per la libertà di tutti e tutte noi. Ecco perché ricordarne le gesta è un dovere morale.
Alessandro Mella
NOTE
1) Borella, Andrea, a cura di, Annuario della Nobiltà Italiana, Edizione XXXIII, Volume I, Teglio, 2020, p. 2224.
2) Illustrazione Ossolana, 4, Anno XVI, 1° ottobre 1974, p. 110.
3) Commissione Lombardia per l’accertamento delle qualifiche partigiane, scheda Giorgio Fossa tramite il portale Partigiani d’Italia.
4) Il Verbano, 38, Anno XXIX, 13 ottobre 1984, p. 7.
5) Massara E., Antologia dell’antifascismo e della Resistenza novarese, Grafica Novarese, Novara, 1984. Dal sito: http://www.isrn.it/materiale/dvd_chiovini/repubblica_partigiana/home.html
6) Il Popolo dell’Ossola, 43, Anno XL, 3 novembre 1950, p. 3.
7) Nuova Stampa, 73, Anno I, 14 ottobre 1945, p. 2.
8) Decreto Presidenziale 19 settembre 1974.
9) Il Popolo dell’Ossola, 39, Anno LXXII, 21 ottobre 2022, p. 36.
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