Di Alessandro Mella
È questa la storia di un “eroe metropolitano”, una figura rappresentativa dell’eroismo tante volte dimostrato dal personale della Regia Guardia di Finanza. Le vicende di quest’uomo rappresentano, quindi, una pagina importante della storia dell’Italia dei primi anni del Novecento, visti attraverso gli occhi di chi la servì onorevolmente in territorio nazionale.
Armando Amici nacque a Forlì il 3 maggio 1877 figlio di Leonida e Caterina Conti e, assai giovane, si arruolò nella Regia Guardia di Finanza.
La sua fu una carriera importante che, già nel 1904 quando prestava servizio a Varenna di Como come brigadiere, gli valse una medaglia d’argento al valore civile per essere intervenuto in occasione di una dolorosa vicenda. Di fronte alla fragilità di un suo collega egli fu costretto ad agire:
Amici Armando, brigadiere delle guardie di finanza, addì 24 novembre 1903, in Varenna (Como), riuscì a trarre in salvo una guardia di finanza che, colpita da squilibrio mentale, erasi gettata nel lago di Como. Dopo 9 giorni, ed appunto il 3 dicembre, ridusse all’impotenza la stessa guardia, che, elusa la vigilanza ed uscita in istrada, minacciosamente impugnava una sciabola baionetta, destando il panico e lo spavento nella popolazione. (1)
Dopo pochi mesi, fu trasferito a Catania dove mostrò nuovamente tutto il suo spirito indomabile confrontandosi, coraggiosamente e con decisione, con un contrabbandiere. All’epoca il contrabbando, come del resto per quasi tutto il Novecento, era un fenomeno decisamente diffuso in tutta Italia. E le forze dell’ordine si trovavano nella necessità di arginare quanto più possibile il fenomeno.
In questa circostanza, comunque, il brigadiere Amici meritò una medaglia d’argento al valore militare conferita con Regio Decreto 4 febbraio 1906:
AMICI Armando, da Forlì, brigadiere di finanza, circolo Catania, n. 14681 matricola. Benché fatto segno a cinque colpi di rivoltella e gravemente ferito per opera di un contrabbandiere, animosamente inseguì il frodatore che, dopo accanita lotta, riuscì a disarmare ed a privare del contrabbando. Catania, 19 maggio 1905. (2)
Nel 1908, valoroso brigadiere, la Domenica del Corriere pubblicò la sua foto facendo notare che per atti di valore il nostro, sia in terra che in mare, aveva già meritato tre medaglie d’argento, una di bronzo, tre encomi speciali, la croce al merito di servizio ed alcune gratificazioni economiche. (3)
La notte del 1° giugno 1909, passeggiando lungo il molo del porto di Bari ove si trovava, accorgendosi che un giovane era caduto in mare invocando aiuto, il nostro valoroso di tolse la sciabola e si gettò in divisa com’era in acqua per salvare il malcapitato. Il panico che aveva conquistato il soccorso gli procurò non poche difficoltà ma grazie all’aiuto d’altri sopravvenuti il salvataggio ebbe successo. Quell’intervento coraggioso, quella lotta difficile con il terrorizzato annegante, gli valse l’attenzione del re Vittorio Emanuele III che gli conferì la medaglia d’argento al valore di marina. Il Ministro delle Finanze gli offrì un premio in denaro ed il comandante del corpo volle “portare ancora una volta il nome del valoroso all’ordine del giorno di tutto il Corpo”. (4)
Dopo qualche anno, nel 1912, trasferito frattanto a Bologna, il nostro Armando, reso anche un poco celebre dalla stampa dell’epoca, fu promosso da brigadiere al grado di maresciallo. (5)
Venne purtroppo la Grande Guerra e l’Amici fu inviato al fronte con il suo grado ma, nel 1916, ebbe la promozione per merito di guerra al grado di Aiutante di Battaglia. (6)
Fu poi trasferito negli “Arditi” e combatté in diversi reparti d’assalto finché, nel 1918, fu ferito gravemente in combattimento, in Albania, negli scontri di maggio di quell’anno. Ricoverato nell’infermeria del 246° reparto someggiato di sanità, dopo una vita eroica, condotta sempre con fermezza e coraggio in pace ed in guerra, si spense a causa della ferita procuratagli da una bomba il 4 luglio 1918. (7)
Nel 1920 gli fu conferita una medaglia d’argento al valore militare per onorarne il grande coraggio e lo spirito leonino. (8)
L’Associazione Nazionale Finanzieri d’Italia gli ha dedicato la sezione di Forlì e negli anni ‘50 il comune gli ha, davvero lodevole iniziativa, intitolato una via nella sua città natale.
Si può ben dire che Armando Amici fu davvero un’epica figura ed un esempio importante per le Guardie di Finanze di ieri, oggi e domani.
Alessandro Mella
NOTE
1) Gazzetta Ufficiale del Regno d’Italia, 131, 4 giugno 1904, p. 2662 e Corriere della Sera, 154, Anno XXIX, 6 giugno 1904, p. 3.
2) Bollettino delle Nomine, Giornale Militare Ufficiale, Ministero della Guerra, Dispensa 7, 10 febbraio 1906, p. 101.
3) La Domenica del Corriere, 17, Anno XI, 25 aprile – 2 maggio 1909, p. 8.
4) Bollettino Ufficiale della R. Guardia di Finanza, Anno 1910, Vol. XXX, Parte II, Tipografia Cooperativa Sociale, Roma, 1911, pp. 501-502.
5) Il trasferimento a Bologna avvenne su sua domanda nel 1911 come da Bollettino Ufficiale delle nomine, promozioni, tramutamenti ed altri provvedimenti nel personale appartenente al Corpo della R. Guardia di Finanza, Anno 1911, p. 16. La promozione si riscontra in Bollettino Ufficiale delle nomine, promozioni, tramutamenti ed altri provvedimenti nel personale appartenente al Corpo della R. Guardia di Finanza, Anno 1912, p. 9.
6) Decreto ministeriale 28 dicembre 1916 in Bollettino Ufficiale, Ministero della Guerra, Dispensa 111, 30 dicembre 1916, SP.
7) Albo d’oro dei cittadini caduti nella guerra MCMXV – MCMXVIII, Comune di Roma, Volume I, Tipografia Ditta L. Cecchini, Roma, 1920, p. 10.
8) AMICI Armando, da Forlì, aiutante di battaglia 25 reparto assalto. Ferito, dopo una sommaria medicazione, ritornava al suo posto di combattimento e vi rimaneva finché, per l’aggravarsi della ferita, doveva abbandonare la lotta. Coprecica (Albania), 15-16 maggio 1918. (Archivio dell’Istituto del Nastro Azzurro fra Decorati al Valor Militare).
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