Cosa vorremmo lasciare alle spalle
“Settembre andiamo. È tempo di migrare. Ora in terra d’Abruzzi i miei pastori lascian gli stazzi e vanno verso il mare.” Ma forse non è più così, come un tempo metteva in rima il Vate D’Annunzio, cantore dell’Italia umbertina.
Come allora, però, sono i nostri ragazzi, che a settembre lascian le vacanze e vanno verso i lidi del sapere. Nulla di nuovo, quindi, in questo corso e ricorso storico, come teorizzato da Giovanbattista Vico? O no? L’aritmetica dallo scorso anno non è cambiata, infatti, e non è cambiato neanche quasi tutto il resto degli insegnamenti previsti, ma son cambiati i libri… e i loro prezzi.
Il Codacons, istituto di “Coordinamento delle associazioni per la difesa dei diritti degli utenti e dei consumatori”, riferisce che certi diari griffati costano più di 30 euro e che per zaini ugualmente griffati ci vogliono ben 200 euro. Per i libri, intanto, si registrano aumenti prossimi anche al 15 %. Ci sono sempre, però, nei pressi delle scuole, bancarelle improvvisate da chi è appena iscritto alla classe superiore e spera di vendere i libri usati l’anno prima – succede talvolta – per raggranellare qualche soldo da destinare al nuovo telefonino appena uscito sul mercato, che fa tanto figo.
Sui social, prima che alla televisione e sui giornali, letti questi sempre meno, gli aumenti consueti dei costi di fine estate rimbalzano tra le mamme e quelli per le esigenze scolastiche, vista la loro immediatezza, prendono spesso il posto dei conversari sugli esecrabili ammazzamenti di donne uccise senza un perché e di famiglie intere accoltellate da figli ancora minorenni. Si interrogano quindi sulla sicurezza nei parchi e nelle vie cittadine, sui morti nelle strad trafficate, sui tempi d’attesa negli ospedali anche per accertamenti diagnostici urgenti, sulle spese della sanità sempre più privata, che tiene ormai il posto di quella pubblica.
Si chiedono anche se, come predica Papa Francesco, si deve proprio continuare ad accogliere migranti e se quel Trump, che non piace per come ha trattato la Harris, di colore ma pur sempre una donna, potrebbe veramente far cessare la guerra in Ucraina, che suscita ormai timori più dei bombardamenti di Gaza, dove gli ostaggi tornano a casa da morti.
Ricordano Cernobyl e fa paura la centrale nucleare appena bombardata nel nord Europa, perché le bombe colpiscono a caso, mentre spaventa sempre meno l’ipotesi che Putin possa usare le armi atomiche, perché anche lui sa cosa successe a Hiroshima.
Si sventolano intanto le nostre mamme per la calura che ancora non molla e sperano che, col clima, anche qualcosa d’altro possa presto cambiare. Ecco, è la speranza nel domani a renderle capaci di vivere l’oggi, combattive ma rassegnate alle angosce di sempre, ai patemi delle guerre vicine e lontane, agli atti inconsulti degli sbandati, alle aggressioni dei giovinastri per strada, al malcostume sociale, ai disagi del vivere col bilancio famigliare da quadrare, ai personali acciacchi di salute posti sempre in secondo piano, basite intanto dal raccapriccio dei troppi fatti di sangue che turbano i loro sonni già per altro non sempre sereni.
Trovano intanto le nostre mamme, sempre affaccendate, anche il tempo e il modo di consolare l’amica più sconsolata, per consolarsi pure loro, citando di Eduardo De Filippo una semplice frase, emblematica di tutto il sapere della vita, ch’è quanto di buono sperano per i figli dalla scuola: “Ha da passà a nuttata!”.
Si vales, vàleo.
© 2024 CIVICO20NEWS – riproduzione riservata