La felicità è dei semplici
Il 28 giugno del 2012 la Assemblea Generale delle Nazioni Unite stabilì di dedicare la giornata del 20 marzo di ogni anno alla felicità, da riconoscere come obiettivo universale dell’azione politica dei governi. Sono trascorsi dodici anni e dodici è numero simbolico, che porta alla attenzione quella istituzione e che induce a considerare quanto poco è stato fatto per dar valore alle sue aspettative.
La felicità ha molte componenti personali, tra le quali talvolta predomina il danaro; ma lapidario, iconico e in qualche modo dissacrante è Woody Allen, quando premette che “Il denaro non dà la felicità”, perché poi conclude…” Figuriamoci la miseria“, aprendo così la strada a complesse considerazioni esistenziali.
Per Pascal Bruckner, a esempio, gli economisti liberali, come gli ideologi marxisti, dicono che eliminare la miseria garantisce la felicità dell’uomo; ma ciò significa disconoscere la natura umana, dimenticare tutte le sue sfaccettature: dall’invidia alla passione, alla gelosia, al desiderio, al dolore. Questo prolifico saggista francese ritiene che il benessere possa e debba essere la responsabilità dei governi e degli economisti e che la felicità non dipenda da nessuno. La felicità, per lui, non si calcola, non si conta, non ha indici: tranne che nei paesi totalitari. Egli non vede un’equazione precisa tra ricchezza e felicità: la ricchezza può portare il benessere, però nessuno sa dire da cosa sia provocata la felicità, che il narcisismo contemporaneo esige a domicilio e a tempo pieno.
Ragionamento articolato, questo, meritevole quindi di attente considerazioni, come quello di Umberto Galimberti, che riportiamo da L’Espresso del 24 aprile 2008.
“La felicità, questa condizione esistenziale a cui ciascuno ambisce, è accessibile a tutti a prescindere dalla ricchezza, dalla condizione sociale, dalle capacità intellettuali, dalle condizioni di salute. Non dipende dal piacere, dal benessere fisico, dall’amore, dalla considerazione o dall’ammirazione altrui, ma esclusivamente dalla piena accettazione di sé“.
Per i semplici, la felicità è nelle note coinvolgenti portate al successo una trentina d’anni fa dalla coppia Albano/Romina.
“Felicità: è tenersi per mano e andare lontano… è il tuo sguardo innocente in mezzo alla gente… è restare vicini come bambini … è un bicchiere di vino con un panino…è abbassare la luce per fare pace… è una spiaggia di notte, l’onda che batte e aspettare l’aurora per farlo ancora”.
Si vales, vàleo.
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